PAUPISI. Ha confessato tutto Salvatore Ocone, il 58enne operaio agricolo di Paupisi accusato di aver ucciso la moglie Elisabetta Polcino, 49 anni, e il figlio Cosimo, 16 anni, oltre ad aver ferito gravemente la figlia di 17. L’uomo ha ammesso le proprie responsabilità durante l’interrogatorio avvenuto nella notte davanti al procuratore di Benevento Gianfranco Scarfò, dopo essere stato rintracciato ieri sera nelle campagne di Ferrazzano, in provincia di Campobasso. Ocone è stato trasferito nel carcere di Campobasso con l’accusa di duplice omicidio aggravato, tentato omicidio e sequestro di persona.

La tragedia è iniziata nella mattinata di ieri, quando la suocera della vittima ha rinvenuto il corpo esanime della 49enne sul letto: a colpirla con una pietra è stato il marito, che poi si è allontanato a bordo della sua Opel Mokka portando con sé i due figli adolescenti. Da quel momento è scattata una vasta caccia all’uomo, terminata in serata a circa 70 km dalla villetta di contrada Frasso: all’interno del veicolo i carabinieri hanno trovato i due ragazzi, uno dei quali purtroppo già senza vita. La figlia è stata trasportata in condizioni gravissime all’ospedale Neuromed di Pozzili (Isernia).

Secondo le prime ricostruzioni, Ocone avrebbe aggredito i figli subito dopo aver ucciso la moglie, probabilmente attirati nella stanza dalle urla della madre. Al momento è esclusa l’ipotesi che l’aggressione sia avvenuta durante la fuga verso Ferrazzano.

Resta da chiarire il movente. L’uomo, che in passato avrebbe sofferto di depressione, avrebbe riferito durante l’interrogatorio che la moglie era “troppo autoritaria” e che tra loro c’erano da tempo tensioni. La comunità di Paupisi, sconvolta dall’accaduto, si ritroverà oggi nella chiesa Santa Maria del Bosco per un momento di preghiera in memoria delle vittime e di vicinanza alla ragazza ricoverata. Intanto è rientrato in paese anche il terzo figlio, maggiorenne e fuori regione per lavoro.