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L’orto, un piccolo passo verso la sostenibilità
Redazione
22 maggio 2025 09:30
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Il verde urbano può essere un potente alleato nella lotta ai cambiamenti climatici. Come affermato da Stefano Mancuso in un'intervista al Corriere.it del 21 novembre 2024, piantare alberi nelle città è una strategia fondamentale per mitigare gli effetti della crisi climatica. Gli alberi assorbono anidride carbonica e rilasciano ossigeno, ma abbassano anche la temperatura locale attraverso l'evapotraspirazione, creando microclimi più freschi che contrastano le isole di calore urbane. Le radici aiutano a trattenere l'acqua piovana, riducendo il rischio di allagamenti durante eventi meteorologici estremi.

Ma se non tutti possono piantare alberi, perché non iniziare dalla coltivazione di un piccolo orto in balcone o terrazzo? Questa pratica, accessibile a molti, offre vantaggi simili su scala ridotta: contribuisce al benessere ambientale e garantisce verdure fresche a km zero. La stagione attuale è ideale per iniziare questa avventura, perché da fine aprile si possono trapiantare all'aperto quasi tutti gli ortaggi estivi. Come avviare concretamente un orto in vaso? Abbiamo posto la domanda a Tullio Fiore, ideatore del Magazine quandosipianta.it, il quale tratta tematiche inerente la coltivazione domestica, il giardinaggio e news dal mondo Green.

"L'agricoltura convenzionale contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra, mentre il cambiamento climatico sta alterando profondamente i cicli di coltivazione tradizionali - spiega Fiore - negli ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni preoccupanti: periodi di siccità prolungata, inverni sempre più miti, gelate tardive improvvise e eventi meteorologici estremi. Durante l'estate 2022, 2023 e 2024, per esempio, molti coltivatori hanno dovuto ombreggiare i pomodori per proteggerli dal caldo eccessivo, una pratica raramente necessaria in passato. L'esperienza diretta di chi coltiva offre una testimonianza concreta dei cambiamenti in atto, suggerendo che pratiche più sostenibili potrebbero fare la differenza. Ovviamente, un singolo orto in terrazzo non risolverà la crisi climatica globale, ma è un passo importante e propensa verso una maggiore consapevolezza ecologica e un rapporto più diretto con i cicli naturali".

Chi è Tullio Fiore e cosa rappresenta il magazine Quando Si Pianta - Tullio Fiore, romano classe 1976, ha trasformato una passione familiare per la terra in un progetto digitale di grande successo. Con un background nell'informatica e un'esperienza professionale come tecnico presso Hewlett Packard, Fiore ha saputo unire perfettamente le competenze tecniche con l'amore per il giardinaggio ereditato dal nonno.

Nel 2020 ha dato vita a "Quando Si Pianta", un magazine online interamente dedicato alla coltivazione sostenibile e al giardinaggio, che in pochissimo tempo è diventato un riferimento nazionale nel settore. La piattaforma, che promuove metodi di coltivazione rispettosi dell'ambiente, ha raggiunto l'impressionante cifra di 3,5 milioni di visitatori unici all'anno e ha generato oltre un miliardo di impressioni, rafforzando la sua presenza su canali autorevoli come Google News, MSN e creando una vivace community su Facebook e LinkedIn. "Quando Si Pianta" offre anche servizi pratici come guide gratuite, consulenze su misura e corsi online, con l'intento di rendere le tecniche del giardinaggio sostenibile alla portata di tutti.

Quali sono le fasi per organizzare un orto sul balcone? - Creare un orto sul proprio balcone è più semplice di quanto si possa immaginare, ma richiede una pianificazione attenta per ottenere buoni risultati. Dalle scelte iniziali alla manutenzione quotidiana, ogni fase del processo contribuisce al successo del progetto. Seguendo alcuni passaggi fondamentali consigliati da Tullio Fiore, anche chi non ha particolare esperienza può trasformare un piccolo spazio urbano in un angolo produttivo e rigenerante. Ecco una guida completa per iniziare questa avventura verde in città.

