CAPACCIO PAESTUM. Presunto scambio elettorale politico mafioso a Capaccio Paestum in occasione delle Amministrative 2019. Anche Roberto Squecco lascia il carcere di Fuorni: al termine di un lungo interrogatorio durato 4 ore, sostenuto giovedì scorso, il gip del Tribunale di Salerno ha concesso gli arresti domiciliari all’imprenditore capaccese pregiudicato, arrestato il 27 marzo scorso nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla DIA di Salerno su delega della DDA della locale Procura. Alla base della decisione dell'autorità giudiziaria anche condizioni di salute precarie dell'indagato, da sabato sera ristretto ai domiciliari in Irpinia, nel comune di Montoro: nel corso dell'interrogatorio, assistito dal legale di fiducia Mario Turi, ha delineato la sua versione dei fatti.

Prima di lui, aveva ottenuto i domiciliari anche il vigile urbano e suo presunto attendente, Antonio Bernardi; all’ex moglie Stefania Nobili e all’ex assessore comunale Maria Rosaria Picariello, invece, sono stati revocati i domiciliari già da diverso tempo. Resta ancora agli arresti domiciliari, infine, l'ex sindaco Franco Alfieri, ai danni del quale Squecco avrebbe ordito un attentato dinamitardo fallito solo per il mancato accordo sul compenso con un gruppo criminale di Baronissi. Al centro del presunto patto corruttivo, l'abbattimento del lido Kennedy sul litorale della Laura, di proprietà dello stesso Squecco.

Squecco, Bernardi e Michele Pecora, dipendente comunale finito ai domiciliari, sono accusati di associazione mafiosa, tentata estorsione e rapina. L’imprenditore capaccese risponde anche di scambio elettorale politico-mafioso con Alfieri e l’ex moglie Stefania Nobili, nonché di aver ordito un attentato dinamitardo, ai danni di Alfieri, in combutta con alcuni pregiudicati di Baronissi.