Attualità
Castellabate celebra le sue origini benedettine con l’abate Benedetto Maria Chianetta
Comunicato Stampa
09 febbraio 2010 14:35
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È un appuntamento nel segno delle origini benedettine di Castellabate, assieme ad altre località cilentane, e vedrà l’autorevole presenza dell’abate don Benedetto Maria Chianetta della badia di Cava de’ Tirreni. La tavola rotonda “Importanza del monachesimo cavense per lo sviluppo del Cilento” si svolgerà domani (mercoledì 10 febbraio) alle ore 17,30 nel Castello dell’Abate.

Interverranno il sindaco di Castellabate, Costabile Maurano e don Giovanni Spinelli del Centro storico benedettino italiano di Cesena, oltre al padre abate. Modererà l’incontro il docente Gennaro Malzone. L’evento si inscrive nell’ambito della rassegna “Settimana della cultura”, che precede la festa patronale di San Costabile Gentilcore del 17 febbraio.

Castellabate fino agli anni ’70 è appartenuta alla diocesi della Badia della SS. Trinità di Cava. A segnare un rapporto privilegiato tra questa municipalità e il faro di fede e cultura costituito dal monastero benedettino è stata la figura di San Costabile Gentilcore, nato a Tresino attorno al 1064 e poi divenuto quarto abate di Cava. A lui si deve, nel 1123, l’avvio della costruzione del Castello dell’abate, eretto a difesa delle popolazioni cilentane e attorno a cui si sviluppò lo stesso centro abitato di Castellabate. Per questo è venerato come fondatore e patrono di questa municipalità e, nel 1979, fu nominato anche patrono secondario della diocesi di Vallo, dopo il passaggio di 15 parrocchie cilentane a questa diocesi dalla badia di Cava de’ Tirreni.

L’impulso dato dai benedettini alle comunità cilentane si sostanzia anche nella bonifica di molte terre. San Costabile amministrò i beni abbaziali con tecniche produttive che valorizzavano i terreni incolti. In particolare, adottò un sistema agrario-giuridico molto favorevole al coltivatore e, nello stesso tempo, vantaggioso per la produttività del territorio. Il beato Simeone, quinto abate, completò il castello e, dopo la costruzione del porto per sviluppare i commerci, donò alle popolazioni ampli privilegi, concedendo le case e le terre e riducendo le tasse.

Nell’ambito del monastero benedettino Castellabate, per la felice posizione geografica e commerciale, rivestiva una grande importanza tanto da essere sede del vicariato diocesano e luogo di svolgimento di sinodi. Grazie al castello, che era un sicuro rifugio per gli abitanti della zona e allo sviluppo dei traffici e dei commerci, divenne nel tempo la più ricca baronia del Cilento.

Lo stesso Castello dell’Abate fu il punto di riferimento per numerose popolazioni che ad esso si rapportavano per la propria organizzazione amministrativa ed economica, oltre che per le grazie spirituali, e resta tuttora un baluardo della fede e uno dei monumenti simbolo del Cilento.

La “Settimana della cultura” prosegue giovedì 11 febbraio alle ore 17,30 nel Castello dell’Abate si presenta il libro “Don Marco Giannella” a cura di Romeo Messano. Intervengono il sindaco Costabile Maurano, il dirigente scolastico Romeo Messano, il docente universitario Francesco Volpe, l’editore Michele di Fiore e il prof. Giovanni Lo Schiavo. Modera il docente Gennaro Malzone.



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