1. Partiamo con la scelta dei vasi - La scelta dei vasi è il primo passo cruciale. La coltivazione in contenitore presenta sfide specifiche rispetto a quella in piena terra, poiché le piante hanno a disposizione uno spazio limitato per le radici. "I vasi di dimensioni generose garantiscono maggiore autonomia alle piante; al contrario, nei contenitori piccoli il terreno si asciuga rapidamente" spiega Fiore. Una profondità minima di 40 centimetri permette di coltivare praticamente qualsiasi ortaggio, anche quelli più esigenti come le zucche. Per spazi più ridotti, si possono utilizzare cassette da davanzale o strutture verticali, optando per varietà più compatte. Dal punto di vista ambientale, i materiali migliori sono terracotta e legno, o contenitori riciclati. È importante evitare i vasi neri, che assorbono eccessivamente il calore, e predisporre sempre uno strato drenante di ghiaia o argilla espansa sul fondo per prevenire ristagni idrici.

2. Preparare il substrato di coltivazione - Il terriccio è la base per la salute delle piante. "È possibile riutilizzare il substrato delle coltivazioni precedenti, arricchendolo ogni anno con il 20-30% di compost fresco per reintegrare i nutrienti e la sostanza organica" suggerisce Fiore. Fondamentale è applicare la rotazione colturale: mai piantare la stessa specie nello stesso contenitore per due stagioni consecutive, ma alternare diverse famiglie botaniche per mantenere l'equilibrio nutritivo del terreno e ridurre i problemi fitosanitari. In alternativa al riciclo, si può utilizzare un terriccio specifico per ortaggi, preferibilmente privo di torba, la cui estrazione danneggia gli ecosistemi.

3. Quali ortaggi scegliere - La scelta delle piante da coltivare dipende fortemente dal periodo dell'anno. In primavera inoltrata, anche nelle regioni settentrionali, è possibile trapiantare all'aperto sia gli ortaggi primaverili a ciclo breve sia quelli estivi. La varietà è ampia: anguria, diverse tipologie di basilico, biete (particolarmente decorative quelle a coste colorate), broccoli, cavolfiori, cavoli, cetrioli, cicorie, radicchi, legumi, finocchio, lattughe, melanzane (interessanti le varietà bianche o a forma allungata), meloni, peperoni, pomodori, porri, prezzemolo, sedano, verza, zucche e zucchini. Per uno sviluppo sano e una buona fruttificazione, queste piante necessitano di almeno 3-4 ore di sole diretto quotidiano. Le varietà rampicanti come fagioli, pomodori, cetrioli e zucchine richiedono supporti adeguati, facilmente integrabili nei vasi posizionati vicino alle ringhiere.

4. Creare le consociazioni - Combinare diverse varietà nello stesso contenitore è solo esteticamente piacevole, e può risultare benefico per le piante stesse. "Alcune piante, se coltivate insieme, creano sinergie positive: si compensano nell'assorbimento dei nutrienti, si scambiano sostanze utili, ottimizzano lo spazio, si ombreggiano a vicenda e producono sostanze che tengono lontani vari insetti dannosi" spiega Fiore. Tra le combinazioni più efficaci troviamo cipolle con carote, cetrioli accanto al mais, cipolle con finocchio, fragole abbinate a fagiolini o lattuga, melanzane o peperoni con legumi, e zucchine o zucche associate a fagioli rampicanti e mais nelle fioriere più ampie. È utile integrare anche erbe aromatiche come aneto, basilico, melissa, camomilla, rosmarino, salvia, cerfoglio, santoreggia e timo, che offrono protezione naturale contro i parassiti e attirano insetti utili. Attenzione però alle incompatibilità: cavoli e fragole, finocchio con legumi, o piselli con aglio e cipolle non convivono bene, mentre la menta tende a invadere tutto lo spazio disponibile.

