AVELLINO. Personale della del N.I.C. della Polizia Penitenziaria - Nucleo Investigativo Regionale per la Campania ha dato esecuzione all'Ordinanza applicativa della misura interdittiva della sospensione cautelare dell'esercizio di un pubblico ufficio o servizio ex art. 289 c.p.p., emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Avellino, su richiesta della locale Procura, nei confronti di un pubblico ufficiale appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Avellino, gravemente indiziato, allo stato delle indagini, in ordine al delitto p. e p. dall'art. 337, 61 c.p., 612, 61 n.10, 11 c.p. e 328 c. 1 c.p. L'attività investigativa iniziava su impulso dello stesso istituto penitenziario avellinese, e poi veniva completata, sotto il coordinamento di questa Procura, dal Nucleo Investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria della Campania. In particolare, il pubblico ufficiale in servizio presso il carcere di Avellino si opponeva a due colleghi che stavano procedendo alla notifica di un rapporto disciplinare nei suoi confronti e, successivamente, intimidiva un ispettore di Polizia Penitenziaria in servizio, rivolgendo loro la minaccia di usargli contro l'arma di ordinanza. Infine, nel corso di un servizio di pattuglia automontata rifiutava di adempiere un atto del suo ufficio, omettendo di procedere al sequestro di un involucro sigillato dal nastro adesivo, rinvenuto nel perimetro dell'istituto penitenziario, verosimilmente contenente sostanza stupefacente. Il complesso degli elementi ricavati dalle attività di investigazione è consistita sia in attività di indagine di tipo tradizionale che da una serie di riscontri documentali all'ipotesi accusatoria. La combinazione degli elementi raccolti ha consentito al G.I.P. di ritenere sussistente la grave piattaforma indiziaria, come descritta dal Pubblico Ministero nella domanda cautelare. L'esito delle indagini testimoniano la perdurante attenzione di questo ufficio di Procura in ordine alla repressione delle attività illecite in carcere, che, nel perseguire questo obiettivo, si avvale dell'esperienza del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria — Nucleo Investigativo Regionale per la Campania in stretta sinergia con i reparti di Polizia Penitenziaria del territorio. Le contestazioni sono, allo stato, provvisorie e la colpevolezza delle persone indagate sarà accertata solo all'esito del giudizio definitivo.