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135 REPERTI DA 'RECUPERARE'
135 REPERTI DA 'RECUPERARE'
Coronavirus, Mibact annulla domenica gratis: e i reperti di Paestum in Cina?
Alfonso Stile
24 febbraio 2020 15:17
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Al fine di ridurre i rischi legati alla diffusione del Covid-19, domenica 1° marzo prossima sarà sospesa l’iniziativa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo che prevede, in tutta Italia, l’ingresso gratuito nei musei, parchi archeologici e altri luoghi della cultura dello Stato ogni prima domenica del mese: dunque, niente accesso gratis anche nel Parco Archeologico di Paestum, diretto da Gabriel Zuchtriegel.

Ma la psicosi da Coronavirus investe, inevitabilmente, anche i tesori della città dei Templi tuttora esposti in Oriente. Ben 135 tra opere e reperti archeologici di proprietà del Parco Archeologico di Paestum, infatti, si trovano attualmente proprio in Cina, nell’ambito della mostra itinerante ‘Paestum, una città del Mediterraneo antico’ in programma, fino a luglio 2020, nella Terra della Grande Muraglia: cinque le province interessate dalla mostra, finora ospitata nei musei di Pechino, Hebei, Chengdu e Sichuan. 

Il personale incaricato è rientrato a dicembre 2019 senza alcun problema o restrizione particolare, quindi in Cina non vi è, al momento, alcun incaricato del museo pestano a curare la mostra. Resta quindi da organizzare chi, quando e come, eventualmente, andrà a ‘riprendere’ tutti i reperti o, nel caso, fare tutto attraverso terzi ‘controllati’. Ovviamente, i musei cinesi dovranno assumersi la responsabilità, eventualmente, di custodire a tempo indeterminato i tesori dell’antica Poseidonia, a mostra conclusa, visto che, dall’Italia, nessuno si potrà recare in Cina fino al persistere dei focolai d’infezione, e viceversa.  

Nello specifico, la mostra itinerante comprende 135 opere pestane, tra cui la statua di Hera in marmo proveniente dal Santuario dedicato alla dea presso la foce del fiume Sele e le sue riproduzioni in terracotta, 24 lastre tombali dipinte che rappresentano testimonianze archeologiche uniche in tutto il contesto del Mediterraneo antico, oltre a corredi delle necropoli urbane fino alle produzioni vascolari più note, tra cui spicca il ceramografo pestano Assteas.



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