5. La fase di trapianto delle piantine nei vasi - In primavera, le piantine di tutte le varietà menzionate sono facilmente reperibili nei vivai. "Nella scelta, è preferibile optare per esemplari ben eretti, con fusto robusto e foglie prive di ingiallimenti o macchie. Piante troppo allungate indicano una permanenza prolungata nel punto vendita, con possibile formazione di radici aggrovigliate" avverte Fiore. Osservare le radici è importante: devono essere bianche e non giallastre o brunastre, segno di buona salute. Il trapianto va effettuato preferibilmente di sera, evitando le ore più calde. La tecnica corretta prevede di estrarre la piantina premendo leggermente sui lati e sul fondo del vasetto, mai tirando dal fusto o dalle foglie. La piantina va posizionata in una buca al livello del terreno, mai troppo in profondità, pressando delicatamente intorno con le dita e irrigando abbondantemente per favorire l'adesione della terra alle radici.

6. Irrigazione - L'acqua è un elemento cruciale per il successo dell'orto in balcone. Per determinare il momento giusto per irrigare, è sufficiente inserire un dito nel terreno per 2-3 centimetri; se risulta asciutto, è ora di intervenire. "È importante bagnare il terreno e non la pianta, preferibilmente la sera o nelle prime ore del mattino, usando acqua a temperatura ambiente" raccomanda Fiore. Questo approccio riduce gli sprechi dovuti all'evaporazione eccessiva, previene scottature fogliari ed evita shock termici agli ortaggi. L'utilizzo di vasi di dimensioni generose permette di ridurre la frequenza delle irrigazioni, poiché volumi maggiori di substrato mantengono più a lungo l'umidità. Arricchire il terreno con ammendanti come compost e humus migliora la capacità di ritenzione idrica. Una pratica particolarmente efficace è la pacciamatura: distribuire uno strato di paglia attorno alle piante protegge il terreno dall'irraggiamento diretto e riduce notevolmente l'evaporazione.

La concimazione - Gli ortaggi sono generalmente piante a crescita rapida con elevate esigenze nutritive, ma eccessi di concimazione possono risultare dannosi quanto le carenze. "L'ideale è utilizzare fin dall'inizio un substrato ben arricchito con fertilizzanti organici che, oltre a fornire gli elementi necessari, migliorano la struttura del terreno" spiega Fiore. Una buona formula consiste nel miscelare terriccio con un terzo di compost o di stallatico maturo. Durante la coltivazione, quando le piante iniziano a fruttificare, si possono impiegare concimi biologici come lo stallatico in pellet o la pollina. Questi prodotti vanno distribuiti in piccole quantità data la loro concentrazione: un cucchiaio raso per pianta, leggermente interrato in superficie, seguito da abbondante irrigazione. Il miglior fertilizzante e ammendante in assoluto è l'humus di lombrico, che non presenta rischi di sovradosaggio e contiene enzimi e microrganismi benefici per l'apparato radicale.

La raccolta - I tempi di raccolta degli ortaggi coltivati in balcone variano considerevolmente a seconda delle varietà, ma generalmente si caratterizzano per cicli più brevi rispetto alla coltivazione in pieno campo. "Le verdure a foglia come lattughe, rucola e spinaci sono tra le più veloci, pronte per essere raccolte già dopo 3-5 settimane dal trapianto" spiega Fiore. "È possibile adottare la tecnica del taglio continuo, prelevando solo le foglie esterne e permettendo alla pianta di continuare a produrre." Per quanto riguarda gli ortaggi da frutto, i tempi si allungano: i pomodorini ciliegini necessitano di circa 60-70 giorni, mentre varietà più grandi possono richiedere fino a 90 giorni; le zucchine iniziano a produrre dopo 45-50 giorni dal trapianto; melanzane e peperoni hanno bisogno di circa 70-80 giorni per offrire i primi frutti. Un aspetto positivo della coltivazione in vaso è la possibilità di controllare quotidianamente lo sviluppo delle piante, intervenendo tempestivamente quando necessario e raccogliendo i prodotti al momento ottimale di maturazione, quando presentano il massimo valore nutritivo e organolettico. Per gli ortaggi a radice come carote e ravanelli, Fiore consiglia di attendere che la parte superiore emerga leggermente dal terreno, segno che hanno raggiunto le dimensioni ideali per essere raccolti.

