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DEBUTTO IN EUROLEGA
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Basket, dallo Zauli alle Scarpette Rosse: battipagliese Peppe Poeta capo allenatore dell'Olimpia Milano
Carmelo Prestisimone
25 novembre 2025 12:46
Eye
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MILANO. Ci arriva dopo un siciliano come Ettore Messina alla cloche di uno dei team più titolati in Italia, l’Olimpia Milano. Solo il nome trasferisce rispetto e qualità anche per il governo di Giorgio Armani, un italiano illuminato. Peppe Poeta da Battipaglia 40 anni anticipa i tempi: il contratto di 3 anni firmato la scorsa estate avrebbe previsto lo sbarco da capoallenatore tra le scarpette rosse solo nel 2026. Invece le dimissioni di Messina hanno velocizzato la sua ascesa. Mille codici, le policy da creare e i paletti da stabilire; se non altro con un attimo di sosta almeno per il campionato italiano. Domani dirigerà l’EA7 in campo a Belgrado contro il Maccabi di Tel Aviv per la sfida di Eurolega. Sarà l’allenatore nel 90simo anno di vita del club milanese. Ci arriva con la formidabile passione cresciuta tra il PalaZauli e Matierno, Battipaglia e Salerno le sue culle. Andrea Capobianco, tecnico napomolisano, il suo mentore. Poi la grande carriera in serie A da playmaker con i 4 anni di Teramo, la Virtus, il blitz nella Liga spagnola, Trento, Torino con la vittoria della Coppa Italia, Reggio Emilia e Cremona fino a 3 anni fa. Un triennio da assistente nell’Italbasket con Gianmarco Pozzecco, 2 anni con Messina da vice a Milano poi lo switch a Brescia da capo con una finale scudetto conquistata prima della rentrée a Milano al fianco di Ettore. Disponibile sempre, serio, divertente e divertito anche quando viene stuzzicato a Napoli, nella sua regione, non rabbuiandosi ma rispondendo con un sorriso sereno. “Ama le persone” ha detto a “Canestro” il papà Franco. Un caro amico, che per l’affetto definisce cugino, Daniele Serrelli, lo ha incoraggiato sul parquet quando era solo un bimbo e voleva sfidare Cedric Toney, asso dei Knicks e Cavaliers, nel 92 sui legni dello Zauli. E oggi Peppe porta con sé tra i Navigli e il Duomo quel sincero sentimento di devozione verso la palla a spicchi che gli ha permesso di entrare nel cuore di tutti. Se Salerno non ha mai avuto una squadra di basket tra A e A2 oggi si deve fregiare col suo comprensorio di avere il miglior allenatore campano di pallacanestro all time, un tecnico di calibro internazionale che ha mantenuto lo spirito e l’atteggiamento della sana provincia, non quella addormentata raccontata da Michele Prisco, ma quella sveglia, dinamica, brillante e competente. Forza Peppe orgoglio del Sud e della Piana del Sele!



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