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Eboli, Casa del Pellegrino: Corte dei Conti contesta danno erariale di 1,7 mln
Alfonso Stile
21 aprile 2021 16:41
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EBOLI. Uso improprio della Casa del Pellegrino. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura di Salerno nei confronti di 23 persone, tra cui l’ex sindaco Massimo Cariello e l’ex vicesindaco Cosimo Pio Di Benedetto, una nuova tegola si abbatte su 21 ex amministratori già indagati nel procedimento penale pendente presso il Tribunale salernitano.

Sulla scorta della relazione dell’Anac ottenuta su istanza del parroco che denunciò la vicenda, don Vincenzo Caponigro, la Procura Regionale della Corte dei Conti, infatti, a seguito di specifica indagine dei finanzieri del Gruppo di Eboli, diretti dal magg. Nunzio Napolitano, ha notificato stamane altrettanti inviti a dedurre contestando un danno erariale complessivo di 1 milione e 700mila euro ai danni delle casse dell’Erario (cagionato dalla revoca del finanziamento di pari importo da parte dell’UE), di cui: ben 856.000 euro a carico di Cariello e 40.800 euro ciascuno per tutti gli altri 20 componenti dell’allora Amministrazione civica coinvolti. 

Nello specifico: l’ex vicesindaco Cosimo Pio Di Benedetto, l’ex assessore all’Ambiente e coordinatore delle liste elettorali di entrambi, Ennio Ginetti; l’ex assessore alla Sicurezza, Vito De Caro; l’ex assessore ai Lavori Pubblici, Matilde Saja; l’ex assessore alla Pubblica Istruzione, Angela Lamonica; l’ex assessore alle Politiche Sociali, Lazzaro Lenza; l’ex assessore alle Attività Produttive, Maria Sueva Manzione; l’ex presidente del Consiglio comunale, Fausto Vecchio; i già consiglieri comunali di maggioranza Gianmaria Sgritta, Luigi Guarracino, Emilio Masala, Giuseppe Piegari, Rosa Altieri, Pierluigi Merola, Vittorio Bonavoglia e Mario Domini, oltre a Filomena Rosamilia (ex consigliere di maggioranza, poi presidente del Consiglio comunale e coordinatrice di una lista pro Cosimo Di Benedetto); Giancarlo Presutto (ex consigliere di maggioranza e candidato sindaco del Psi); Vincenzo Marchesano (ex consigliere di maggioranza e capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia); Giuseppe La Brocca (ex consigliere di maggioranza ed attuale coordinatore cittadino di Cambiamo con Toti). 

Non è stato contestato nulla, invece, al commissario liquidatore Ises, Angela Innocente, ed al presidente della società cooperativa Nuova Ises, Tullio Gaeta, indagati invece penalmente. A seguito di tale notifica, gli interessati potranno ora nominare un apposito legale presentando memorie difensive entro 30 giorni.

IL COMUNICATO STAMPA DELLA GDF - Su disposizione della Procura Regionale della Corte dei Conti, la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno ha notificato l’invito a dedurre a 22 funzionari del Comune di Eboli, chiamati a rendere giustificazioni in ordine ad una gestione di finanziamenti pubblici che avrebbe determinato un danno di oltre 1 milione e 700 mila euro.

Gli accertamenti sono stati avviati sulla scorta di una segnalazione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (A.N.A.C.), concernente presunte irregolarità nell’impiego di un fondo assegnato al Comune dalla Regione Campania nel 2014, per la costruzione di una struttura di accoglienza e di inclusione sociale, a favore delle classi più emarginate, nonché di anziani, minori e ragazze-madri in difficoltà. Nel corso degli approfondimenti, svolti sotto il coordinamento della Corte dei Conti di Napoli, è stata vagliata la posizione degli amministratori comunali pro tempore, facendo emergere che il denaro era stato impiegato per realizzare un complesso con natura e finalità diverse da quelle previste dal bando per la concessione dei contributi.

Già nel dicembre 2019, la Procura della Repubblica di Salerno, sulla base delle risultanze investigative raccolte dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri di Eboli, aveva ipotizzato, nei loro confronti, il reato di abuso d’ufficio, fattispecie per la quale è stato richiesto il rinvio a giudizio. Con i recenti sviluppi, le Fiamme Gialle hanno ricostruito come, nel dicembre 2016, al termine dei lavori di costruzione dell’edificio, l’Ente locale aveva disposto con un’ordinanza “urgente” l’affidamento della struttura ad una cooperativa esercente prestazioni sanitarie, così adibendolo, di fatto, a centro medico polifunzionale.

Alla luce degli elementi acquisiti in fase istruttoria, la Procura contabile campana ha ravvisato una deliberata malversazione dei contributi regionali, in relazione alla quale ha contestato ai funzionari coinvolti un danno alla finanza pubblica quantificato in oltre 1,7 milioni di euro (pari all’intero ammontare delle somme utilizzate). Il contraddittorio è ancora aperto e, in attesa delle determinazioni conclusive della Corte dei conti, gli indagati sono stati intanto invitati a produrre le proprie argomentazioni difensive.

COME NASCE L’INDAGINE - L’indagine verte sull’affidamento della struttura pubblica denominata appunto ‘Casa del Pellegrino’, realizzata con circa 6 milioni di euro di fondi europei attraverso la Regione Campania, al centro riabilitativo Ises, sia con la precedente ragione sociale sia con l’attuale. L’inchiesta parte da una lunga serie di denunce inviate a magistratura, Anac, Asl e Corte dei Conti dal parroco del Santuario di Sant’Antonio di Eboli, don Vincenzo Caponigro, fautore del complesso destinato al rilancio del cosiddetto turismo religioso, segnalanti a più riprese l’uso distorto della struttura rispetto le finalità sociali per cui era stata immaginata e costruita, innescando risvolti clamorosi. 

Il complesso, infatti, fu trasformato dall’Amministrazione Cariello in centro di assistenza socio-sanitaria tra il 2016 e 2017: Consiglio comunale e Giunta di allora produssero e firmarono una serie di atti d’indirizzo e di gestione per modificare la destinazione d’uso della struttura, affidandola poi alla cooperativa Ises, in forte crisi, allo scopo di salvaguardarne gli occupati, 100 dipendenti poi ridotti a 40, garantendo così le cure a una ventina di pazienti loro assegnati.

L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha evidenziato numerose anomalie, dando ragione al parroco e trasmettendo la relazione finale alle autorità competenti. Di riflesso, anche la Corte dei Conti sarebbe pronta con gli inviti a dedurre, nei confronti dei numerosi ex amministratori, ipotizzando un danno erariale di circa 1,7 milioni. Le indagini sono state chiuse il 23 dicembre 2019. Il pm Elena Cosentino ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex primo cittadino ed altri 23 indagati: l’udienza preliminare è stata fissata, per il 4 maggio prossimo, davanti al gip Vincenzo Pellegrino.



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