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Napoli, cinque anni senza Maradona: tutte le iniziative ed il ricordo del manager storico Ceci
Carlo Gioia
25 novembre 2025 13:33
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NAPOLI. Esattamente cinque anni fa, il mondo del calcio e non solo si fermava. Diego Armando Maradona ci lasciava all'età di 60 anni per un arresto cardio respiratorio nella sua villa di Tigre, alle porte di Buenos Aires. Sportivamente, Maradona resta il punto più alto mai raggiunto da un calciatore. Nel Mondiale del 1986 da solo porta l’Argentina in finale e la vince. Nei sette anni a Napoli é riuscito trasformare una squadra di metà classifica nel club più forte d’Italia. Due scudetti (1987 e 1990), una Coppa UEFA (1989), una Coppa Italia, una Supercoppa. Il Napoli, tra l’altro, non aveva mai vinto nulla prima di lui e, dopo di lui, ha aspettato 33 anni per tornare campione (2023).

Oggi, 25 novembre 2025, ai Quartieri Spagnoli ci saranno diverse iniziative. L'avvocato Angelo Pisani, presidente della Fondazione 10, ha organizzato un programma fitto di eventi. La giornata inizia alle 15:30 nel "Tempio di Maradona", il locale ai piedi del murales che custodisce cimeli sacri come maglie storiche, palloni autografati e una statua del campione. Alle 17, si prosegue, con un corteo in preghiera, che parte dal murales, snodandosi tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli verso la vicina "Pizzoteca azzurra". La serata culmina con l'evento "Diez Natalis" sempre alla Pizzoteca azzurra.

Stefano Ceci, manager storico e amico del fuoriclasse argentino, ha ricordato così Diego nel corso del format Salite Sulla Giostra in onda sulla nostra emittente: “Sono andato a fare una composizione di fiori per Diego per omaggiarlo in questa giornata particolare. I bambini che non lo hanno visto parlano di Maradona perché è stato, è e sarà. Torno indietro di 27 anni fa dove in un’intervista Cantona disse che se nella musica si parla di Mozart nel calcio si parlerà sempre di Maradona. Qui a Napoli è un’amore impensabile in altre città, anche con la stessa Buenos Aires. L’amore con Napoli sarà infinito perché Maradona era uno di noi, un napoletano in più. La frase sulla statua che c’è negli spogliatoi ‘anche io sono napoletano’ mi disse Diego di metterla. Maradona ci ha levato i paccheri da faccia. È stato il condottiero. Si continua ad amare una persona che ha dato tanto. Io ho vissuto sia Diego uomo che Maradona calciatore. Una persona spettacolare, un’intelligenza velocissima e poi sapeva tutto. Nel 1986 Maradona venne premiato come miglior calciatore del campionato italiano e premiato da Pelé. C’era una rivalità molto importante tra loro due. Pelè doveva premiarlo e doveva “lasciare lo scettro” a Maradona. Pelè dice ‘io ti premio come miglior giocatore del Mondo e ti lascio lo scettro’ e Maradona tira dal cilindro e dice che questo premio non lo può accettare perché il numero 1 al Mondo sei tu. Pelé quindi si tiene il trofeo. Tutti applausi a Diego. Quando è finita la cerimonia e gli abbiamo chiesto perché gli ha ridato il premio lui ha risposto perché a casa adesso ha il premio con scritto Diego Armando Maradona miglior calciatore del Mondo”.



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