Giudiziaria
ARCANGELO CORRERA
ARCANGELO CORRERA
Napoli, ucciso dal migliore amico: si aggrava la posizione dell'assassino
Redazione
10 settembre 2025 14:23
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NAPOLI. Si aggrava la posizione di Renato Benedetto Caiafa, accusato dell’omicidio del migliore amico, Arcangelo Correra, avvenuto il 9 novembre a Napoli. Entrambi giovanissimo, 18 anni la vittima 20 il suo carnefice, sarebbero finiti in un “triste e spregiudicato gioco, condiviso con tutti i compagni”. Secondo il gip Maria Gabriella Iagulli, che ha emesso un nuovo provvedimento notificato in carcere a Caiafa, l’accusa si deve orientare verso l’omicidio volontario con dolo eventuale. Nell’ordinanza il magistrato sottolinea, grazie alle deduzioni della Squadra Mobile, che quell’arma con il caricatore potenziato era nelle mani di Caiafa da giorni che, quindi, “non poteva non sapere che fosse carica”. Per il giudice non si tratta di una persona “che non aveva mai visto un’arma, che non aveva mai visto un caricatore, che non aveva mai scarrellato e/o armato colpi in canna”, anzi, era “un giovane già avvezzo all’uso delle armi”. Il presunto assassino, che ha sempre sostenuto di avere trovato casualmente la pistola sul pneumatico di una vettura parcheggiata, quell’arma secondo l’accusa l’aveva già mostrata gli amici “per spavalderia” prima del gioco mortale costato la vita al suo amico. L’amico della vittima, scrive ancora il gip, “aveva portato quell’arma con sé la sera del fatto ‘per farsi bello agli occhi degli amici’… la mostrava con orgoglio, per sentirsi più sicuro, per ottenere il rispetto degli amici e, ancora più probabilmente, per farsi notare da altri soggetti di caratura criminale ben più elevata”. Il giudice, sulla base delle conclusioni a cui sono giunti gli inquirenti, contesta l’omicidio volontario con dolo eventuale al ventenne: con quell’arma (carica con 18 colpi, risultata perfettamente funzionante e dotata di un caricatore che ne può 26) non voleva uccidere l’amico fraterno ma gliel’ha comunque puntata alla testa senza averla prima resa innocua, e ha premuto il grilletto visto che per ottenere lo sparo bisogna esercitare una forza pari a 3 chilogrammi e che “quel tipo di forza la si imprime solo se si aziona il meccanismo in maniera volontaria”.



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