Giudiziaria
OMICIDIO A FORCELLA
OMICIDIO A FORCELLA
Napoli, ucciso a coltellate dalla moglie: ombra del movente economico irrompe nell’inchiesta
Comunicato Stampa
11 settembre 2025 11:29
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NAPOLI. 400mila euro e 60 coltellate. Non la difesa per l’ennesima aggressione violenta, ma un movente economico. E’ tutto da ricostruire lo scenario nel quale è maturato l’omicidio di Ciro Rapuano, ucciso dalla moglie, Lucia Salemme, nella notte del 4 settembre nella loro abitazione a Forcella. Nelle indagini, affidate alla Polizia su delega della Procura di Napoli, hanno subito un’accelerazione improvvisa grazie a numerosi post pubblicati dai familiari della vittima sui social network. Si chiede giustizia per il familiare e di verificare il movente, non credendo alle parole della donna. Si ipotizza, in alcune pubblicazioni, la presenza in casa di un tesoretto di 400mila euro, che sarebbe poi sparito dopo il delitto. Detto che i riscontri sui conti correnti familiari non hanno portato a soprese significative, è previsto nelle prossime ore proprio l’interrogatorio degli autori dei post.

E dunque l’inchiesta si allarga in una direzione diversa rispetto a quella della presunta legittima difesa. Su questa ipotesi pesa anche il numero di coltellate inferte alla vittima, 60, molte della quali quando l’uomo era già morto.

Ma su questo farà chiarezza l’autopsia, programmata per la giornata di oggi, al Secondo Policlinico. Ieri il conferimento dell’incarico ai tre periti scelti dalla procura di Napoli (pm Giuliana Giuliano della IV sezione “fasce deboli”, coordinata procuratore aggiunto Raffaello Falcone): si tratta di un medico legale, di un anatomopatologo e di un tossicologo.  L’avvocato Riccardo Marco Pinto, legale di Lucia Salemme, detenuta nel carcere napoletano di Secondigliano con l’accusa di omicidio aggravato, ha nominato come consulente il professore Massimo Esposito.

Su delega della Procura, inoltre, saranno eseguiti anche accertamenti medici sulle ferite di Lucia Salemme, domani, insieme con l’ autopsia. I medici si recheranno nel carcere di Secondigliano, a Napoli, dov’è detenuta la 58enne, per incontrare e raccogliere informazioni sulla natura delle ferite che ha riportato al braccio e alle dita di una mano.



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