Cronaca
INDAGINE DELLA DDA
INDAGINE DELLA DDA
Salerno, usura ed estorsione a due giovani conciari irpini: blitz della DIA, 16 fermi
Comunicato Stampa
22 ottobre 2025 08:22
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  1994

SALERNO. Nella mattinata odierna, nelle province di Salerno, Napoli, Avellino e Potenza, la Sezione Operativa della Direzione Investigativa Antimafia di Salerno ha dato esecuzione ad un decreto di fermo di persona indiziata di delitto, emesso dalla DDA della locale Procura della Repubblica, a carico di 16 soggetti i quali, a vario titolo, sono ritenuti responsabili dei delitti di usura ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. L'attività d'indagine, che ha avuto inizio nel mese di luglio 2025, ha consentito di disvelare l'esistenza di un'articolata rete criminale composta da soggetti intranei e/o contigui a tre sodalizi camorristici, operanti nelle province di Salerno, Avellino e Napoli. Questi ultimi, avvalendosi del metodo mafioso, hanno estorto alle parti offese - due giovani imprenditori conciari dell'Avellinese in gravi difficoltà economiche - ingenti somme di denaro, profitto di prestiti usurari precedentemente concessi.

In totale, per l'esecuzione dei predetti provvedimenti cautelari, sono stati impiegati 120 operatori (tra i quali 4 unità piloti-droni dell'Ufficio Supporto Indagini Tecniche della DIA). In supporto alla DIA, per la sola fase esecutiva, sono stati impiegati agenti appartenenti alle Questure di Avellino e Salerno, militari dei Comandi Provinciali Carabinieri di Napoli, Salerno, Avellino e Potenza e dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Avellino e di Salerno. Conseguentemente, sono state attivate le Procure di Avellino, Nocera Inferiore, Torre Annunziata e Potenza per le successive richieste di convalida ai competenti Uffici GIP.

Il provvedimento d'urgenza si è reso necessario, oltre che per interrompere le attività delittuose in contestazione, tutt'ora in corso, anche scongiurare pericoli per l'incolumità delle parti offese, fatte oggetto, nel corso delle ultime settimane, di sempre più incessanti richieste di pagamento con esplicite minacce per la propria incolumità personale.

Il provvedimento eseguito non comporta alcun giudizio di responsabilità definitivo, essendo sottoposto al vaglio dei giudici competenti nelle fasi ulteriori del procedimento penale e comunque è sempre impugnabile dinanzi al Tribunale del Riesame.



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