Giudiziaria
TERZO FILONE D'INDAGINE
TERZO FILONE D'INDAGINE
Capaccio Paestum, multe annullate dalla Polizia Municipale: altri 62 indagati
Alfonso Stile
01 ottobre 2025 23:49
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta sulle multe annullate dal Comando della polizia municipale di Capaccio Paestum, nel Salernitano. Si aggiunge, infatti, un terzo filone all’indagine condotta dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Eboli su delega della Procura della Repubblica di Salerno: altre 62 le persone destinatarie di un avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del sostituto procuratore Alessandro Di Vico, in via di notificazione. Per tutti, l’accusa è sempre quella di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici aggravata, in concorso.

Tra gli indagati figurano due ex consiglieri comunali, due vigili urbani, un magistrato nonché imprenditori e parenti vari: per la Procura salernitana, in qualità di istigatori avrebbero concorso a formare falsi atti di annullamento d’ufficio di sanzioni al Codice della Strada, tutti redatti materialmente dall’ex comandante Sofia Strafella, per il quale si procede separatamente. 

Dopo quella che ricomprende 19 indagati (tra cui l’ex sindaco Franco Alfieri) per le multe annullate dall’ex comandante Natale Carotenuto, si tratta dunque della seconda 'costola' dell’indagine principale sulle multe annullate nella città dei Templi del maggio 2025, che, oltre a Carotenuto e Strafella, vede indagati l’impiegato dell’ufficio verbali Giovanni Matonte e il vigile urbano Andrea Marciano, accusati invece di falsità ideologica e materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, frode ed accesso abusivo a sistema informatico, in forma aggravata e in concorso. Si tratta dell'inchiesta "madre" da cui è poi scaturita quella per corruzione e turbata libertà degli incanti che ha portato a processo lo stesso Alfieri e altri 5 imputati.

Le multe del terzo filone in questione, elevate negli anni dal 2019 al 2022, sono in tutto 62 e vanno dai 42 ai 183 euro: secondo gli inquirenti, gli atti di annullo in autotutela sarebbero smentiti dalla presenza di fotogrammi a riscontro delle violazioni contestate, con conseguente danno alle casse comunali per il mancato incasso delle stesse.

Gli indagati avranno ora 20 giorni di tempo per presentare memorie difensive a propria discolpa o farsi interrogare dal pm inquirente, il quale valuterà, poi, se chiedere al gup il rinvio a giudizio o l’archiviazione per ciascuna posizione. Per tutti gli indagati vige la presunzione d’innocenza fino ad eventuale sentenza definitiva e irrevocabile.

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