NAPOLI. La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha dichiarato inammissibile il ricorso di Vincenzo De Luca, all'epoca dei fatti presidente della Regione Campania, contro la sentenza della Corte dei Conti che lo aveva condannato a risarcire oltre 100mila euro alla Regione Campania. La condanna nasce dalla vicenda delle indennità maggiorate riconosciute a quattro collaboratori della segreteria del presidente, considerate illegittime perché prive dei necessari presupposti normativi. Secondo la Corte dei Conti, De Luca avrebbe agito con "colpa grave", senza acquisire i pareri tecnici necessari.

L'ex presidente della Regione aveva impugnato la sentenza davanti alla Cassazione, sostenendo un difetto di giurisdizione: al centro del ricorso, la presenza nel collegio giudicante di un magistrato che, al momento della decisione, ricopriva anche l’incarico di consigliere giuridico del Ministro della Salute. Secondo la difesa, questo doppio ruolo avrebbe violato il principio di imparzialità del giudice.

Le Sezioni Unite, però, con apposita ordinanza pubblicata il 26 dicembre 2025, hanno respinto questa tesi. La Cassazione ha chiarito che l’incarico del magistrato era regolarmente autorizzato e che il giudice era pienamente legittimato a esercitare la funzione giurisdizionale. Non si è quindi verificato alcun vizio strutturale nella composizione del collegio tale da incidere sulla giurisdizione.

Conclusione: ricorso inammissibile, nessuna riapertura del processo e conferma della decisione della Corte dei Conti. Disposto anche il raddoppio del contributo unificato a carico del ricorrente.