Giudiziaria
LA SENTENZA
LA SENTENZA
Piana del Sele-Cilento, spaccio di droga: prescrizione per 21 imputati dopo 10 anni
Alfonso Stile
08 ottobre 2025 18:07
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PIANA DEL SELE. Si chiude con una sentenza di non luogo a procedere, per intervenuta prescrizione, una delle indagini antidroga più complesse condotte dalla DDA di Salerno, relativa all’attività di un presunto sodalizio dedito allo spaccio di stupefacenti attivo tra il 2002 e il 2007 nella Piana del Sele, che aveva basi operative in due club a luci rosse di Eboli e Battipaglia e in un bar di Capaccio Paestum. 

A quasi 10 anni di distanza dal rinvio a giudizio, avvenuto nel febbraio del 2016, il collegio del Tribunale di Salerno, presieduto dal dott. Domenico Diograzia, ha pronunciato, stamane, la declaratoria di improcedibilità (ai sensi dell’art. 129 c.p.p.), dopo aver accolto la richiesta del pm di riqualificare i reati nelle ipotesi di lieve entità (previste dagli artt. 73, comma 5, e 74, comma 6, del D.P.R. 309/1990).

Secondo il collegio giudicante, l’attività contestata agli imputati si sarebbe limitata ad episodi di piccolo spaccio, con quantitativi modesti e risorse economiche ridotte, non tali da integrare l’associazione finalizzata al traffico su larga scala. Alla luce di questa qualificazione, il termine massimo di prescrizione è stato rideterminato in 7 anni e 6 mesi, ampiamente superato anche considerando le sospensioni maturate nel corso del processo. I giudici hanno inoltre escluso le recidive contestate, ritenendo che i precedenti penali non dimostrassero una maggiore pericolosità. 

La sentenza ha riguardato complessivamente 21 dei 63 imputati, la cui posizione è stata stralciata, ovvero: Andrea Balzano, Davide Carratù, Claudio Quaglia e Marcello Maiorano di Eboli (Sa); Vincenzo Grattacaso di Battipaglia (Sa); Ferdinando Grazioso, Alessandro Romano, Raffaele Ignarro e Giuseppe Paolino di Agropoli (Sa); Damiano Merola, Fabio Merola, Franco Salvatore Merola, Marco D’Ambrosi, Carlo Brozzesi, Gianluca Sabetta e Alfonso Alfano di Capaccio Paestum (Sa); Domenico Volpe di Vallo della Lucania (Sa); Vincenzo Cimmino di Scafati (Sa); Luigi Izzo di Boscoreale (Na); Davide Foria di Torre del Greco (Na), Pasquale Giordano di Napoli.

Nel collegio difensivo degli imputati, gli avvocati Francesco Raeli, Carmine Sparano, Vincenzo Di Donato, Antonio Capone, Gaetano Lanzara, Mariarosaria Romano, Salvatore Memoli, Luigi De Martino, Nicola Nese, Antonio D’Ambrosio, Gennaro Colella e Raffaele Merola.

L’INDAGINE – Furono in tutto 63 gli indagati coinvolti nell’inchiesta condotta dalla Dda di Salerno per spaccio di droga, racket, usura e prostituzione nella Piana del Sele. Nei guai finirono vertici, fiancheggiatori ed una fitta rete di pusher riconducibili ad un’organizzazione criminale che aveva base in due club a luci rosse di Eboli e Battipaglia, e in un bar di Capaccio Paestum. Secondo gli inquirenti, il sodalizio, oltre alla vendita delle sostanze stupefacenti, alimentava gli affari con lo sfruttamento di ‘lucciole’ provenienti dall’Est Europa per attirare clienti ed abbinare spettacoli e prestazioni hard allo smercio della droga, con la complicità dei gestori dei locali. 

Le rivelazioni di un imprenditore capaccese, finito nella morsa degli strozzini e costretto a fuggire per timore degli usurai, consentirono alla DDA di scoprire anche diversi episodi di usura all’ombra dei Templi: tra i più rilevanti quelli di un ingegnere informatico capaccese, che si era rivolto alla banda per ottenere il rientro di perdite economiche legate ad una truffa in cambio di 15mila euro pagati in più tranche, e di un distributore di alimentari di Bellizzi, costretto a cedere tutto per pagare i debiti.

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