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INSEDIAMENTO
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Regione Campania, primo Consiglio: il programma del presidente Fico
Comunicato Stampa
29 dicembre 2025 19:13
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NAPOLI. Si è tenuta quest’oggi la seduta di insediamento del nuovo Consiglio regionale della Campania, così come determinatosi dalle recenti elezioni dello scorso 23 e 24 novembre. Nel corso della giornata consiliare il presidente Roberto Fico ha illustrato il programma di governo per la nuova legislatura.

"Signor Presidente del Consiglio Regionale, care colleghe e cari colleghi consiglieri, Mi rivolgo oggi a tutti voi con un’emozione sincera. Dinanzi ai rappresentanti degli elettori campani, riuniti nella prima seduta del Consiglio regionale della XII Legislatura, nel luogo dove si esplica il senso più profondo del nostro vivere democratico, sento di assumere la pienezza delle funzioni e delle responsabilità politiche di Presidente della Giunta regionale della Campania. A tutti noi, auguri di buon lavoro. Oggi inizia un impegno che porteremo avanti nell’interesse esclusivo della nostra comunità. Rivolgo un doveroso saluto al nuovo Presidente del Consiglio Regionale. Avendo avuto l’onore di ricoprire la carica di Presidente della Camera dei deputati, conosco la responsabilità che grava su chi svolge questo delicato ruolo, sia per assicurare l’efficace funzionamento dell’Assemblea sia per garantire il confronto tra tutte le forze politiche. Nel percorso politico che ho intrapreso, costante è stato l’ascolto sin dall’inizio delle persone, delle realtà sociali, delle imprese, dei lavoratori. Un ascolto che è stato un filo conduttore della mia campagna elettorale e che non si interromperà. Sono questa presenza e questo dialogo ad aver ispirato un autentico sentimento di cura verso i luoghi, le persone, i bisogni della mia regione. E ho sentito netta la necessità di mettere a frutto l’esperienza istituzionale maturata per tradurre le istanze così raccolte in una proposta politica convincente a livello regionale. Una proposta politica che si è concretizzata mediante una coalizione allargata rispetto alla scorsa legislatura, alla quale oggi spetta il compito di saper governare efficacemente tra continuità e rinnovamento, con una formula politica progressista a cui si potrà guardare con interesse anche a livello nazionale in vista delle elezioni nazionali del 2027. Questo compito ci riempie di orgoglio e ci motiva a livello personale, e ci responsabilizza come maggioranza di governo, e confido che saremo in grado di rispettare scrupolosamente gli impegni assunti con gli elettori, evitando visioni strumentali del mandato elettorale regionale. Parimenti, intendo adoperarmi per un rapporto costruttivo con la minoranza di centrodestra nella dialettica consiliare. Nella mia precedente carica ho avuto modo di sperimentare direttamente i benefici di un rapporto corretto e di reciproco riconoscimento tra maggioranza e minoranza. Il rispetto per i rappresentanti dell’opposizione, anche nel confronto schietto e a volte aspro, è doveroso, perché dietro ogni eletto ci sono gli elettori che lo hanno votato ed io intendo governare rispettando tutti i cittadini campani, nessuno escluso. Colgo pertanto l’occasione per salutare e ringraziare il mio principale sfidante alle elezioni regionali, Edmondo Cirielli, rinnovando l’auspicio di poter collaborare positivamente in tutte le occasioni che si presenteranno nell’interesse dei campani, al netto delle evidenti differenze partitiche e delle naturali distanze politiche.

