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Attualità
Campagna, ricilaggio di denaro verso la Romania: sei arresti
Comunicato Stampa
07 agosto 2012 16:52
Eye
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CAMPAGNA. I carabinieri del Ros, unitamente ai militari del Comando provinciale di Salerno, hanno tratto in arresto 6 persone in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare disposta da g.i.p. del tribunale di Salerno, nonchè diverse perquisizioni, su decreto emesso dalla procura della repubblica del capoluogo. Destinatari dei provvedimenti sono tre componenti di una famiglia di Campagna ed altri tre imprenditori di quell’area, di cui uno abitante stabilmente in Romania, ritenuti responsabili di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro, usura, trasferimento fraudolento di valori ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria. Le indagini, svolte con il coordinamento internazionale dell’ufficio di cooperazione giudiziaria Eurojust dell’Aja, originano da una richiesta di rogatoria internazionale proposta dall’autorità giudiziaria romena, che aveva rilevato consistenti ed anomali trasferimenti di ingenti somme di denaro dalla provincia di Salerno al suddetto paese balcanico da parte di alcuni degli indagati. Le indagini così avviate in Italia hanno permesso di documentare la dedizione dei componenti dell’organizzazione al prestito di danaro a tassi usurari nei confronti di operatori economici in stato di difficoltà questi ultimi, anche a causa del particolare periodo economico congiunturale, si rivolgevano agli indagati per ottenere prestiti, che venivano accordati con l’applicazione di alti tassi di interesse. In talune  circostanze  documentate, gli operatori economici erano poi costretti a chiedere ulteriori prestiti per fronteggiare il pagamento dei soli interessi, con una crescita esponenziale del debito. Il denaro così accumulato dall’organizzazione veniva poi reinvestito nell’acquisto di terreni nella provincia di salerno, ovvero trasferito fraudolentemente all’estero per investirlo nel settore immobiliare. Principale indagato è Liberato Marcantuono di Campagna, che si avvaleva della collaborazione della moglie e della figlia nonchè di Angelo Di Leo, imprenditore nel settore della produzione di calcestruzzo di Postiglione, Albino Lardo e Giovanni Prisco. Il Marcantuono, nel recente passato, è stato già  condannato, con decisione non ancora passata in giudicato, per associazione a delinquere di stampo camorristico, esercizio del gioco d’azzardo attraverso la gestione illegale di video-poker, illecita concorrenza mediante violenza ed altro, in quanto affiliato all’organizzazione camorristica nota come  “clan Serino”. Proprio all’esito delle pregresse vicende giudiziarie che lo avevano visto protagonista, il Marcantuono era stato, tra le altre cose, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale e della confisca dei beni per un valore complessivo di circa sette milioni di euro recentemente divenuta definitiva. Le indagini odierne hanno consentito di sottoporre a sequestro preventivo una serie di beni mobili ed immobili, tra i quali conti correnti, depositi e terreni nella provincia di salerno per un ingente ammontare allo stato non ancora determinabile.



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