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Forestale&Mazzette, abbreviato per Petillo. Zecca prende tempo e provoca: "Potrei citare magistrati, cancellieri e..."
Alfonso Stile
22 gennaio 2013 00:20
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CAPACCIO. Sono scaduti i 15 giorni di tempo a disposizione dei legali di Marta Santoro ed Antonio Petillo per decidere la strategia difensiva da adottare dopo il decreto di giudizio immediato, disposto dal gip Renata Sessa del Tribunale di Salerno, in accoglimento della richiesta del pm Maurizio Cardea, titolare dell’inchiesta sul giro di mazzette che ha coinvolto i due ex sottufficiali della Forestale.

Gli avvocati Antonello Natale e Domenico Guazzo hanno protocollato, ieri mattina, presso la cancelleria del gip, la richiesta di giudizio abbreviato per Antonio Petillo, attualmente agli arresti domiciliari, condizionato però all’audizione di due testimoni, ovvero Filippo Gregorio e Marco Imbriaco, relativamente agli episodi che vedono coinvolto l’ex comandante della stazione di Capaccio Capoluogo in concorso con la Santoro. In virtù di ciò, se il giudice riterrà tale integrazione probatoria necessaria ai fini della decisione e del procedimento, disporrà il rito abbreviato: si eviterà il dibattimento ed ogni provvedimento verrà preso in sede di udienza preliminare; in eventuale sentenza di condanna, la pena sarà ridotta di un terzo secco.

Per quanto concerne la posizione di Marta Santoro (tuttora in carcere a Fuorni), invece, l’avv. Antonio Zecca, capo del collegio difensivo, spiega: “Ci siamo consultati molto durante il weekend, ma non abbiamo ancora deciso quale sia la migliore linea difensiva da perseguire in questa fase, mi riservo pertanto di farlo a breve, assumendomi ogni responsabilità riguardo la scadenza dei termini previsti”. Il noto penalista del foro di Salerno, dunque, nell’affilare le armi non si sbottona: infatti, non svela di aver invece protocollato una richiesta di restituzione in termini (che il gip avrebbe accolto) di alcuni elementi di prova (sembrerebbe che si tratti di alcune intercettazioni che la difesa non avrebbe avuto modo di esaminare): una mossa che concede alla difesa una proroga di 8 giorni dei termini previsti e la possibilità di ponderare la strategia da opporre all’accusa, poggiante sul gravissimo quadro messo in piedi dal pm Cardea e sulle stesse rivelazioni della Santoro, che ha ammesso responsabilità in 9 dei 16 episodi per i quali dovrà rispondere di ben 7 reati penali.

In merito ai 52 testimoni che il pubblico ministero ha chiesto di citare in eventuale sede dibattimentale, a partire dalla prima udienza fissata per l’8 febbraio prossimo, Zecca però non si sottrae dal rispondere: “I testimoni non si commentano, si contro-esaminano. Sono convinto che qualcuno abbia reso delle dichiarazioni diciamo ‘frizzanti’ assumendo un atteggiamento giacobino, senza dimenticare che anch’io potrei decidere di citare testi a favore della mia assistita. Chi? Guardi le confido che ho già in mente diversi nomi tra magistrati, cancellieri, forze di polizia, avvocati, docenti universitari e giornalisti, tutte persone che hanno lavorato e conosciuto bene Marta… ma oggi è prematuro parlare di questo perché, le ripeto, sto riflettendo”. Intenzione o provocazione? Certo, al momento, è solo che il collegio difensivo della Santoro (composto anche dall’avv. Antonello Natale e dall’assistente Angela Nigro, entrambi di Capaccio) avrà tempo fino al 30 gennaio per pronunciarsi, salvo colpi di scena o decisioni repentine.

(ESCLUSIVA STILETV)



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