Giudiziaria
PRIMA UDIENZA A VALLO
PRIMA UDIENZA A VALLO
Processo Alfieri: difesa chiede revoca delle misure cautelari e cita numerosi testimoni
Antonio Vuolo
25 settembre 2025 12:09
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VALLO DELLA LUCANIA. Si è tenuta stamane, presso l’aula “Falcone - Borsellino” del Tribunale di Vallo della Lucania, la prima udienza del processo con giudizio immediato, durata circa 90 minuti, sui presunti appalti manipolati a Capaccio Paestum, che vede imputati l’ex sindaco e presidente della Provincia Franco Alfieri, la sorella Elvira Alfieri, l’ex staffista Andrea Campanile e il funzionario comunale Carmine Greco, insieme a Vittorio De Rosa ed Alfonso D’Auria, già titolare e procuratore speciale della Dervit, tutti presenti in aula. 

Davanti al collegio giudicante presieduto dal magistrato Vincenzo Pellegrino, presidente del Tribunale vallese, dopo la ratifica della costituzione di parte civile del Comune di Capaccio Paestum, il procuratore capo Francesco Rotondo, che ha avocato a sé l’indagine passata dalla Procura di Salerno a quella cilentana, ha subito eccepito la sovrabbondanza dei testimoni preannunciati dai legali dei sei imputati - nel caso dell’ex primo cittadino della Città dei Templi sono ben 31 - precisando che il fascicolo dibattimentale è privo, al momento, di alcuni atti irripetibili eseguiti, che dovranno dunque essere integrati. 

Il collegio difensivo, composto gli avvocati Antonello Natale, Agostino De Caro, Domenicantonio D’Alessandro, Cecchino Cacciatore ed Enrico Tedesco, ha sollevato una serie di eccezioni, tra cui l’utilizzo delle intercettazioni e dei dispositivi informatici sequestrati per una serie di vizi procedurali. 

Sono state poi formalizzate le istanze di revoca delle misure cautelari per Alfieri e De Rosa, attualmente ristretti ai domiciliari, e per D’Auria e Campanile, sottoposti al divieto di dimora insieme a Greco, per il quale l’istanza sarà presentata nel corso della prossima udienza, calendarizzata per il 9 ottobre. Fissate anche le successive date, ovvero il 16 ottobre, 20 novembre e 4 dicembre. 

Presente in aula anche il Comune di Capaccio Paestum, rappresentato dall’avvocato Raffaele Carpinelli, per la costituzione di parte civile con richiesta di risarcimento danni per l’Ente guidato oggi dal sindaco Gaetano Paolino. 

CAPI D'IMPUTAZIONE E REATI - L’accusa cardine dell’intero filone è quella di aver manipolato la procedura negoziata afferente i lavori di “Adeguamento, ampliamento ed efficientamento energetico dell’impianto di pubblica illuminazione comunale - 1° lotto funzionale” indetta dal Comune di Capaccio Paestum ed aggiudicata alla Dervit Spa, in cambio di un subappalto di 230mila euro alla Alfieri Impianti di Torchiara per un’altra gara, a Battipaglia, considerato frutto del patto corruttivo contestato dagli inquirenti.

Alfieri risponde anche di falsità ideologica in atto pubblico aggravata, relativamente alla falsa missiva, inviata a sua firma alla Regione Campania, attestante che l’impianto di pubblica illuminazione cittadino fosse gestito direttamente dal Comune, quando invece il servizio era già in capo alla Dervit in virtù di una concessione ventennale.

I reati contestati sono turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, in concorso. Alfieri risponde anche di falsità ideologica in atto pubblico aggravata, relativamente alla falsa attestazione.

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