CAPACCIO. Dopo la decisione dei giudici del Riesame di confermare la detenzione in carcere per l’ex comandante della Forestale di Foce Sele, Marta Santoro, e gli arresti domiciliari per il marito-collega, Antonio Petillo, emergono nuovi particolari dalle indagini condotte dalla procura di Salerno, diretta dal procuratore capo Franco Roberti, e dai carabinieri del Comando Provinciale, coordinati dal col. Fabrizio Parrulli. Il rigetto, da parte dei giudici, delle richieste di revoca delle misure restrittive a carico dei due sovrintendenti, avanzate dai rispettivi collegi difensivi, avvalora di fatto l’intero quadro accusatorio e, quindi, i reati di concussione tentata, consumata e di millantato credito contestati alla coppia capaccese sulla base delle numerose denunce e prove acquisite agli atti. In particolare, il prosieguo dell’isolamento in cella per la Santoro lascia pensare che, presumibilmente, l’ex “lady di ferro” della Forestale potrebbe ancora, in qualche modo, inquinare o fuorviare le delicate indagini tuttora in corso, innescatesi ad ampio raggio dopo che furono pressoché in quindici, tra militari dell’Arma e pubblici ufficiali, a fare irruzione, all’alba del 3 ottobre scorso, nelle due abitazioni di proprietà della Santoro e Petillo, site nei comuni di Capaccio e Giungano. La signora delle “giacche verdi”, sorpresa nel sonno, era in pigiama così come il marito, ma non avrebbe perso tempo nel chiudersi in bagno per cercare di mettersi in contatto o avvisare qualcuno all’esterno, provando poi a nascondere frettolosamente negli slip quel telefonino sempre acceso, ma lo stesso scoperto dai carabinieri, ricorsi per questo alla perquisizione personale effettuata da pubblici ufficiali donna. Addirittura sarebbero sei gli apparecchi cellulari trovati in casa, sequestrati insieme a poco più di 5mila euro in contanti, numerosi documenti e fogli con appunti scritti a mano, qualcuno anche strappato, tra cui figurerebbero anche nomi di imprenditori, di attività ricettive e numeri di telefono. Materiale ritenuto significativo, minuziosamente al vaglio degli inquirenti insieme ai faldoni sequestrati nelle due stazioni della Forestale, da cui i carabinieri hanno portato via anche una decina di computer ed altro materiale d’ufficio che, a quanto pare, proprio non aveva ragione di trovarsi su quelle scrivanie. Sui nomi degli altri indagati, che sarebbero almeno tre, vige ancora stretto riserbo. Nel novero delle persone coinvolte non figurano familiari dei due arrestati, ma sarebbero invischiati a vario titolo, nella vicenda, anche altri graduati in divisa operanti nella medesima circoscrizione della Santoro, sia della Forestale che di polizia municipale, alcuni dei quali sarebbero stati già interpellati, nonché sottoposti a perquisizioni domiciliari ed al sequestro di materiale informatico e cartaceo ritenuto utile all’inchiesta. Proprio il legame con tali persone, di cui la Santoro avrebbe millantato “l’amicizia importante”, è sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. Non vi sarebbero affatto, invece, imprenditori di Agropoli tra gli oltre trenta che hanno denunciato i due sottufficiali, bensì solo di Capaccio Paestum e di altri comuni ricadenti nella competenza della stazione di Foce Sele, per un presunto giro vorticoso di mazzette, perpetrato per anni, che ammonterebbe ad oltre 120mila euro. Stando alle denunce in mano alla procura, ai controlli serrati della Santoro non sarebbe “scampato” praticamente nessuno: alberghi, ristoranti, campeggi, aziende casearie, palestre, proprietari di sale per cerimonie, capannoni e parcheggi. Perfino nei veicoli della Forestale sarebbe stata utilizzata nafta agricola al posto di quella regolare, per lucrare sui buoni carburante. Tra riscontri incrociati, intercettazioni ambientali, telefoniche e riprese video che gli inquirenti avrebbero effettuato, di sicuro c’è il fatto che nulla sarà lasciato al caso e si preannunciano nuovi risvolti, che potrebbero essere anche clamorosi. Il tutto mentre, all’ombra dei Templi, alla schiera dei garantisti si oppone un conclamato senso di “liberazione”; ai cauti e solidali nei confronti di ‘Marta e Antonio’ si contrappongono gli oppressi da un sentimento di livore e frustrazione accentuato, forse, da quella spocchia che la Santoro ostentava spesso nell’esercizio delle sue funzioni.
PARLA L’AVV. NATALE: “MARTA STA IMPAZZENDO”
“Il comandante Santoro sta impazzendo, è provata e molto giù di morale; da oltre venti giorni è in isolamento a Fuorni, senza poter vedere i familiari né ricevere le cambiate che si convengono ad una donna”. Queste le dichiarazioni rilasciate alla nostra emittente StileTV dall’avv. Antonello Natale, legale difensore, insieme all’avv. Antonio Zecca, dell’ex comandante della Forestale di Foce Sele. “Ricorreremo in Cassazione contro un provvedimento a nostro avviso abnorme che non comprendiamo”, aggiunge Natale, in riferimento al rigetto, da parte dei giudici del Riesame, delle richieste di revoca delle misure cautelari applicate nei confronti della Santoro (carcere) e del marito-collega Antonio Petillo (domiciliari). Santoro che, dunque, resta in cella d'isolamento e che dovrebbe essere trasferita, nelle prossime ore, in un penitenziario adibito alla detenzione di pubblici ufficiali donna del Nord Italia.