SALERNO. Un comitato “Salviamo la diagnostica” per scongiurare disservizi, discrepanze e perdita di posti di lavori. Un appello che arriva da numerose strutture di analisi cliniche private della provincia di Salerno che chiedono di bloccare “le nuove regole regionali per il calcolo delle premialità di budget”. In mattina una conferenza stampa, al Polo Nautico a Salerno, per spiegare le motivazioni di questa nuova battaglia. All’incontro hanno preso parte la dott.ssa Luisa Padovano – Dirigente di struttura di laboratorio, il dott. Giuseppe Ventre – biologo specialista in analisi cliniche e l’ avvocato Gaetano Francavilla – Legale esperto in diritto sanitario. Il nuovo sistema, introdotto dalla Regione Campania, spiegano dal Comitato, "premia esclusivamente le grandi aggregazioni aziendali, penalizzando ingiustamente i laboratori medio-piccoli, pur perfettamente in regola con tutti i requisiti previsti. Una misura che rischia di: compromettere l'equilibrio dell'intero sistema sanitario regionale; ridurre l'accessibilità ai servizi diagnostici di prossimità; creare nuove disparità territoriali, soprattutto nelle aree interne e periferiche". “Uno dei criteri che contestiamo - spiega il dottore Ventre - è il valore massimo di produzione, che si basa su parametri teorici e potenziali che nulla hanno a che vedere con il reale fabbisogno della popolazione in termini di efficienza, qualità del servizio offerto, centralità del paziente e accessibilità ai servizi. Noi non siamo contrati a un sistema di premialità, siamo contrari ad un modello che sottrae risorse a chi è in regola e le trasferisce a pochi grandi gruppi, tradendo i principi di equità, universalità e prossimità su cui si fonda il Servizio Sanitario Nazionale”. A sostenere questo principio anche la dottoressa Padovano: “Le premialità devono essere finanziate con risorse aggiuntive dedicate appositamente a incentivare buone pratiche o modelli virtuosi. Non si possono togliere fondi a chi oggi ha già budget insufficienti per rispondere alla domanda del territorio. Purtroppo, questa delibera, sembra voler distribuire risorse già scarse, penalizzando ulteriormente le strutture considerate non meritevoli, che spesso sono quelle più radicate nel territorio e più attente all’equilibrio tra quantità e qualità. Inoltre questi criteri di premialità si vogliono applicare al biennio 2023-2024 il che è una scelta discutibile, sotto molti punti di vista. Introdurre criteri premialità ex post cioè con effetto retroattivo significa cambiare le regole del gioco a partita finita. Le strutture sanitarie hanno operato nel 2023 e nel 2024 sulla base di contratti, budget e obiettivi chiari e condivisi. Premiare oggi, con nuovi indicatori solo alcune strutture- che magari inconsapevolmente- hanno superato certi volumi è profondamente scorretto verso chi ha rispettato il budget”.