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RETROSCENA DEL BLITZ
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Cilento, Cammarota e i suoi amici: ecco come aggiustavano gli appalti
Alfonso Stile
15 maggio 2019 10:26
Eye
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CILENTO. “Spregiudicatezza e sistematica attitudine a comportamenti corruttivi nel considerare la ‘cosa pubblica’ come ‘cosa propria’, con il gravissimo e concreto rischio della reiterazione del reato”: così il gip Sergio Marotta del Tribunale di Vallo della Lucania ha accolto la richiesta del pm disponendo la custodia cautelare, in carcere, per il 48enne imprenditore cilentano Vincenzo Cammarota e per i tecnici Carmine Del Verme, Carmine Rosalia e Terenzio Stabile (nell’ordine in foto), rispettivamente funzionari apicali degli uffici tecnici di Torchiara e Santa Marina, Cannalonga e Castellabate, arrestati ieri dai carabinieri della Compagnia di Vallo della Lucania con l’accusa di istigazione alla corruzione in concorso.
All’esito dell’operazione di ieri, i militari dell’arma agl’ordini del cap. Mennato Malgieri, stanno procedendo, senza sosta, all’acquisizione di atti e faldoni inerenti appalti sospetti in 26 comuni del Cilento: sotto la lente d’ingrandimento gli uffici tecnici di Agropoli, Capaccio Paestum, Castellabate e Perdifumo, in particolare, le gare aggiudicate all’impresa Cavin Group Srl amministrata da Cammarota, singolarmente e in ATI, ed i vari incarichi e nomine assegnati ai tecnici finiti in carcere.
L’indagine è scattata grazie al coraggio di un dipendente onesto, Domenico Giannella, responsabile dell’UTC del Comune di Pollica, che ha denunciato il malaffare collaborando con i carabinieri della locale Stazione nella ricostruzione di un quadro probatorio schiacciante, messo in piedi con intercettazioni ambientali, appostamenti e tabulati telefonici dal contenuto inconfutabile.

ECCO COME SI AGGIUSTANO GLI APPALTI
Al di là delle intercettazioni, l’ordinanza del gip svela qualcosa di molto più importante: i metodi adottati da imprenditori senza scrupoli e funzionari conniventi per aggiustare a manipolare appalti, facendo scorrere fiumi di mazzette per eliminare la concorrenza e favorire gli amici degli amici.
Il sistema è collaudato, soprattutto in sede di aggiudicazione e varianti in corso d’opera: aggiustare e gonfiare prezzi dei materiali, suggerire le migliorie giuste, nominare funzionari amici ed avvezzi al malaffare nelle commissioni d’aggiudicazione, far chiudere un occhio al funzionario apicale con denaro cash.
È tutto quello di cui Cammarota si preoccupa, tra cene e caffè, parlando con Giannella. Anche attraverso messaggi su whatsapp, più volte al giorno, tutti dello stesso tenore: “Non andare troppo avanti, sennò…” si raccomanda per manipolare a suo vantaggio le commissioni di valutazione, preoccupandosi dei termini di scadenza del bando. “Ti passo io i numeri, tu chiama l’amico friz e l’amico friz” scrive per far contattare Del Verme, Rosalia e Terenzio Stabile… “e come si fa a non conoscere Terenzio, famosissimo Terenzio, uno che…” spiega ancora il costruttore cilentano per tranquillizzare Giannella sulla ‘affidabilità’ degli amici da inserire nella commissione. Il tutto per un ‘compenso’ di 10mila euro in favore di Giannella, da corrispondere con acconto di 5mila euro a commissione nominata. Quella che avrebbe dovuto poi favorire la Cavin Group Srl nel maxi appalto da 2,5 mln di euro per le fognature a Pollica. “Ngulo è grossa” si lascia scappare Rosalia.



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