SALERNO. La Polizia di Stato di Salerno, nella mattinata odierna, attraverso investigatori della Squadra Mobile, ha eseguito un'ordinanza applicativa della misura cautelare del collocamento in comunità, disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale per i Minorenni di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, nei confronti di S.R. (classe 2008), il quale, sulla base degli elementi probatori acquisiti in fase di indagini preliminari e da sottoporre al vaglio dibattimentale, è ritenuto autore del reato di truffa pluriaggravata commessa ai danni di persona anziana, in concorso con altro soggetto maggiorenne, F.S. (classe 2004), già tratto in arresto, in flagranza di reato, dalla Squadra Mobile. In particolare, dopo che un terzo complice aveva contattato telefonicamente l'anziana signora prospettandole falsamente la necessità di corrispondere urgentemente 14.000 euro, poiché il nipote si trovava in stato di arresto per aver investito una donna, il minore S.R., accompagnato dal citato F.S. (maggiorenne) che attendeva in auto ai piedi dello stabile, si era recato presso l'abitazione della vittima e, qualificandosi falsamente come Carabiniere, si era fatto consegnare la somma di 550 euro in contanti, diversi oggetti in oro e la carta bancomat. Pochi minuti dopo, i due venivano intercettati e fermati a bordo della loro autovettura, da una pattuglia della Squadra Mobile, in prossimità dell'imbocco per l'autostrada A3 verso Napoli. Nell'occasione, il conducente tentava, senza successo, la fuga con una manovra repentina, nella quale un operatore della Polizia di Stato veniva colpito alla mano destra, riportando lesioni. I successivi approfondimenti, condotti anche attraverso l'ascolto della vittima, permettevano di riscontrare l'effettiva connessione tra gli eventi e la corrispondenza tra quanto rinvenuto in auto e sulla persona del minore e l'ammanco dichiarato dalla donna agli operatori. Pertanto, mentre il soggetto maggiorenne veniva tratto in arresto in flagranza di reato, S.R. veniva deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, la quale, tenuto conto della gravità dei fatti e degli evidenti elementi a carico del minorenne, nonché del suo ruolo attivo nella vicenda sopra richiamata, ha richiesto e ottenuto dal G.I.P. l'odierna misura cautelare, ritenuta idonea ad arginare il pericolo di reiterazione di analoghe condotte criminose.
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