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LA MAGNA GRAECIA
LA MAGNA GRAECIA
Museo Archeologico di Paestum, tornano a casa oltre 1400 monete
Comunicato Stampa
06 ottobre 2025 17:53
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CAPACCIO PAESTUM. Un trasferimento atteso da tempo e carico di significati storici: la prestigiosa Collezione numismatica Sallusto, composta da oltre 1400 monete in bronzo e argento di epoca greca e romana, è ufficialmente entrata a far parte del patrimonio del Museo Archeologico Nazionale di Paestum, grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino, il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Salerno e i Parchi archeologici di Paestum e Velia. Un vero e proprio tesoro, per decenni custodito nei depositi della Soprintendenza a Salerno, torna oggi nei luoghi da cui proviene, arricchendo l’offerta museale di uno dei siti archeologici più visitati d’Italia e restituendo nuova linfa alla ricerca scientifica. Complessivamente, la collezione Sallusto, che conta 1417 monete, di cui 1299 esemplari coniati nelle antiche zecche di Poseidonia-Paestum e Velia, è considerata dagli studiosi una risorsa utile per comprendere le dinamiche economiche, politiche e culturali della Magna Grecia. Già presentata alla comunità scientifica nel 1971, fu protagonista di una piccola ma significativa esposizione allestita a Napoli durante il III Convegno del Centro Internazionale di Studi Numismatici, dedicato alla monetazione in bronzo di Poseidonia-Paestum. Il trasferimento è avvenuto grazie all’intesa tra la Soprintendenza, diretta dal Soprintendente Raffaella Bonaudo, e i Parchi archeologici di Paestum e Velia, sotto la Direzione di Tiziana D’Angelo, con il coordinamento scientifico del funzionario archeologo responsabile del catalogo e dell’inventario dei Parchi, Teresa Marino.

“Il trasferimento di questa parte della Collezione Sallusto ancora nella disponibilità della Soprintendenza ha rappresentato nei fatti una importante azione di tutela, oltre che di “razionalizzazione” del patrimonio per la valorizzazione e la fruizione pubblica – dichiara Raffaella Bonaudo, Soprintendente ABAP per le province di Salerno e Avellino – Lo smembramento di una collezione è, infatti, un’operazione insensata, che rischia di compromettere anche le più lontane possibilità di recuperare informazioni articolate sul passato, ricostruendo le dinamiche e le motivazioni che hanno determinato la formazione della collezione stessa. L’intesa istituzionale con i Parchi di Paestum e Velia e con la cattedra di numismatica dell’Università di Salerno ha avuto immediatamente lo scopo di contribuire a strutturare il racconto della memoria anche attraverso lo studio di quel particolare oggetto che è la moneta, oggetto di per sé destinato a circolare e a veicolare messaggi, tanto nel mondo antico quanto, attraverso una valorizzazione consapevole, ai nostri giorni”.

“L’arrivo della Collezione Sallusto al Museo Archeologico Nazionale di Paestum, frutto di una proficua collaborazione con la Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino e l’Università degli Studi di Salerno, rappresenta un momento fondamentale per la storia dei nostri Parchi – afferma il Direttore dei Parchi, Tiziana D’Angelo – Non solo restituiamo a questo territorio testimonianze numismatiche di eccezionale valore, ma le mettiamo al centro di un progetto di ricerca e di valorizzazione capace di raccontare la vita economica e sociale della Magna Grecia. Ogni moneta porta con sé la memoria di scambi, commerci e identità: custodirle qui significa dare voce, in modo diretto e tangibile, alla storia delle comunità che hanno abitato Paestum e Velia. È un tassello che arricchisce il percorso espositivo del museo e rafforza la nostra missione di coniugare tutela, ricerca e divulgazione, con lo sguardo rivolto tanto alla comunità scientifica quanto al grande pubblico dei visitatori.”

A contribuire in modo decisivo alla valorizzazione della collezione è stata anche l’Università degli Studi di Salerno, con il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale, che da anni porta avanti ricerche approfondite sul materiale grazie a un’équipe di numismatici guidata da Federico Carbone.

“La Collezione Sallusto rappresenta un patrimonio di primaria importanza per la ricerca scientifica sulle produzioni monetali delle zecche di Paestum e Velia – dichiara Federico Carbone, ricercatore di Numismatica dell’Università degli Studi di Salerno – con oltre mille esemplari in ottimo stato di conservazione, lo studio di questi materiali ha permesso di ampliare le conoscenze sull’articolazione della produzione monetale locale e sui sistemi produttivi, offrendo agli studiosi un punto di riferimento fondamentale per analizzare i processi di coniazione e di circolazione di moneta in questi due centri. Questo straordinario corpus è stato finora una risorsa imprescindibile per le attività di formazione e ricerca dell’équipe di numismatici dell’Università di Salerno e rappresenta uno strumento fondamentale per le future indagini, sviluppate anche grazie a un protocollo d’intesa tra il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale (referenti prof. Renata Cantilena e prof. Federico Carbone) e i Parchi archeologici di Paestum e Velia (referenti i funzionari archeologi Teresa Marino e Francesco Uliano Scelza)”.

Nel dettaglio, la collezione è composta da due nuclei: il primo gruppo, donato nel 1974 dagli eredi del medico collezionista Federico Sallusto – con atto sottoscritto dall’allora Soprintendente Mario Napoli – ha una provenienza certa dall’area di Paestum e testimonia le attestazioni monetali locali, soprattutto attraverso esemplari in bronzo delle zecche di Paestum, Velia e altre più distanti; il secondo nucleo, acquistato dallo Stato nel 1984, è privo di dati di contesto, ma arricchisce ulteriormente la varietà e la profondità del corpus con l’aggiunta di esemplari in ottimo stato di conservazione.

Ora, sotto la tutela dei Parchi, le monete saranno oggetto di attività di studio, catalogazione, conservazione e restauro, oltre a essere inserite in un innovativo percorso espositivo che vedrà la luce nelle nuove sale del museo, di prossima apertura.

Un ritorno simbolico e sostanziale “a casa”, che segna un nuovo capitolo nella narrazione archeologica del territorio e potenzia la vocazione scientifica e divulgativa del Museo di Paestum.



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