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CONSEGNATA ALLA PROCURA
CONSEGNATA ALLA PROCURA
Capaccio, indagine dischetti depuratore. Perizia tecnica: "Errore progettuale"
Redazione
14 marzo 2019 07:57
Eye
  2019

CAPACCIO PAESTUM. Indagine sul depuratore di Varolato nel Comune di Capaccio Paestum: sarebbe stata una “disfunzione nella progettazione tecnica della griglia” a causare la fuoriuscita di un notevolissimo numero degli ormai famosi dischetti bianchi di plastica (nella foto) che invasero il litorale campano e molte coste tirreniche.
Un progetto sbagliato alla base, dunque: a specificarlo sarebbe la perizia tecnica richiesta dal sostituto procuratore Marinella Guglielmotti dalla Procura della Repubblica di Salerno, titolare del fascicolo d’inchiesta, che a fine marzo del 2018 ordinò alla Capitaneria di Porto di porre sotto sequestro l’impianto di depurazione alla foce del Sele, ipotizzando il disastro colposo ed iscrivendo nel registro degli indagati una sola persona: dopo una serie di rinvii e proroghe concesse al fine di poter effettuare calcoli esatti, la perizia degli esperti è ora al vaglio della magistratura, che potrà così individuare anche eventuali responsabilità a carico di progettisti e gestori dell’impianto e quantificare il livello d’inquinamento che i filtri ‘a biomassa adesa’ hanno causato all’ecosistema marino. Perito di fiducia della procura salernitana è stato nominato il prof. Paolo Masserotti, docente di Meccanica razionale presso la facoltà d’Ingegneria dell’università Federico II di Napoli, già custode giudiziario del depuratore.
Il caso, che ha suscitato indignazione nell’opinione pubblica, è stato oggetto di un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, da parte dell’on. Gigi Casciello, deputato di Forza Italia; Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania, ha invece depositato, per il tramite dei propri legali, una richiesta alla Procura della Repubblica di Salerno di accesso agli atti, per avere certezza dell'indagine in corso, auspicando che possa concludersi al più presto con individuazione dei responsabili e l’aspettativa che vengano perseguiti per reato d’inquinamento ambientale, così come previsto dalla legge 68/2015.



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