SICIGNANO DEGLI ALBURNI. Il percorso della memoria e il tragico vissuto nei campi di concentramento ha riguardato anche soldati italiani ed ha toccato anche piccoli borghi, come Sicignano degli Alburni. Domani, sabato, alle 9,30, i ragazzi dell’istituto comprensivo “San Domenico Savio”, potranno conoscere la storia di Ernesto Marino, soldato che si ribellò alla guerra, al fascismo, che preferì il carcere alla trincea. Ma pagò il suo no con la deportazione nel campo di concentramento di Dachau. A parlare di questa vicenda durante un incontro su “Il sacrificio dei soldati di Sicignano degli Alburni nei campi di concentramento – La storia di Ernesto Marino, morto a Dachau”, sanno i familiari, con il pronipote, Rocco Lampo, che traccerà il ricordo che di lui conservano; ci saranno Michele Aiello, presidente del Comitato Palatucci di Campagna, Marcello Naimoli, direttore del museo della memoria di Campagna, che si soffermeranno sugli internati di Campagna e sul questore di Fiume che proprio a Dachau perse la vita pochi mesi prima – era febbraio - della liberazione del campo, liberazione che avvenne ad aprile del 1945. Ci sarà il Presidente della sezione di Sicignano degli Alburni dell’Associazione Combattenti e reduci, Vito Antonio Capece. Ad introdurre l’incontro sarà il sindaco, Ernesto Millerosa, e la dirigente scolastica, Maria Ida Chiumiento. Modera l’incontro Margherita Siani, già curatrice di un percorso sulla legalità per la stessa scuola dedicato a Joe Petrosino. I ragazzi, al termine dell’incontro, andranno presso il cimitero di Galdo, per deporre un mazzo di fiori sulla tomba di Ernesto Marino
LA STORIA
La vicenda umana di questo soldato è iniziata quando, chiamato alle armi, mostrò il suo ripudio della guerra. Ma quel senso di ribellione, il suo no ha continuato a mantenerlo anche dinanzi ai generali fascisti, al punto da preferisce il carcere invece del fronte. Fu così che da Peschiera fu messo su un treno insieme ad altri soldati e fu spedito a Dachau per i lavori forzati. Salì sul primo “carico” di soldati che da questo luogo partiranno per i campi di concentramento tedeschi. Era il 22 settembre 1943, aveva la matricola 54711. Da quel momento la sua vicenda si lega a quella degli ebrei. Resterà in questo campo quasi un anno, tra stenti, fame, violenze ed orrori. Nell’agosto del 1944 fu trasferito a Flossemburg, altro campo di concentramento che lavorava per l’industria bellica tedesca. Condizioni terribili racconta la storia e raccontano le testimonianze dei sopravvissuti. Fece ritorno a Dachau il 9 aprile del 1945 con la matricola 151231. Il campo fu liberato il 29 aprile del 1945 e quindi il suo ritorno avvenne già in un momento difficile, quando l’offensiva americana incalzava. Ma Ernesto Marino riuscì a vedere quella liberazione. Riuscì ad assaporare nuovamente la libertà. Sia pure per poco tempo. Perché il 22 maggio, a causa dei maltrattamenti ed al profondo deperimento morì in un ospedale da campo americano. Non fece in tempo a tornare a casa, né fece in tempo a far sapere che era vivo. Fu sepolto a Dachau. Solo una quindicina di anni fa, quando tutta la famiglia pensava fosse disperso in guerra, seppero della tragica fine. Oggi, per un puro caso, la scoperta di questa storia ha condotto ad un approfondimento della vicenda, grazie anche alla collaborazione con il Comitato Palatucci, che ha ricostruito il periodo vissuto nei due campi di concentramento, mettendo in luce il sacrificio anche di piccoli paesi come Sicignano degli Alburni.