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SENTENZA DEL TAR
SENTENZA DEL TAR
Capaccio, costone SP13: geologo reclama compenso, Comune dovrà mostrare atti
Alfonso Stile
06 aprile 2021 14:05
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CAPACCIO PAESTUM. Riqualificazione e messa in sicurezza del costone roccioso sulla SP13 che sovrasta il santuario della Madonna del Granato. I giudici della prima Sezione del Tar di Salerno, con apposita sentenza, hanno accolto il ricorso del geologo Marco Capo nei confronti dell’ing. Gianvito Bello e del Comune, non costituitisi in giudizio, richiedente l’annullamento del diniego di prendere visione dei relativi atti amministrativi, formatosi con il silenzio per mancato riscontro dell’istanza di formale accesso del 21.09.2020, formulata ai sensi di legge dal ricorrente, nonché la condanna dell’ente all’ostensione della documentazione richiesta.

Nello specifico, Capo richiedeva copia della documentazione del procedimento amministrativo di cui alla delibera di Giunta n. 196 del 10.04.2018, inerente il progetto di riqualificazione ambientale e messa in sicurezza del costone roccioso sovrastante l’abitato di Capaccio Paestum alla località Madonna del Granato (nella foto), richiamando la necessità di tutelare le sue ragioni nei confronti del Comune, avendo egli collaborato, con consulenze geologiche, al progetto in questione, poi ritenuto meritevole di finanziamento nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale (P.S.R.) Campania 2014-2020, mediante la produzione di elaborati tecnici e relazioni, concretamente utilizzate dall’amministrazione comunale.

Questo per dimostrare “…innanzi al giudice civile che, pur senza un formale incarico e relativo impegno di spesa, che non è certo mancato per responsabilità a lui ascrivibile (lo ha sollecitato più volte) il Comune di Capaccio Paestum gli ha, di fatto, richiesto una specifica e qualificata prestazione professionale, che il medesimo ha svolto anche in condizioni di ristrettezze temporali. Inoltre, potrà provare che l’ente si è concretamente avvalso della prestazione richiesta a Capo e dal medesimo eseguita, facendo sì che l’elaborato in questione venisse acquisito nel quadro complessivo del progetto di riqualificazione ambientale di cui va a costituire parte essenziale”.

All’esito della camera di consiglio, il Tar ha legittimato la richiesta d’accesso agli atti di Capo “considerato lo svolgimento di un incarico professionale per conto della P.A., adeguatamente documentata dal ricorrente mediante gli atti versati in giudizio, inclusa la relativa fattura elettronica per l’attività disimpegnata, in relazione ai quali non sussistono esigenze opponibili in termini di tutela della riservatezza di soggetti terzi”, accogliendone il ricorso ed intimando al Comune di Capaccio Paestum di consentire al ricorrente, entro 30 giorni, l’accesso ai documenti richiesti, oltre al pagamento delle spese, in favore del ricorrente, pari a 500 euro.



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