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'LABORATORIO POLITICO' ATTACCA IL SINDACO
'LABORATORIO POLITICO' ATTACCA IL SINDACO
Capaccio, bordate dei ribelli a Palumbo: “Ora mandiamo i suoi atti in Procura”
Alfonso Stile
16 novembre 2018 21:55
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Arrogante. Presuntuoso. Incompetente. Offensivo. Antidemocratico. Abile venditore di parole. Non è il Messia, un premio Nobel né il depositario assoluto della verità. È una pioggia continua di bordate quella che piove sul sindaco di Capaccio Paestum, Franco Palumbo, durante tutta la conferenza stampa tenuta dai sei consiglieri comunali ‘dissidenti’ Nino Pagano, Pasquale Accarino, Angelo Merola, Alfonsina Montechiaro, Fernando Maria Mucciolo e Francesco Petraglia  (nella foto), che hanno confermato il passaggio tra i banchi dell’opposizione con il nuovo gruppo ‘Laboratorio Politico’. A quasi un anno e mezzo dall’insediamento di Palumbo, dunque, gli aggettivi che gli ex consiglieri di maggioranza hanno riversato sul primo cittadino stridono, di netto, con gli elogi e le lodi utilizzate in campagna elettorale e nei primi mesi di amministrazione.
A spiegare il perché è Francesco Petraglia: “Abbiamo subito continue illazioni, offese gratuite e comportamenti arroganti da parte del sindaco Palumbo tali da richiedere una risposta concreta, anche perché abbiamo cominciato a renderci conto che certe azioni amministrative non ci convincevano sotto l’aspetto etico e morale, mostrando sempre lati oscuri, con le nostre richieste di trasparenza sempre disattese; ci ha sviliti sotto tutti i punti di vista, insieme a tutti i suoi strettissimi collaboratori, con reazioni scomposte ed offensive, ma vogliamo fargli capire che non è il Messia né tantomeno un premio Nobel rispetto a tutti coloro che ha insultato, accusandoli finanche di non saper fare nemmeno la ‘o’ col bicchiere”.
Quelli che il giovane Mucciolo scaglia su Palumbo, invece, sono dei veri e propri missili, la cui detonazione investe in pieno anche il capoarea GianVito Bello, chiamato continuamente in causa: “Ci accusa di essere dei sarti che gli tirano la giacca per cucire vestiti su misura, allora stasera pubblicamente gli poniamo delle domande serie, visto che gli abbiamo chiesto chiarimenti per iscritto ma non ci ha mai risposto… noi ci vestiamo di abiti di dignità”. Nel mirino, con atti alla mano proiettati ai fini della pubblica visione, finiscono diverse nomine tecniche, gare d'appalto, cambi improvvisi di capoarea e procedimenti rettificati, sollevando presunti dubbi di incompatibilità, conflitti d’interesse, incroci societari, commistioni con appalti svolti a Giungano ed addirittura errate delibere che hanno innescato l’attenzione dell’Autorità Anticorruzione: l’accento Mucciolo lo mette, duramente ed a tratti pure sarcasticamente parlando di “palazzo buio dai vetri non tanto trasparenti”, sui lavori relativi al Polo Scolastico del Capoluogo, alla piscina Poseidone, all’adeguamento sismico della palestra comunale, alla condotta sottomarina a Varolato. Tutte ‘bombe carta’ che i sei consiglieri di opposizione, all’unisono, preannunciano di passare alla Procura della Repubblica di Salerno per eventuali verifiche sui rapporti, legami ed intrecci sussistenti tra rup, direttori tecnici, soci in solido ed appalti nel Beneventano.
Tocca poi ad Accarino, che prima si sfoga: “Essere consigliere non significa non avere neanche diritto di parola, non è questa la strada che avrei voluto percorrere per dare il mio contributo al bene del mio paese”, e poi accusa, deluso, il collega carabiniere Palumbo di avergli detto, un giorno, ciò che nemmeno i suoi superiori avevano mai osato proferire: “Qua la legge la detto io”. Lapidario Angelo Merola, che spiega di voler “restare coerente ai suoi principi e di continuare a lavorare per fare il bene del paese nella speranza di poter portare avanti progetti per questa città”, sottolineando il rammarico per la 'mancata' scuola al Parco delle Noci al Rettifilo.
Poi partono una sfilza di video, con i passaggi salienti dei comizi di Palumbo in campagna elettorale ‘rivoltati’ contro lo stesso primo cittadino, comprese le promesse di non fare mai inciuci e maggioranze con quanti avevano mortificato e distrutto, in passato, Capaccio Paestum.
La Montechiaro non usa mezza parole, accusando Palumbo di aver tradito il popolo barattando sei consiglieri per non perdere la poltrona: “Sto vivendo un travaglio interiore per pettegolezzi fatti circolare ad arte, sulla mia persona, da chi teme l’amore del popolo nei miei confronti. Non ho paura, la mia storia personale parla per me in maniera inequivocabile, ho svolto il mio ruolo di consigliere con dedizione, trascurando anche i miei affetti per dare al popolo di Capaccio Paestum tutta l’attenzione che merita”.
Ultimo a parlare, armato di artiglieria pesante, è Nino Pagano: “Ho tentato di ricostruire i rapporti, ma non ci sono riuscito, il sindaco ha voluto individuare nel sottoscritto la persona da abbattere per smontare l’azione dei dissidenti, ma non ha capito che il vero collante di questa squadra sono gli accadimenti di questi mesi ai danni della comunità; numerose le invettive riservate a chi non diceva sempre e solo sì, io sono stato tacciato di essere il regista per l’assegnazione di alcuni progetti strategici all’ing. Greco, con il quale ho litigato da anni e per chissà quali interessi, quando in realtà i progetti sono stati dati dallo stesso sindaco. Ora però sono stanco, perché certe cose hanno fatto male alla mia famiglia, e siccome so che la macchina del fango su di me non si fermerà, d’ora in avanti risponderò con denunce e querele a chi offenderà la mia reputazione tirando fuori cose passate. Ovviamente non ho intenzione di dimettermi, perché so bene qual è il mio ruolo di garante in Consiglio comunale, di cui oggi rappresento il 50%. E sul presunto mentore rocchese, dico: se è il mio mentore, allora è stato prima il mentore e l'ispiratore di Palumbo in campagna elettorale”.
A chiudere la conferenza è Luca Sabatella: “Adesso non sono più solo… una volta, per dire no, fui mortificato pubblicamente e ferocemente: ma ora le cose sono cambiate, ammiro i sei colleghi di opposizione per il coraggio e la scelta, certo che, finalmente, in Consiglio comunale da adesso in poi ne vedremo delle belle”.



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