Giudiziaria
RESPINTO RICORSO DI FASOLINO
RESPINTO RICORSO DI FASOLINO
Capaccio Paestum, immobili comunali alla parrocchia di San Vito: donazione legittima, Cds pone fine alla querelle
Alfonso Stile
26 novembre 2025 10:46
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CAPACCIO PAESTUM. Il Consiglio di Stato ha messo la parola fine alla lunga vicenda giudiziaria che, dal 2018, riguarda il trasferimento alla Parrocchia di San Vito Martire di alcuni immobili e aree comunali situati a Capaccio Paestum, tra cui la chiesa di San Vito, la canonica e l’area verde del parco urbano 'La Collinetta'.

La sentenza, pubblicata dalla Settima Sezione, nasce dall’appello presentato da un cittadino residente vicino al parco, l'ex sindaco e senatore Gaetano Fasolino, che aveva impugnato le delibere con cui il Comune aveva deciso prima di avviare il procedimento e poi di trasferire i beni alla Parrocchia, attraverso una donazione modale e un diritto di superficie di 99 anni, innescando una velenosa querelle.

In primo grado, il TAR Salerno aveva dichiarato il ricorso inammissibile per carenza di interesse. Il Consiglio di Stato, invece, ha scelto di esaminare direttamente il merito della vicenda, applicando il principio della “ragione più liquida”. Nel valutare gli atti del Comune, i giudici hanno stabilito che la scelta dell’Amministrazione è pienamente legittima. Secondo la sentenza, infatti, la donazione alla Parrocchia è supportata da un interesse pubblico concreto, in quanto: viene garantita la destinazione di culto della chiesa; si consente una migliore fruizione e gestione delle aree verdi circostanti; si trasferiscono in capo alla Parrocchia gli oneri di manutenzione, custodia e valorizzazione, con un risparmio economico per il Comune; si favoriscono attività religiose, sociali e ricreative aperte alla collettività, in linea con il principio di sussidiarietà orizzontale previsto dalla Costituzione.

Il Consiglio di Stato ha anche chiarito che un Comune può adottare atti di liberalità, come la donazione modale, quando questi servono a perseguire un interesse pubblico rilevante. E nel caso di Capaccio Paestum, sottolineano i giudici, "la motivazione degli atti è adeguata e non presenta vizi né illogicità".

Respinte quindi tutte le censure dell’appellante, dalla presunta incompatibilità urbanistica degli interventi alla presunta assenza di istruttoria, fino alle contestazioni sulla procedura seguita dal Consiglio comunale. In conclusione, il Consiglio di Stato ha dichiarato infondato l’intero ricorso, confermando definitivamente la validità delle delibere del Comune e il trasferimento degli immobili alla Parrocchia di San Vito Martire. 

I giudici di Palazzo Spada, infine, hanno condannato Fasolino alla rifusione, in favore delle due parti appellate, delle spese del giudizio quantificate in euro 5.000, oltre agli oneri accessori di legge e rimborso spese generali al 15%.



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