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Salerno, mazzette ai giudici tributari: soldi anche solo per leggere carte
Redazione
21 maggio 2019 10:21
Eye
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SALERNO. 25 euro anche per leggere soltanto le carte prima di garantire l’accoglimento di un ricorso per aggiustare sentenze, per abbattere o addirittura eliminare pendenze con il fisco. E’ uno degli aspetti che viene fuori dall’inchiesta, dagli interrogatori in corso per l’indagine che ha permesso di scoprire il sistema corruttivo che imprenditori, funzionari e due giudici tributari, Fernando Spanò e Giuseppe De Camillis della Commissione Tributaria Regionale di Salerno avrebbero portato avanti per mesi. Il tutto fino all’operazione condotta dalla Guardia di Finanza e i 14 arresti. Il pagamento di tangenti che arrivavano anche a 30mila euro, ha consentito a diversi imprenditori salernitani di sanare pendenze ingenti con l’Agenzia delle Entrate. Un patto tra magistrati e imprese che consentiva di pilotare sentenze con un danno complessivo all’Erario di oltre 15 milioni di euro, un collaudato scambio di favori illegale che “sembra la punta di un iceberg ben più profondo”, come scritto dallo stesso gip nell’ordinanza cautelare. Dunque, i verdetti condizionati dai giudici infedeli potrebbero essere più dei 10 accertati, tra il settembre 2018 ad aprile 2019, dalle indagini condotte dal pm Elena Guarino della Procura della Repubblica di Salerno, con la chiusura, adesso, del primo ciclo d’interrogatori. A vuotare il sacco, finora, i due segretari tributari coinvolti, Gaetano Naimoli e Salvatore Sammartino, che restano in carcere assieme ai due giudici, Fernando Spanò e Giuseppe De Camillis. Arresti domiciliari concessi a Teodoro Tascone, Cosimo Amoddio, Angelo Criscuolo, Vincenzo Castellano, Antonio D'Ambrosi, Claudio Domenico Dusci, Giuseppe Piscitelli e Aniello Russo. Libero, invece, Alfonso De Vivo.



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