SALERNO. Giovanni Citarella ha vuotato il sacco. Nel corso di un interrogatorio-fiume tenutosi ieri davanti al pm della Direzione Distrettuale Antimafia, Rosa Volpe, il presunto “capocordata” ha raccontato i dettagli, fornito i nomi e svelato il “sistema criminale” utilizzato dalla cricca per manipolare ed aggiudicarsi gli appalti banditi dalla Provincia di Salerno. Ben nove, infatti, le ore trascorse nelle aule del tribunale, durante le quali Citarella, assistito dal suo legale di fiducia, ha spiegato com’era possibile “entrare ed uscire dagli uffici della Provincia” per aggiustare le gare, e soprattutto chi aiutava le ditte del “cartello” d’imprese nel turbare i pubblici incanti, sia negli uffici tecnici che ai piani più alti di Palazzo Sant’Agostino e di alcuni comuni del Salernitano. Il lungo verbale è stato secretato dai magistrati: non si escludono colpi di scena e nomi eccellenti, soprattutto di funzionari pubblici e politici, presumibilmente coinvolti o risucchiati a vario titolo da un sistema che, dal 2002 al 2008, era ormai diventato perfetto per vincere gare d’appalto a discapito della concorrenza. Il verbale è ora in mano alla Dda, e potrebbe innescare un terremoto politico ad ampio raggio.