Giudiziaria
OMICIDIO STRADALE
OMICIDIO STRADALE
Capaccio Paestum, investì e uccise turista: imprenditore condannato a 10 mesi
Alfonso Stile
30 settembre 2025 14:06
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CAPACCIO PAESTUM. Investì e uccise una donna sulla litoranea di Pontecagnano: condannato per omicidio stradale a 10 mesi e 20 giorni di reclusione, con pena sospesa, l’imprenditore E.T. di Capaccio Paestum. Contestualmente, il 39enne è stato assolto dal reato di fuga “perché il fatto non costituisce reato”, con la pena accessoria della sospensione della patente per 1 anno. 

A pronunciare la sentenza di primo grado il gup del Tribunale di Salerno, Francesco Guerra, all’esito del giudizio abbreviato, in considerazione dello status di incensurato e dell’assunzione di responsabilità dell’imputato, nonché del fatto che le parti civili sono state risarcite dalla compagnia alla quale aveva denunciato prontamente il sinistro.

La tragedia avvenne la sera del 13 settembre del 2024, lungo la SP75 nei pressi dell’hotel La Isla Bonita (nella foto): la 60enne Cinzia Blasi, originaria di Roma e in vacanza nella zona, stava passeggiando in compagnia del marito quando fu travolta in maniera accidentale dall’auto guidata da E.T., una Volkswagen Tiguan, morendo sul colpo a seguito del terribile impatto frontale. Il conducente capaccese, risultato negativo ad alcol e droga test, non si fermò a prestare soccorso, ma si costituì presso la Stazione dell’Arma di Capaccio Scalo segnalando l’accaduto. Il veicolo, che presentava evidenti segni del sinistro, tra cui capelli, epidermide e lembi del vestito della vittima sulla carrozzeria, fu sequestrato dall'autorità giudiziaria.

Determinante il lavoro difensivo dell’avv. Francesco Raeli, che ha ricostruito la dinamica in modo radicalmente diverso da quanto sostenuto dall’accusa, dimostrando, con puntuale argomentazione tecnica e supporto probatorio, che non vi fu alcuna volontà di fuga: l’imputato, per una disattenzione alla guida, non ebbe modo di avvedersi della presenza della donna sulla carreggiata. 

L’impatto interessò la parte destra del veicolo, zona non visibile dal posto di guida, mentre la vittima venne immediatamente catapultata al di fuori della sede stradale. La combinazione di tali elementi - la mancata percezione della presenza del pedone, la collocazione laterale dell’urto e l’immediatezza dell’impatto consumatosi in una frazione di secondo - ha reso coerente la versione difensiva, secondo cui E.T. aveva creduto di aver urtato contro il guard-rail. Il giudice ha dunque accolto integralmente la ricostruzione della difesa, escludendo la configurabilità del reato di fuga, ragione della scelta del rito abbreviato, e ha pronunciato l’assoluzione su questo capo.



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