Attualità
INDAGANO I CARABINIERI
INDAGANO I CARABINIERI
Giallo al cimitero di Agropoli: rubata bara di un giovane deceduto 13 anni fa
Alfonso Stile
13 ottobre 2019 11:55
Eye
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AGROPOLI. Giallo ad Agropoli. Trafugata nella notte, dal cimitero in Via Moio, la bara di un giovane del posto deceduto, 13 anni fa, a seguito di un tragico incidente stradale. Si tratta di Pasquale Picariello, all’epoca dei fatti 19enne. Gli ignoti autori della profanazione avrebbero agito nel buio, forzando dapprima le catene del cancello principale, per poi portare via con l’ausilio di una scala la salma a bordo di un automezzo, dopo aver divelto finanche alcuni paletti in cemento. A scoprire il furto sono stati stamane i custodi, che hanno immediatamente allertato le forze dell'ordine. Sull’inquietante episodio indagano ora i carabinieri della locale Compagnia, coordinati dal cap. Fabiola Garello: ad eseguire tutti i riscontri del caso sul posto i militari della locale Stazione, diretti dal m.llo Carmine Perillo (nella foto).
Scene strazianti al camposanto: la sorella del compianto defunto ha accusato un malore improvviso, rendendo necessaria l’assistenza di un’ambulanza. Dai primi riscontri investigativi, la pista che i militari stanno perseguendo, alla ricerca di eventuali correlazioni, è quella della vendetta personale, in quanto alcuni componenti della famiglia sono coinvolti nell'episodio del cane lanciato dal terzo piano e morto, avvenuto in settimana.

LA TRAGEDIA DI 13 ANNI FA
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, nella notte tra il 5 e il 6 maggio del 2006, il ragazzo giunse al pronto soccorso, intorno alle 4 del mattino, dopo un incidente avvenuto in località Linora, in prossimità della Foce del Solofrone, ai confini con Capaccio Paestum: ma fino alle 7.50, ora del suo decesso, non avrebbe ricevuto nessun soccorso nonostante le continue richieste di assistenza da parte dei familiari. Il codice rosso scattò, infatti, solo tre ore dopo il ricovero: la Procura di Vallo della Lucania aprì un’indagine, disponendo il sequestro della cartella clinica e l’esame autoptico, a seguito del quale si accertò che, a causare la morte del giovane, furono le gravi lesioni interne subite a costole, polmoni, reni e milza. Nei guai finì la dottoressa di turno quella notte all’ospedale, condannata in primo grado nel 2013.



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