CAPACCIO PAESTUM. Primo atto di sfiducia del sindaco di Capaccio Paestum, Franco Palumbo, nei confronti dei consiglieri comunali dissidenti. Il primo cittadino, infatti, ha ritirato tutte le deleghe affidate a Pasquale Accarino (sicurezza urbana); Angelo Merola (edilizia scolastica, cimitero e manutenzione stradale); Alfonsina Montechiaro (decoro e arredo urbano); Fernando Maria Mucciolo (demanio, fascia costiera e politiche giovanili) e Francesco Petraglia (piano di zona, sanità e Memory Day). Un provvedimento drastico che, oltre a rendere ancora più profonda la spaccatura interna, rende di fatto nulla la partecipazione attiva degli esponenti della maggioranza ‘ribelli’ a qualsiasi azione amministrativa, riducendoli al mero ruolo di voto in assise civica. Una situazione molto delicata che mette in bilico i numeri in Consiglio comunale: essendo in tutto 16, di cui 4 di opposizione (Mazza, Sabatella, Adinolfi e Polito), d’ora in avanti Palumbo potrà contare sul voto certo suo e di sei ‘fedelissimi’ (Piano, Cirone, Mottula, Conforti, Franco, Vecchio), numeri risicati potrebbero rendere complicata l’azione e la pianificazione politico-amministrativa mettendo a repentaglio il mandato stesso del sindaco, il quale però, fanno sapere dall’Ufficio Stampa, “prosegue dritto per strada tracciata senza alcun condizionamento, con il consequenziale ritiro delle deleghe ai consiglieri non più in linea con l’Amministrazione”.
Resta da sciogliere solo il nodo inerente la posizione del Presidente del Consiglio comunale, Nino Pagano, ‘guida’ della fronda dissidente, la cui sfiducia dovrà passare necessariamente al vaglio del consesso civico: un’eventuale proposta di revoca, infatti, dovrà essere congruamente motivata, va presentata da almeno un terzo dei consiglieri e deve ottenere il voto favorevole della maggioranza assoluta dei componenti assegnati.