NAPOLI. A Stile TV nel corso della trasmissione “Salite sulla giostra” di Raffaele Auriemma è intervenuto Nando Coppola, ex giocatore, allenato da Conte:
“Lo scorso anno Conte ha gettato le basi per quest’anno. Vedo un’impronta Contiana nella mentalità del Napoli, in quella presunzione che ricordo ci diceva di avere quando era il mio allenatore. Una presunzione sana e consapevole. Il Napoli sta lavorando su questo aspetto: andare in campo e giocare con la mentalità giusta. Come mentalità, si vede tutto il lavoro di Conte. La mancanza di giocatori chiave nei vari reparti è sempre complicata, il Napoli deve trovare la quadra in questo. C’è bisogno di mettere gli uomini giusti nel posto giusto. Serve avere a disposizione il miglior Buongiorno ad esempio e speriamo che Rrahmani rientri al più presto perchè in questo reparto il Napoli lo scorso anno ha costruito il suo scudetto e più continuità c’è, meglio è. Ad oggi, il portiere che è il ruolo più dibattuto, il Napoli lo sta gestendo benissimo perchè Meret e Milinkovic-Savic si stanno dividendo bene le partite. C’è da registrare sicuramente qualcosa, ma quello lo si fa con la continuità che ad oggi il Napoli per vari motivi non ha avuto. Appartengo alla vecchia scuola, quella delle gerarchie, ma mi rendo conto che oggi le tensioni ed i ritmi sono aumentati, anche lo stress è cambiato per cui anche il portiere ha bisogno di recuperare energie. Con la giusta fiducia e considerazione si può superare l’alternanza, ma il non sapere se gioca uno o l’altro non è sicuramente bello. Detto questo, Meret e Milinkovic-Savic stanno rispondendo bene e questo giova al Napoli e a tutto l’ambiente. Sono molto legato a quel Napoli-Savoia che finì 1-1. C’era un’area da derby tra amicizie, conoscenze e vissute con equilibrio. Al di là della parata, ricordo che Novellino a fine partita ci radunò e disse a tutto il gruppo: oggi ringraziate il portiere, perchè lui così mi chiamava, il portiere, perchè ci ha salvati. Novellino ha rappresentato per me la consacrazione perchè giocare a Napoli da napoletano giovanissimo e vincere il campionato ti resta nel cuore. Zeman invece si è espresso all’epoca nel farmi rimanere a Napoli, io però ho sbagliato perchè ho pensato di poter gestire la situazione facilmente. Chi ha rotto l’incantesimo è stato Corbelli perchè io mai avrei pensato di andare via da Napoli, per me esisteva solo Napoli. Alla fine Zeman mi ha sempre difeso nonostante i tanti nomi che venivano fuori per sostituirmi”.