Cosa consigliamo a chi dispone balconi o terrazzi esposti a Nord? - L'esposizione a Nord, tradizionalmente considerata limitante per il giardinaggio, offre in realtà interessanti opportunità per coltivare specifiche varietà di ortaggi. "Le insalate e in generale le verdure a foglia verde rappresentano una categoria ideale per questi spazi, grazie alla loro naturale resistenza alle condizioni di mezz'ombra" afferma Fiore. Si possono avviare con successo coltivazioni di diverse tipologie di lattuga, come la cappuccina, la romana e la riccia, ma anche rucola, valerianella, spinaci e bietole sia da costa che da taglio. Queste specie non solo tollerano, ma addirittura prediligono la minore esposizione solare e le temperature più fresche, caratteristiche che contribuiscono a esaltare il sapore delle foglie, evitando l'amarezza tipica delle coltivazioni in pieno sole. Anche i cavoli e altre crucifere si adattano perfettamente a queste condizioni: cavolo cappuccio, verza, cavoletti di Bruxelles, cavolo nero, cavolfiore e broccoli crescono rigogliosi anche con poca luce diretta, richiedendo però un terriccio ricco di nutrienti e irrigazioni regolari. Per chi desidera sperimentare con gli ortaggi da radice, carote, rape, radicchi e topinambur rappresentano scelte valide, necessitando rispettivamente di terreno soffice e profondo o vasi sufficientemente ampi per lo sviluppo radicale. In tutti i casi, una concimazione adeguata e innaffiature costanti, specialmente durante la fase di accrescimento, sono fondamentali per ottenere produzioni soddisfacenti anche in condizioni di illuminazione ridotta.

A chi consigliare la terapia verde in balcone - Il giardinaggio in balcone è un'attività produttiva, e una vera e propria pratica terapeutica accessibile a tutti. "La Garden Therapy è un approccio riconosciuto che sfrutta il contatto con la natura per migliorare le condizioni fisiche, psicologiche e sociali delle persone" spiega Fiore. Particolarmente indicata per chi ha subito traumi fisici, questa pratica aiuta a recuperare capacità motorie compromesse in seguito a eventi come incidenti o ictus, attraverso movimenti controllati e ripetitivi. È altrettanto benefica per chi soffre di disturbi che tendono all'isolamento sociale, insegnando indipendenza e favorendo l'interazione in un contesto non giudicante. Gli studi più recenti confermano numerosi vantaggi fisiologici: il contatto con le piante migliora la respirazione, stabilizza la pressione sanguigna e il battito cardiaco, riduce significativamente i livelli di cortisolo (l'ormone dello stress) e perfeziona la coordinazione motoria. Non meno importanti sono i benefici psicologici: fronteggiare gli imprevisti tipici del giardinaggio stimola la capacità di problem solving, mentre vedere crescere un orto rigoglioso grazie al proprio impegno aumenta considerevolmente l'autostima. L'immersione in un'attività che segue ritmi naturali e lenti, caratterizzata da odori e sensazioni tattili uniche, offre un potente antidoto allo stress quotidiano. Il balcone coltivato diventa così uno spazio di rigenerazione personale dove, mentre si contribuisce al benessere ambientale, si coltiva anche il proprio equilibrio interiore.

Per ulteriori approfondimenti e news del settore, puoi consultare: https://quandosipianta.it



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