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LA REPLICA DELLA MIWA
LA REPLICA DELLA MIWA
Basket, Scandone Avellino denuncia: “Assistant coach aggredito da tesserati di Benevento”
Comunicato Stampa
07 dicembre 2025 11:28
Eye
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BENEVENTO. Queste le dichiarazioni del presidente della Scandone Avellino, Marco Trasente dopo il finale movimentato movimentato al Pala Miwa di Benevento in occasione della gara tra la Cestistica Benevento e la Scandone Avellino.

“Sono profondamente indignato per quanto accaduto dopo la fine del derby. Il risultato del campo,per quanto amaro, passa in secondo piano rispetto a episodi gravissimi e inaccettabili che non hanno nulla a che vedere con lo sport, con il basket e con i valori che tutti diciamo di voler difendere.

Dopo l’espulsione del nostro allenatore, coach Carone, la squadra è stata guidata fino alla sirena finale dall’assistant coach Fabio Iannicelli. Al termine della gara, come da normale prassi e nel rispetto reciproco, Fabio si è avvicinato per salutare gli avversari. In quel frangente ha semplicemente fatto notare al capitano di Benevento, Murolo, come certe esultanze plateali verso il settore occupato dai tifosi avellinesi fossero fuori luogo, soprattutto dopo un finale tesissimo e carico di adrenalina. Un invito al buonsenso, non una provocazione.La risposta è stata vergognosa. Il nostro tesserato è stato prima spintonato dall’atleta Giacomi del roster sannita e poi aggredito fisicamente dal giocatore Filipović, che – ricordo – era squalificato,quindi non coinvolto nella partita e presente in panchina in abiti civili. Un calcio al petto sferrato a freddo è un gesto che definire antisportivo è riduttivo: si tratta di un atto violento e inaccettabile, che macchia l’immagine della pallacanestro.

La cosa che più ci sconvolge è che quanto accaduto avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi. Fabio è una persona che convive con dei problemi molto delicati: ricevere un calcio al petto in quel contesto non è solo un gesto violento e irresponsabile, ma un atto che avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di drammatico.

Qui non parliamo più di tensione agonistica o di un momento di nervosismo: parliamo di mancanza totale di rispetto per la salute e l’incolumità di una persona. È una linea che non può essere superata e che qualcuno ha superato in modo gravissimo E non è finita qui. Aggressioni verbali e atteggiamenti intimidatori hanno colpito anche altri nostri tesserati da parte di soggetti che hanno raggiunto il campo senza far parte della squadra beneventana, in un contesto che avrebbe dovuto essere subito messo sotto controllo. Anche il nostro capoallenatore Carone è stato vittima di insulti e atti di viltà da parte dei nostri avversari.

Pretendiamo rispetto. Rispetto per la Scandone Avellino, per i suoi dirigenti, per i suoi giocatori e per i suoi allenatori. Episodi del genere non possono e non devono essere tollerati. Chiederemo con fermezza che venga fatta piena luce sull’accaduto e che chi ha sbagliato risponda delle proprie azioni nelle sedi opportune.

Il derby deve restare una sfida sportiva, accesa ma leale. Quanto visto al PalaMiwa, dopo la sirena finale, è qualcosa che nulla ha a che vedere con lo sport e su cui non faremo alcun passo indietro”.  

NOTA DELLA MIWA BENEVENTO

COMUNICATO UFFICIALE – CESTISTICA BENEVENTO

 

“Cestistica Benevento prende atto del comunicato diffuso dalla Scandone Avellino e, nel pieno rispetto di tutte le parti coinvolte, ritiene doveroso fornire alcune precisazioni per ricondurre la ricostruzione dei fatti a un quadro equilibrato e aderente alla realtà.

La gara disputata al PalaMiwa è stata intensa e combattuta, come ogni derby. Il finale concitato ha generato un clima emotivo acceso nel quale, lo riconosciamo con senso di responsabilità, entrambe le squadre hanno contribuito alle dinamiche che hanno portato ai momenti di tensione. Riteniamo tuttavia necessario evidenziare che tutto ha avuto origine da un finale gestito con troppa foga dallo staff tecnico della Scandone, il quale ha rivolto provocazioni e attenzioni mirate verso un nostro atleta. Un comportamento che, provenendo da figure che rappresentano una guida morale e sportiva, avrebbe dovuto invece essere di esempio e moderazione. È anche per questo che risulta improprio parlare esclusivamente di aggressioni provenienti da una sola direzione: la realtà mostra un coinvolgimento reciproco, nato da atteggiamenti che hanno acceso ulteriormente un contesto già teso. Provocazioni e reazioni, in ogni caso, hanno la stessa dignità di responsabilità e nessun episodio può essere isolato dal percorso che lo ha generato.

Si precisa inoltre che non è stato registrato alcun ferito o contuso, né si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine, presenti come da protocollo. In nessun momento vi è stato un reale pericolo per l’incolumità dei tesserati della Scandone, e ciò smentisce descrizioni che richiamano scenari drammatici o situazioni di violenza grave. Gli ufficiali di campo hanno confermato che il PalaMiwa ha garantito pieno controllo dell’ambiente di gara e condizioni di sicurezza adeguate.

Cestistica Benevento, nella sua giovane storia, ha sempre posto al centro i valori del rispetto e della sportività. Lo dimostra il comportamento tenuto ieri: l’intera società, nelle persone della famiglia Zullo e dei dirigenti presenti, è intervenuta con l’unico obiettivo di sedare gli animi, allontanare i propri tesserati da possibili evoluzioni negative e riportare la calma. Il nostro pubblico, numeroso ma non riconducibile a un tifo caldo o organizzato, ha sempre accolto senza alcuna restrizione tifoserie più strutturate della nostra, come quella avellinese. Anche ieri i tifosi ospiti hanno potuto sostenere la propria squadra liberamente, esprimendo il loro tifo con passione, talvolta anche con toni accesi, senza che questo generasse limitazioni o problemi di ordine.

Negli anni abbiamo affrontato sconfitte casalinghe molto pesanti, persino decisive per le nostre stagioni, e mai abbiamo oltrepassato i limiti della sportività o dato luogo a situazioni simili. È evidente che quando si parla di tensione da sconfitta, il problema emerge solo quando non la si sa gestire con equilibrio. Il PalaMiwa è un luogo frequentato da famiglie e bambini, come tutti hanno potuto vedere anche nell’intervallo della gara; proprio per questo siamo i primi a essere dispiaciuti del clima creatosi negli ultimi istanti. Tuttavia riteniamo scorretto attribuire la responsabilità dell’accaduto a una sola parte: se tutti avessero mantenuto autocontrollo e misura, evitando gesti superflui o provocatori, non si sarebbe generata alcuna escalation.

La società si riserva di analizzare serenamente immagini, referti e testimonianze nelle sedi opportune, senza alimentare ulteriori polemiche. Qualsiasi comportamento non conforme ai valori della Cestistica Benevento, da chiunque sia stato tenuto, sarà trattato con la massima serietà.

Il derby resta, e deve rimanere, una festa dello sport. Cestistica Benevento continuerà a garantire un ambiente sano, sicuro e accogliente per atleti, staff e tifosi, come riconosciuto da sempre. Solo attraverso una narrazione equilibrata e una reale assunzione di responsabilità si tutela la credibilità del movimento cestistico e si costruisce una cultura sportiva solida, dentro e fuori dal campo.

Confidiamo che quanto accaduto non venga strumentalizzato a fini mediatici o reputazionali: il rispetto reciproco passa anche dalla scelta di non trasformare un episodio spiacevole in terreno di sciacallaggio o di esasperazione narrativa”.



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