CAPACCIO. Attesa nella cittadina dei templi per la decisione dei giudici del Tribunale del Riesame, prevista per oggi, sull’accoglimento della richiesta di revoca delle misure cautelari a cui sono stati sottoposti i due ex comandanti della Forestale di Capaccio, Marta Santoro e suo marito Antonio Petillo (nella foto), accusati di concussione e tentata concussione. I giudici potrebbero anche riservarsi la decisione che, in ogni caso, dovrà essere resa nota entro il 26 ottobre prossimo, data in cui scadono i 10 giorni dalla deposizione degli atti e, quindi, le misure cautelari adottate nei confronti dei due forestali indagati. Nel caso in cui non venisse accolta la richiesta di scarcerazione, la Santoro potrebbe essere trasferita nel penitenziario militare di Peschiera del Garda, l’unico dotato di una sezione femminile per la detenzione di pubblici ufficiali. L’alternativa potrebbero essere gli arresti domiciliari in una delle due abitazioni di proprietà della Santoro, situate nella borgata della Laura a Capaccio e nel comune limitrofo di Giungano. Il pm Maurizio Cardea della Procura di Salerno, titolare dell’inchiesta, ha acquisito le testimonianze di altri imprenditori, tra questi anche titolari di note strutture alberghiere di Capaccio Paestum oggetto di sequestri, che avrebbero riferito di aver consegnato somme di denaro alla Santoro in cambio dell’omissione dei controlli. Un giro di tangenti che da un minimo di 2mila sarebbero arrivate fino a 10.000 euro. Ad incastrare i due sovrintendenti della Forestale ci sarebbero non solo le testimonianze delle vittime ma anche intercettazioni telefoniche e addirittura anche delle immagini. Un apparato accusatorio consistente, che ha portato all’arresto avvenuto, lo scorso 3 ottobre, della Santoro e di suo marito, difesi dagli avvocati Antonello Natale e Domenico Guazzo, in esecuzione di un decreto di fermo emesso dalla procura salernitana, diretta dal procuratore capo Franco Roberti. Il provvedimento fu eseguito alle prime luci dell’alba con l’irruzione dei carabinieri nell’abitazione dei due coniugi, che fu sottoposta a perquisizione, così come le due caserme della Forestale di Capaccio Capoluogo e Foce Sele. Una decina, in totale, le perquisizioni domiciliari effettuate dai militari dell’Arma, che hanno proceduto con il sequestro di tutto il materiale utile all’inchiesta.
L’inchiesta che ha portato all’arresto di Marta Santoro e suo marito Antonio Petillo ha preso il via dopo la denuncia di un imprenditore di Agropoli, titolare di un’attività commerciale, che avrebbe dichiarato di aver ricevuto la richiesta di una somma di denaro dai due forestali. A questa, sono seguite altre denunce, che hanno dato inizio ad una serie articolata di indagini effettuate dai carabinieri e coordinate dalla Procura di Salerno. La dinamica sarebbe stata sempre la stessa: la tangente avrebbe garantito agli imprenditori di non essere sottoposti a controlli dopo l’apposizione dei sigilli e di utilizzare le strutture. Un’indagine della Procura salernitana a 360 gradi, che vede coinvolti un vasto giro di persone, che sono state sentite, a vario titolo, dal pm titolare dell’inchiesta Maurizio Cardea. Tra questi, sembrerebbe anche personale della Forestale di diverse stazioni, così come personale della polizia municipale: i magistrati, al riguardo, mantengono il più stretto riserbo. Si tratta di persone che, in qualche modo, erano legate all’attività svolta dalla Santoro, che ne avrebbe millantato l’amicizia ed operava non solo nel comune di Capaccio, ma anche nei comuni limitrofi come Eboli, Battipaglia e Campagna, che rientrano nella giurisdizione della Forestale di Foce Sele. Si attendono gli sviluppi dell’inchiesta che potrebbe avere ulteriori risvolti anche alla luce di tutte le testimonianze raccolte dagli inquirenti.