Attualità
16 SETTEMBRE
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Salerno, Fp Cgil: "Giustizia rischia collasso, presidio per la stabilizzazione dei precari"
Comunicato Stampa
12 settembre 2025 14:08
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SALERNO. Lo sciopero proclamato dalla FP CGIL nazionale per martedì 16 settembre coinvolgerà anche la provincia di Salerno, dove oltre 400 lavoratrici e lavoratori precari del Ministero della Giustizia, assunti nell’ambito dei progetti PNRR, manifesteranno la propria condizione di incertezza e chiederanno risposte concrete sulla loro stabilizzazione.

A Salerno il presidio si terrà dalle ore 9.30 sotto la Prefettura, con la partecipazione del personale impiegato presso il Tribunale di Salerno, la Corte d’Appello, il Tribunale di Nocera Inferiore e il Tribunale di Vallo della Lucania. Sarà anche l’occasione per consegnare al Prefetto una nota ufficiale, da trasmettere al Governo, con le rivendicazioni del personale precario.

Lo sciopero proclamato su tutto il territorio nazionale dalla Funzione Pubblica CGIL riguarda l’intero personale precario PNRR del Ministero della Giustizia – funzionari UPP, funzionari tecnici, operatori data entry – e nasce dalla richiesta di una stabilizzazione totale, dopo tre anni di iniziative, assemblee, presìdi e mobilitazioni sui territori. È un percorso lungo, che ha l’ambizione di far emergere in modo chiaro lo stato critico in cui versa il sistema giustizia, non solo per la precarietà diffusa, ma anche per la scarsa valorizzazione professionale ed economica del personale di ruolo, per l’emergenza organici e per l’impossibilità di redistribuire adeguatamente i carichi di lavoro.

La stabilizzazione di tutte e tutti i 12.000 precari attualmente in forza all’amministrazione non è solo un atto di equità verso chi in questi anni ha sostenuto e rilanciato il funzionamento degli uffici giudiziari, ma rappresenta anche una condizione strutturale per garantire l’efficacia e la continuità dei risultati ottenuti con i progetti PNRR, in termini di efficientamento, innovazione e riorganizzazione.

Solo attraverso questa stabilizzazione sarà possibile dare nuovo slancio alla contrattazione integrativa nel Ministero, riconoscere il diritto alla carriera per tutto il personale, definire le famiglie professionali e strutturare in modo permanente l’Ufficio per il Processo, che ha dimostrato di essere uno strumento utile, efficace e necessario.

Ad oggi però non risultano stanziate, nei capitoli adeguati del bilancio dello Stato, le risorse straordinarie necessarie a garantire la continuità occupazionale per tutto il personale precario assunto tramite le procedure collegate all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Una condizione inaccettabile, a fronte dello straordinario contributo che oltre dodicimila lavoratrici e lavoratori hanno dato negli ultimi tre anni al miglioramento della giustizia in Italia, dalla riduzione dell’arretrato all’innovazione digitale, dalla semplificazione organizzativa al supporto quotidiano negli uffici giudiziari.

È il momento della responsabilità: senza lavoro stabile, la giustizia non può funzionare e non si possono lasciare nel limbo centinaia di persone che, anche nel nostro territorio, rappresentano una risorsa insostituibile per l’intero sistema.



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