Attualità
Provincia, appalti truccati. Citarella tira in ballo Alfieri, Feola, Stanzione ed afferma: "Sistema corrotto ancora attivo"
Redazione
27 giugno 2012 10:37
Eye
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SALERNO. Finiscono i nomi di politici eccellenti nelle migliaia di pagine dei verbali dell’inchiesta “Due Torri”, che ha spedito in carcere ed ai domiciliari decine di imprenditori, condotta dalla procura e dalla Dda di Salerno, in merito alla manipolazione degli appalti banditi dalla Provincia ad opera di un presunto “cartello” d’imprese che si accordavano a tavolino, tra loro, per aggiudicarsi i pubblici incanti migliori, con la compiacenza di funzionari corrotti a suon di mazzette. Il ‘capocordata’ Giovanni Citarella (nella foto), che ha ottenuto i domiciliari, nelle dichiarazioni rese davanti al sostituto procuratore dell’Antimafia, Rosa Volpe, dopo quasi dieci ore d’interrogatorio, ha tirato in ballo più volte i due assessore provinciali che si sono avvicendati ai Lavori Pubblici, Franco Alfieri e Marcello Feola; l’ex assessore provinciale all’Edilizia Scolastica, Pasquale Stanzione, ed il dirigente Angelo Cavaliere. A gestire i rapporti con i politici e ad avere libero accesso negli uffici di Palazzo Sant’Agostino, era il noto costruttore di Teggiano, Luigi Di Sarli, uno “con le mani in pasta” secondo Citarella, e che “aveva potere d’intervento sull’architetto Cavaliere e sugli assessori Stanzione ed Alfieri”, quest’ultimo definito “il santissimo” in una intercettazione. Citarella, inoltre, avrebbe affermato davanti ai magistrati che il sistema corrotto sarebbe addirittura ancora attivo in Provincia, “poiché ho avuto contatti con piccole imprese che mi hanno confermato che non è cambiato nulla, tutto va avanti come prima”. Non solo, l’ex patron della Nocerina avrebbe affermato che, in alcune licitazioni private, Feola avrebbe dichiarato “decido io chi invitare”. Toccherà ora agli inquirenti accertare la veridicità e la contestualizzazione delle accuse e delle frasi attribuite da Citarella ai vari esponenti politici nominati, i quali, al momento, non risultano indagati né destinatari di alcun provvedimento da parte della procura e dalla Dda di Salerno. Non si esclude che nei faldoni siano finiti anche i nomi di altri politici influenti di vari comuni del Salernitano.



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