BENEVENTO. Dall’inchiesta di Garlasco alla guida del Casinò di Campione d’Italia: è la carriera di Mario Venditti, il magistrato nato a Benevento oggi finito al centro di un’indagine per corruzione, condotta dalla Procura di Brescia, in merito proprio al delitto di Chiara Poggi, uno dei casi giudiziari più noti della cronaca nera italiana. Secondo l’autorità giudiziaria lombarda, il 72enne originario del Sannio, ex procuratore aggiunto di Pavia, avrebbe archiviato la posizione di uno dei principali indagati, Andrea Sempio, in cambio di denaro dai familiari: per questo, stamane sono state perquisite anche le sue abitazioni di Pavia, Genova e Campione, oltre a quelle dei familiari del sospettato e di due ex carabinieri. Gli inquirenti fanno riferimento ad un appunto rinvenuto in casa di Sempio, con la scritta "Venditti/gip archivia x 20-30 euro", interpretato come indizio di un pagamento illecito. A sostegno delle accuse vi sarebbero anche movimentazioni bancarie per oltre 40mila euro e intercettazioni ambientali che alluderebbero a contatti corruttivi.

La parabola di Venditti, dalla toga alla presidenze di un casinò, offre ora un ritratto controverso dell’ex magistrato campano, il cui nome resterà legato per sempre all’omicidio Poggi, avvenuto nell’agosto del 2007: in due diverse occasioni, nel 2017 e nel 2020, chiese e ottenne l’archiviazione di Sempio, vicino di casa di Chiara e sospettato come possibile autore alternativo del delitto. In un’intervista televisiva, Venditti sottolineò la rapidità con cui decise di archiviare, affermando di aver impiegato "21 secondi" per maturare la convinzione. Venditti, tramite il suo legale, respinge ogni addebito e ribadisce di aver sempre agito nel pieno rispetto della legge. Ma la notizia dell'indagine a suo carico per l'assassinio di Chiara ha destato scalpore nel Sannio.