Governo come responsabilità L’avvio di una nuova legislatura rappresenta un momento cruciale del patto tra cittadini ed eletti. Abbiamo riscosso la fiducia degli elettori che hanno voluto così affidarci il compito di governo della Regione Campania, perché sia gestita nell’interesse e al servizio dei cittadini campani. Vogliamo improntare la nuova Amministrazione ad un principio molto semplice, ma proprio perché semplice viene spesso dimenticato da chi assume un ruolo di potere. Noi siamo e dobbiamo sentirci costantemente, dal primo all’ultimo giorno del nostro mandato, al servizio dei cittadini e dell’interesse pubblico. Intendo la funzione di governo non come potere, bensì come responsabilità. Il potere, o per meglio dire la sovranità, come ci ricorda il primo articolo della nostra Costituzione, appartiene al popolo, che deve chiedere ciò che gli spetta. Dobbiamo sentirci quotidianamente responsabili di fronte ai cittadini. Per questo metteremo sempre al centro le esigenze e le necessità delle persone. Riconoscimento al lavoro delle amministrazioni precedenti Prima di illustrare le linee programmatiche della nuova amministrazione, sento parimenti il dovere istituzionale di rivolgere un saluto al presidente Vincenzo De Luca, che ci ha preceduto nel Governo regionale. Nei due mandati appena conclusi la Regione si è trovata ad affrontare sfide notevoli come la gestione dell'emergenza pandemica. Al netto della critica politica, sempre legittima, ci sono dati come il risanamento finanziario della Regione e il percorso verso l'uscita dal commissariamento sanitario, che costituiscono oggi dei punti importanti su cui costruire il domani. Governare significa anche questo: saper riconoscere il buono che è stato fatto, pur nella consapevolezza che molto resta ancora da fare, senza ipocrisie. Un nuovo metodo di governo: il valore del dialogo e la centralità del Consiglio Desidero essere chiaro sin da principio su un punto fondamentale che caratterizzerà questa legislatura dal punto di vista del metodo. Affermo sin d’ora l’assoluta centralità del Consiglio regionale come luogo del dibattito pubblico, sia attraverso la funzione conoscitiva - a cui non ci sottrarremo in sede di sindacato ispettivo – sia, soprattutto, attraverso la funzione legislativa. La democrazia, del resto, è definita il “potere visibile”, dove l’aggettivo è per me più importante del sostantivo: la trasparenza delle decisioni si realizza appunto nella massima sede pubblica di formazione delle regole e di definizione degli indirizzi per la loro attuazione. Auspico che il Consiglio possa essere, con le sue forme e procedure, il luogo di confronto permanente e aperto sulle grandi questioni regionali, dando spazio anche alle proposte dell’opposizione. Allo stesso modo mi auguro che il Consiglio saprà prendere in considerazione le proposte di legge di iniziativa popolare che eventualmente giungeranno e valorizzare gli istituti di democrazia diretta, espressione di una società viva, che si nutre di partecipazione. C’è un dato su cui dobbiamo riflettere all’indomani delle elezioni regionali e non solo: il tasso di astensionismo è in crescita. In Campania si è passati dal 55% al 44% dei partecipanti al voto. È un fenomeno preoccupante per tutti, e impone di recuperare il filo del dialogo tra cittadinanza e politica. L’etica pubblica è anche estetica civile. Onestà e sobrietà, competenza e merito devono essere i punti cardinali dell’agire amministrativo. La dialettica politica è fisiologica e necessaria, ma sulle questioni strategiche per il futuro della nostra regione dobbiamo saper trovare le convergenze più ampie possibili. Il mandato che abbiamo ricevuto è chiaro: governare bene la Campania. E governare bene significa ascoltare, confrontarsi, costruire. Significa riconoscere che l'interesse della Campania viene prima di ogni appartenenza partitica. Durante il prossimo quinquennio, disuguaglianze e povertà, sanità e welfare, legalità, sicurezza e prevenzione alla criminalità, saranno perciò al centro del nostro impegno di governo. Sarà necessario ragionare in termini di efficienza in materia di economia e lavoro, potenziare le nostre infrastrutture, valorizzare l’agricoltura, tutelare il nostro impareggiabile patrimonio ambientale, mettere al centro l’istruzione e la ricerca, liberare le migliori energie della nostra comunità. In sintesi, occorre essere consapevoli del ruolo cruciale della nostra Regione a livello nazionale e la sua naturale vocazione internazionale e di crocevia di culture e innovazione. Veniamo alle singole tematiche. L'acqua: una risorsa strategica per la Campania Tra i dossier più delicati che questa amministrazione eredita, quello della gestione della risorsa idrica assume una centralità indiscutibile. Il sistema della Grande Adduzione Primaria di Interesse Regionale rappresenta la spina dorsale del nostro