Avrebbero fruttato oltre 150mila euro gli oltre 55mila vasetti di conserve di pomodoro sequestrati dalla guardia di finanza di Scafati nel corso di una vasta operazione che ha visto coinvolta una ditta conserviera e di commercializzazione di prodotti alimentari, operante tra Angri e Sant’Antonio Abate, e il titolare di quest’ultima. L’uomo effettuava l’acquisto delle conserve direttamente dall’industria produttrice del padre e provvedeva alla loro commercializzazione in territorio nazionale ed estero, sia  attraverso canali di rappresentanza, sia su internet. L’operazione ha coinvolto, tra l’altro, anche alcuni esercizi commerciali al dettaglio dell’agro nocerino-sarnese. Infatti, l’attività di indagine è partita da un controllo in un esercizio commerciale al dettaglio, nel corso del quale è emerso che alcuni vasetti di conserve, arrecanti l’indicazione “pomodoro San Marzano DOP”, presentavano, in particolare, una data di scadenza eccessivamente differita rispetto a quella di produzione ed alle normali prassi commerciali del settore. È stato, pertanto, avviato un preliminare riscontro con l’Istituto Mediterraneo di Certificazione Agroalimentare”, organismo competente alla certificazione ed autorizzazione della “DOP” del pomodoro San Marzano, che ha permesso di rilevare che l’industria conserviera produttrice, che aveva ricevuto l’autorizzazione per la produzione di “San Marzano DOP” in una data diversa da quella riportata sui vasetti, non ne aveva prodotto nelle date riportate sui vasetti, che sono stati sequestrati. L’industria conserviera, amministrata dal padre dello spregiudicato imprenditore, è risultata estranea alle irregolarità commesse, invece, dal figlio, che provvedeva alle alterazioni su ulteriori partite di prodotto di qualità “Roma”, al fine di incrementare il proprio giro d’affari, incidendo sul prezzo finale applicato a danno degli inconsapevoli clienti.