CAPACCIO PAESTUM. Presunti appalti pilotati a Capaccio Paestum (SA). Si è tenuto questa mattina, presso la cittadella giudiziaria di Salerno, l’interrogatorio dell’ing. Carmine Greco (nella foto), indagato nell’ambito della nota inchiesta che ha portato prima in carcere e poi ai domiciliari il sindaco della città dei Templi e presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri, attualmente sospeso dalle proprie funzioni.
Assistito dall’avv. Enrico Tedesco, Greco ha chiesto ed ottenuto di essere ascoltato dal pm inquirente Alessandro Di Vico, presentando una corposa memoria tecnica, di oltre 40 pagine, per respingere tutte le accuse a proprio carico e spiegare nel dettaglio le procedure adottate nelle gare d’appalto finite nel mirino della Procura della Repubblica di Salerno, chiarendo contestualmente i propri rapporti con Alfieri ed il componente di staff Andrea Campanile, nonché il tono di alcune intercettazioni. Al colloquio non ha preso parte il procuratore capo, Giuseppe Borrelli.
In sintesi, secondo le tesi difensive di Greco, la Procura sarebbe incappata in errate interpretazioni tecniche e burocratiche, tant’è che la memoria presentata stamane al pubblico ministero sarà utilizzata come consulenza di parte, in dibattimento, nell’eventuale processo.
Inoltre, il funzionario comunale ha sottolineato di non avere più alcun ruolo, da anni, nell’Ufficio Tecnico, e di aver applicato criteri precisi, in ordine alla territorialità ed ai tempi di esecuzione e consegna dei lavori richiesti nei bandi, nella scelta delle ditte da invitare, asserendo che avevano tutte i requisiti richiesti contrariamente a quanto sostenuto, invece, dall’accusa.
All’esito dell’interrogatorio, durato meno di due ore, l’avv. Tedesco ha preannunciato istanza al gip di revoca o attenuazione della misura cautelare dei domiciliari cui è sottoposto Greco, allegando la memoria dell’indagato come consulenza tecnica di parte.
L'ing. Greco non era stato sottoposto ad interrogatorio di garanzia, subito dopo l’arresto, per comprovati motivi di salute. Intanto, dopo il rigetto del Riesame (le cui motivazioni non sono state ancora comunicate), oltre ad Alfieri e Campanile presenteranno ricorso per Cassazione anche gli altri indagati finiti ai domiciliari, ovvero Elvira Alfieri, Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria della Dervit, per ottenere la revoca o attenuazione delle misure cautelari.
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