Giudiziaria
NUOVA UDIENZA IL 24 APRILE
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Capaccio Paestum, appalti pilotati: nuovo rinvio in attesa delle motivazioni della Cassazione, imputati restano ai domiciliari
Antonio Vuolo
20 marzo 2025 10:27
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CAPACCIO PAESTUM. Si è tenuta stamane, presso la cittadella giudiziaria di Salerno, la seconda udienza del processo per i presunti appalti pilotati a Capaccio Paestum, nel Salernitano: iniziata alle 10:00 e conclusasi alle 10:30, è durata dunque mezz’ora davanti alla seconda Sezione penale del Tribunale di Salerno, in composizione collegiale, presieduta dal giudice Donatella Mancini, chiamata a dirimere la questione inerente la competenza territoriale del procedimento che, eccepita dal collegio difensivo, era stata rimessa al giudice di competenza dalla Suprema Corte di Cassazione nel respingere i ricorsi degli imputati avversi la decisione del Riesame di rigettare la richiesta di revoca o attenuazione delle misure cautelari.

D’intesa con l’intero collegio difensivo, l’avv. Antonello Natale, legale della Dervit, ha chiesto un ulteriore rinvio per attendere le motivazioni della Cassazione, non ancora comunicate, con contestuale sospensione dei termini di custodia cautelare degli imputati, ad oggi ancora tutti agli arresti domiciliari. Alcuni avvocati del collegio difensivo si sono riservati di presentare comunque istanza di attenuazione delle misure cautelari.

Il pm Alessandro Di Vico, nel rimettersi al giudice, ha precisato che ci si trova di fronte ad un processo con detenuti e che le tempistiche sulle motivazioni non sono prevedibili, considerando per questo la possibilità di decidere subito.

Il giudice Mancini ha così aggiornato il procedimento al 24 aprile prossimo, negando però la sospensione delle misure ovvero non concedendo la libertà agli imputati, coinvolti nel primo filone dell’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Salerno, ovvero: l’ex sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri; la sorella Elvira Alfieri, titolare della Alfieri Impianti srl; l’ex componente di staff Andrea Campanile; l'ing. Carmine Greco, rup e funzionario comunale; Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, titolare e procuratore speciale della Dervit. Hanno scelto il rito ordinario, dunque si andrà a dibattimento in un processo che si preannuncia lungo e molto tecnico. 

LE ACCUSE - La Procura contesta i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione, in concorso. Nel mirino, in particolare, un subappalto di 250mila euro affidato dalla Dervit s.p.a. alla Alfieri Impianti s.r.l. nel comune di Battipaglia, presunto compenso alla base di un patto corruttivo per l’aggiudicazione, alla società di Roccadaspide, di altri due appalti della pubblica illuminazione nella città dei Templi, banditi ed organizzati “a tavolino” in modo tale da far vincere proprio la Dervit attraverso una procedura negoziata.

Alfieri risponde anche di falsità ideologica in atto pubblico aggravata, relativamente alla falsa missiva, inviata a sua firma alla Regione Campania, attestante che l’impianto di pubblica illuminazione cittadino fosse gestito direttamente dal Comune, quando invece il servizio era già in capo alla Dervit in virtù di una concessione ventennale.

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