approvvigionamento idrico. Stiamo parlando dell'Acquedotto della Campania Occidentale, dell'Acquedotto Campano, del nodo idraulico di Cancello: infrastrutture strategiche che alimentano milioni di cittadini nelle province di Napoli, Caserta, e parti significative delle province di Benevento e Salerno. A questo sistema si aggiunge il progetto dell'invaso di Campolattaro, inserito tra le grandi opere del PNRR. È un investimento strategico per il futuro della nostra regione. Sulle modalità di gestione del sistema della Grande Adduzione, come noto, sono emerse criticità di natura giuridica che hanno determinato la sospensione delle procedure in corso da parte dei tribunali amministrativi. Sono questioni serie che la nuova Amministrazione ha il dovere di esaminare con equilibrio, anche rivedendo decisioni precedenti se le circostanze lo richiederanno. L'acqua è un bene pubblico essenziale, quello che dà la vita, e la sua gestione deve rispondere a criteri di efficienza, economicità e, soprattutto, tutela dell'interesse collettivo. Con questo spirito affronteremo il delicato dossier, nel rispetto delle decisioni della magistratura e nell'interesse esclusivo dei cittadini campani. L'agricoltura: pilastro dello sviluppo regionale L'agricoltura sarà uno dei pilastri dell'azione di questo governo regionale. Non parlo solo di un settore economico, per quanto fondamentale: parlo di identità territoriale, di sostenibilità, di occupazione. Nel corso della campagna elettorale ho avuto modo di incontrare le organizzazioni di rappresentanza. Le loro istanze sono chiare e condivisibili: riconoscimento del ruolo strategico dell'agricoltura, rafforzamento della governance attraverso il Tavolo Verde regionale, semplificazione amministrativa, sostegno all’innovazione, la valorizzazione dei nostri prodotti. Dobbiamo mettere le nostre imprese agricole nelle condizioni di competere sui mercati internazionali, combinando la nostra straordinaria tradizione con le tecnologie più avanzate. Ma la sfida dell'agricoltura campana è anche una sfida di legalità, con una lotta senza quartiere al caporalato. È una battaglia che non può limitarsi al settore agricolo: il lavoro irregolare e lo sfruttamento sono piaghe che affliggono anche il comparto turisticoalberghiero e l’edilizia. Solo aziende sane e lavoro regolare possono creare valore duraturo. La sanità: il diritto che viene prima di tutti Cari colleghi, è inutile nascondersi dietro le parole: la sanità campana presenta criticità significative. I dati dell'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali ci consegnano un quadro che non possiamo ignorare. Le priorità sono chiare: ridurre drasticamente le liste d’attesa, potenziare la medicina territoriale con l'attivazione delle Case di Comunità, investire nella prevenzione, valorizzare il personale sanitario, professionalità di primissimo livello nonché i nostri centri di eccellenza. Dobbiamo avere il coraggio di un cambio di paradigma: favorire le cure domiciliari rispetto a quelle ospedaliere. Non è solo efficienza, ma umanità delle cure: il paziente assistito nel proprio ambiente guarisce meglio, vive meglio. La sanità territoriale e la telemedicina Il PNRR ci offre un'opportunità storica: 169 Case della Comunità, 45 Ospedali di Comunità e 59 Centrali Operative Territoriali. Le Case della Comunità riuniranno sotto lo stesso tetto medico di famiglia, specialisti, infermieri e servizi diagnostici: un unico punto di accesso dove il cittadino viene preso in carico in modo integrato. Gli Ospedali di Comunità saranno il ponte tra ospedale e domicilio per chi necessita di cure a bassa intensità. Queste strutture alleggeriranno la pressione sui pronto soccorso: il nostro obiettivo è ridurre in modo consistente gli accessi impropri. La telemedicina è l'altra leva strategica. La Campania ha già raggiunto risultati significativi, dobbiamo continuare, così come va rafforzata la sanità di prossimità. Disabilità, salute mentale e famiglie Per la disabilità costruiremo percorsi di presa in carico che accompagnino la persona dall'infanzia all'età adulta. La mia prima conferenza da presidente eletto è stata incentrata sul Centro per l’autismo di Avellino dove abbiamo finalmente sbloccato i fondi per completare la sede. Per la salute mentale – troppo spesso cenerentola del sistema – potenzieremo i Dipartimenti e i servizi territoriali, con particolare attenzione alle fragilità emerse tra i giovani dopo la pandemia. Le famiglie che convivono con il disagio mentale non saranno lasciate sole: assistenza domiciliare, centri diurni, percorsi di sollievo devono essere effettivamente accessibili. L'uscita dal piano di rientro Ho incontrato pochi giorni fa il Ministro Schillaci: il confronto è stato cordiale e costruttivo, orientato alla collaborazione istituzionale. La recente sentenza del TAR ha riconosciuto che la Campania ha