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INAUGURAZIONE IL 4 AGOSTO
INAUGURAZIONE IL 4 AGOSTO
Agropoli, 'Colorite miserie e metafisica': mostra d'arte di Acone al Castello
Comunicato Stampa
03 agosto 2020 10:06
Eye
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AGROPOLI. Continua il progetto di mostre itineranti del maestro Giuseppe Acone. Martedì 4 agosto è prevista l’ inaugurazione della mostra “Colorite miserie e metafisica” al Castello Angioino Aragonese di Agropoli. Saranno presenti il sindaco di Agropoli, Adamo Coppola, il consigliere comunale con delega alla Cultura e ai Beni Culturali, Francesco Crispino e il critico d’arte, Antonella Nigro. Quindici le opere scelte dal maestro Acone per trasfigurare una metafisica estremamente personalizzata di figure e paesaggi mescolati ad espressioni miserrime di rabbia e dolore che sembrano trasmettere la totale assenza di trascendenza dell’oggi e che risultano di conseguenza un urlo e un anelito alla ricerca del sacro. La mostra sarà aperta dal 3 al 15 agosto 2020 dalle ore 9:00 alle 13:00 e dalle ore 17:00 alle 21:00.

“La parola ‘Metafisica’ è stata la parola più abusata e adoperata sovente a sproposito - dichiara l’artista Acone - Per alcuni ha avuto (e ha) un senso, per altri ha addirittura il senso opposto. L'ho adoperata nel "titolo" della mia mostra proprio per questa ragione: per lasciar essa il senso di quel che può vedersi, trascendendo (anche se solo parzialmente) ciò che comunemente si vede. Dotando cioè quel che vediamo d'una "fisica" parzialmente "altra". Della metafisica sposata all'ontologia e/o al positivismo, non mi importa. Le colorite miserie (oltre che "colorate") mi si rifanno ad espressioni tipicamente "colorite" (ma io preferisco dire "scostumate") dei volti, turbati e/o deturpati da un ultimo colorito e dinamitardo urlo o spregio nei confronti d'una società senza più trascendenza”. L’evento, che ha ricevuto il patrocinio della Regione Campania e del Comune di Agropoli, rientra in un progetto culturale di più ampio respiro messo in campo da diversi anni dall’Associazione L’Ossimoro presieduta proprio dall’artista. Pittore, regista, scrittore e attore, Giuseppe Acone è residente a Capaccio Paestum ed è titolare di un laboratorio artistico sito nel centro storico di Capaccio Capoluogo, dove pensa, crea e dà vita alle sue opere. Come pittore ha realizzato numerose esposizioni personali e collettive, sia in ambito regionale che nazionale, ricevendo anche numerosi premi. Quest’anno, l’Annuario Internazionale di Arte Contemporanea 2020, edito da Mondadori, ha incluso tre opere del maestro Acone con critiche di Vittorio Sgarbi e Philippe Daverio. In occasione della presentazione dell'Annuario fissata nel mese di settembre a Firenze presso Palazzo Ximenes, con la partecipazione di Vittorio Sgarbi, l’artista esporrà la sua opera dal titolo ‘L’invidioso’. Per l’occasione il critico Leonarda Zappulla ha scritto dell’artista: “I colori dei fauves e l’espressionismo della Die Brucke in una fusione tanto originale quanto colta che conferisce alla composizione elaborata da Giuseppe Acone un’aura atemporale ed una ieraticità dissacrante assolutamente contemporanea. Forme geometriche triangolari sono giustapposte nella creazione di un’effige spigolosa estremamente empatica dal potente impatto visivo”. Il prossimo ottobre, presso la Biblioteca Angelica di Roma, in occasione di una collettiva internazionale sul tema del libro e organizzata dal critico d’arte Antonella Nigro che segue Acone sin dagli inizi della sua attività pittorica, l’artista esporrà l’opera ‘Odisseo e Poseidone’ di ispirazione omerica. 

“L’arte di Giuseppe Acone - afferma il critico Antonella Nigro - è un linguaggio espressivo che si fonda sull’uso istintivo ed emozionale del colore, che costruisce la figura e il paesaggio con pennellate dense e vive. Pur praticando e conoscendo la tecnica del disegno, l’artista trova più congeniale, in questa sua ricerca, la proposta di una tavolozza cromatica, spesso composta di colori puri, che diviene narrazione: è il colore ad evocare sensazioni e ricordi, a suggerire spazi ed orizzonti vissuti ed immaginati. L’osservatore è piacevolmente catturato dalla forza e dai dinamismi che l’artista imprime alle sue figurazioni che esprimono l’ispirazione ad un sapere ancestrale, libero e sovrano nella sua più profonda espressione”.



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