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Caserta, frode da 17,5 milioni di euro con i bonus edilizi: imprenditore nei guai
Comunicato Stampa
11 agosto 2025 12:17
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CASERTA. All'esito di una complessa attività investigativa condotta, su delega della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Caserta, il gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha dapprima emesso decreto di sequestro preventivo, cd. impeditivo, dei crediti d'imposta illecitamente generati da un imprenditore locale nel settore delle agevolazioni fiscali "Sismabonus" e "Superbonus 110%, per un importo di 17.545.183 euro, e successivamente convalidato il decreto di sequestro preventivo d'urgenza finalizzato alla confisca obbligatoria, diretta e per equivalente, dell'illecito profitto conseguito dallo stesso imprenditore mediante la cessione onerosa (cd. monetizzazione dei crediti fiscali) a terzi di buona fede dei citati crediti, inesistenti, per un importo di circa 1.500.000 di euro.

Il recente provvedimento si inserisce in una più ampia ed articolata indagine che nel solo anno corrente ha permesso di sequestrare ingenti elementi patrimoniali. Gli accertamenti hanno fatto emergere, sebbene nella fase embrionale delle indagini preliminari, l'esistenza da una rete di soggetti, composta da imprenditori edili, professionisti e prestanome facente capo ad un promotore, che ha fatto risultare falsamente la sussistenza dei presupposti richiesti dalla normativa di settore per l'accesso alle cennate agevolazioni fiscali.

Il primo decreto di sequestro ha superato il vaglio della Sezione per il Riesame presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e della Suprema Corte di Cassazione, confermando le ipotesi investigative e permettendo di far rimanere inalterato il vincolo cautelare. L'indagine si inserisce in una più ampia attività condotta da tempo dalla Procura Sammaritana e dalla Guardia di Finanza nel controllo economico del territorio al fine di prevenire e reprimere ogni forma di economia legale.

Ed infatti, particolare attenzione si sta riservando alla materia delle agevolazioni fiscali "Sismabonus" e "Superbonus 110%", attività che ha consentito di disvelare diversi e complessi meccanismi messi in atto sul territorio locale al fine di conseguire illecitamente le relative agevolazioni fiscali. Nelle diverse indagini condotte è stato accertato un danno per l'erario di ingentissimo valore e si è intervenuti bloccando i crediti illeciti nei cassetti fiscali di chi li aveva generati, in modo tale da evitare la cessione in favore di terzi di buona fede. Proprio nel procedimento penale in questione, che ha portato all'esecuzione di recente del sequestro preventivo d'urgenza finalizzato alla confisca obbligatoria del profitto di reato, questo Ufficio ha ipotizzato - in relazione alle compensazioni di tali crediti di imposta, oggetto di cessione onerosa (monetizzazione), effettuate da parte di terzi, ritenuti allo stato di buona fede - a carico del cedente, ossia del soggetto/indagato che li ha generati illecitamente, la fattispecie penale di cui all'art. 48 cp e 10 quater del D.lgs 74/2000, per aver indotto i citati terzi in errore in merito alla lecita sussistenza dei crediti acquistati. È stato altresì ipotizzato a carico dello stesso cedente/indagato il reato di autoriciclaggio art. 648 ter 1 cp per avere trasferito detti crediti, inesistenti, profitto del reato di truffa, in attività economiche di terzi.

L'ipotizzata e innovativa tesi, che ravvisa la fattispecie di cui all'art. 48 cp e 10 quater D. lgs 74/2000, ha consentito di poter disporre, anche nelle forme del sequestro per equivalente, a carico del citato indagato/cedente il vincolo su suoi beni personali per un valore pari alle somme conseguite dalle plurime cessioni (il predetto indagato agiva quale amministratore di fatto delle società convolte nel meccanismo diretto a generare illecitamente i crediti di imposta). È allo stato della legislazione penalistica l'unica fattispecie di reato che consente di recuperare, anche nelle forme del sequestro per equivalente, in caso di cessione a terzi di buona fede di crediti di imposta inesistenti, il profitto conseguito dal soggetto che li ha generati illecitamente cedendoli successivamente a titolo oneroso, in una ottica diretta a ridurre o azzerare il danno per il fisco derivante dalle compensazioni operate dai terzi di buona fede che non possono subire in sede penale, proprio perché di buona fede, alcuna conseguenza sanzionatoria o ripristinatoria.

È doveroso sottolineare che le misure ablatorie sono state disposta nell'ambito della fase delle indagini preliminari e in assenza del contraddittorio che caratterizza la fase processuale e che il Giudice della fase processuale potrà anche ritenere l'assenza di qualsivoglia forma di responsabilità in capo agli indagati.



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