realizzato i presupposti per l'uscita dal piano di rientro: equilibrio di bilancio dal 2013 e soglia minima raggiunta per ciascun macro-livello LEA. L'uscita non è questione contabile: significa poter programmare investimenti, assumere personale, ammodernare strutture e tecnologie. Ringrazio sentitamente tutti coloro che ci hanno lavorato negli uffici regionali. Agiremo a livello politico affinché questo percorso si completi nel più breve tempo possibile. La sanità territoriale è la risposta alle esigenze delle aree interne, dove la distanza dai grandi centri non deve più significare distanza dalle cure. E proprio alle aree interne voglio ora dedicare un passaggio per me centrale. Le aree interne: il motore nascosto della Campania Ho voluto che la mia prima uscita pubblica come candidato fosse a Cannalonga, paese del Cilento che ha meno di mille abitanti ma che ha anche tradizioni millenarie, come molti altri comuni delle nostre province più interne. E non è un caso che l'ultima tappa della campagna elettorale sia stata a Sala Consilina. Non è stato un calcolo: è stata una dichiarazione d'intenti. E oggi quella dichiarazione diventa impegno di governo, e confermo integralmente quello che ho già annunciato: tutte le aree interne in Campania sono importantissime e lavoreremo a tutto tondo insieme ai sindaci per fare una programmazione adeguata, innovativa, per rispondere alle esigenze dei territori e combattere lo spopolamento. Accade spesso, in politica, che le aree a bassa densità abitativa vengano trascurate, che – portando meno voti - pesino meno nelle agende istituzionali di quanto meriterebbero. È una logica miope, che sacrifica il lungo periodo sull'altare del consenso immediato. Noi vogliamo invertire questa tendenza. Le aree interne custodiscono eccellenze, tradizioni, paesaggi unici al mondo. Sono il motore silenzioso della nostra regione, grazie all'infaticabile impegno di artigiani, imprenditori, agricoltori, realtà sociali che ogni giorno resistono e costruiscono. Possiamo scrivere una nuova pagina investendo con intelligenza le risorse e progettando il futuro che queste comunità meritano di ricevere. Ma le aree interne non possono svilupparsi se restano isolate. Il potenziamento dei trasporti: connettere la Campania Non può esserci sviluppo delle aree interne senza una rete di trasporti efficiente. Il Piano Industriale di Ferrovie dello Stato prevede oltre 23 miliardi di euro di investimenti in Campania, con progetti strategici come la linea Alta Velocità Napoli-Bari che ridurrà significativamente i tempi di percorrenza e migliorerà l'accessibilità delle aree interne. Dobbiamo vigilare affinché questi investimenti si traducano in servizi reali per i cittadini. Ma c'è un dossier che merita un'attenzione particolare e che non posso non affrontare in questa sede: la Circumvesuviana. Le linee vesuviane servono 47 comuni con circa due milioni e mezzo di abitanti, in una delle aree a più alta densità abitativa d'Europa. Sono infrastrutture strategiche non solo per i pendolari, ma anche per il turismo. Eppure, per troppi anni, questa rete è stata sinonimo di disservizi, ritardi, sovraffollamento, treni obsoleti. La Regione Campania ha avviato un piano di investimenti da un miliardo di euro. Devo però essere onesto con voi e con i cittadini: le consegne dei nuovi treni hanno accumulato ritardi inaccettabili. Questa amministrazione vigilerà affinché il programma di rinnovo si completi nei tempi previsti. La Circumvesuviana deve essere un servizio degno di questo nome, efficiente, puntuale, pulito. È una questione di rispetto per milioni di cittadini che ogni giorno affidano a questa rete i propri spostamenti. E se parliamo di connessioni, non possiamo dimenticare che la Campania è una regione di mare, una risorsa straordinaria che dobbiamo valorizzare. Le vie del mare e la tutela del litorale: l’economia blu Il mare – che bagna per circa 500 chilometri le coste della nostra regione – rappresenta una sfida cruciale, sia in termine di piena tutela sia quale straordinario volano di sviluppo. Occorre in sostanza promuovere, in modo sostenibile, tutte le attività economiche collegate, dalla pesca alla ristorazione, dal trasporto di merci e passeggeri alla cantieristica, dal turismo all'energia marina rinnovabile, ovvero l’ “economia blu”. In particolare, le vie del mare sono indispensabili per la movimentazione di persone e merci. I collegamenti marittimi non sono solo un servizio turistico: sono infrastrutture essenziali per decongestionare le arterie stradali. In questo contesto, il recupero della balneabilità assume un valore strategico che va ben oltre la dimensione ambientale. Il progetto "Energie per il Sarno" sta procedendo con risultati incoraggianti. L’obiettivo è rendere balneabile tutta la costa, dal Litorale Domizio fino al Cilento. Non è un sogno: è un impegno che porteremo a compimento, perché un mare pulito significa turismo di qualità, economia sana, salute per i cittadini. L'emergenza Campi Flegrei e la lotta al dissesto idrogeologico La Campania è una regione delicata e perciò fragile dal punto di vista sismico e idrogeologico. In particolare, l'area dei Campi Flegrei rappresenta oggi un'emergenza nazionale che richiede la massima attenzione: il fenomeno del bradisismo impone un coordinamento costante con la Protezione Civile nazionale e un piano di interventi strutturali per la messa in sicurezza degli edifici e delle infrastrutture, nonché per l'aggiornamento dei piani di evacuazione. La Regione sarà in prima linea con i suoi uffici di Protezione civile, insieme ai Comuni interessati e al Governo centrale, per garantire la sicurezza dei cittadini flegrei. Sanità, trasporti, sicurezza del territorio: sono tutti tasselli di un mosaico più ampio, quello di una regione che non lascia indietro nessuno. È il principio che deve guidare tutte le nostre politiche sociali. Il sociale: nessuno rimanga indietro "Nessuno rimanga indietro" è l'impegno che assumo oggi davanti a questo Consiglio e davanti ai cittadini campani. Una società giusta si misura dalla capacità di proteggere i più fragili, di garantire opportunità a chi parte svantaggiato, di costruire reti di solidarietà a protezione di tutti. L'integrazione tra sanità e welfare deve diventare realtà operativa, non solo dichiarazione di principio. I percorsi di presa in carico devono essere unitari, le informazioni devono circolare tra i servizi, le persone non devono essere costrette a raccontare più volte la propria storia a sportelli diversi. Particolare attenzione dedicheremo alle famiglie con minori, agli anziani non autosufficienti, alle persone con disabilità, a chi vive situazioni di povertà o esclusione sociale. Ogni euro speso in prevenzione del disagio è un risparmio futuro in costi sociali e sanitari. Ma soprattutto, è tutela della dignità umana. Dalle politiche sociali dipende la coesione delle nostre comunità e da questa coesione si può edificare un nuovo ecosistema socioeconomico. Economia come ecosistema: housing e sviluppo socioeconomico Siamo in Campania, una regione che non ha bisogno di “inventarsi” una vocazione: la possiede già. È un territorio con università e centri di ricerca di livello, distretti produttivi, agroalimentare, cultura, turismo, mare e infrastrutture che possono diventare un vantaggio competitivo reale. Ma soprattutto è un territorio di persone. E se oggi c’è una sfida che le tiene insieme tutte, è questa: trasformare l’economia da somma di progetti isolati a ecosistema, capace di rigenerarsi senza consumare ciò che lo rende vivo. L’economia va intesa non come insieme di indicatori numerici ma come sistema circolare di competenze, infrastrutture e qualità della vita, nel quale il valore non nasce solo dall’impresa, né solo dall’intervento pubblico, ma dalla cooperazione virtuosa tra istituzioni pubbliche, università, enti di ricerca, reti di imprese e finanza orientata al lungo periodo. Tutti soggetti che in Campania sono già presenti. Ciò che è spesso mancato non è la materia prima, ma la regia. In un ecosistema, la regia non coincide con il controllo. Coincide con la capacità di abilitare: creare regole chiare, incentivi coerenti, strumenti stabili che rendano conveniente restare, tornare, investire. Tra le risorse più sottoutilizzate vi è una leva decisiva: il patrimonio immobiliare pubblico, che può diventare il perno di tre direttrici strategiche. La prima riguarda l’inclusione sociale e il social housing. Rigenerare immobili pubblici - o aree pubbliche – significa intervenire contemporaneamente su due piani: rispondere al bisogno abitativo e dare nuova vita a porzioni di città. È una politica economica a tutti gli effetti, perché migliora l’accesso al lavoro, rafforza la stabilità dei nuclei familiari, sostiene i consumi locali e contribuisce alla sicurezza urbana. La seconda direttrice riguarda l’assistenza sanitaria domiciliare e il senior housing integrato. La Campania dispone di policlinici e ospedali che possono diventare il fulcro di un nuovo modello, basato su soluzioni abitative integrate con servizi sanitari territoriali, telemedicina e assistenza domiciliare. La terza direttrice riguarda la crescita dei nuclei familiari e il sostegno ai lavoratori attraverso la realizzazione di social apartment a canone calmierato, messi a disposizione da imprese e amministrazioni pubbliche per i propri dipendenti. Questa impostazione non è utopica. In diversi contesti europei ed extraeuropei l’housing è da tempo considerato una infrastruttura economica, non solo sociale, ed è utilizzato come strumento di stabilità, competitività e coesione. Un’esperienza italiana conferma questa impostazione: quella di Adriano Olivetti. A Ivrea come a Pozzuoli l’impresa non era solo luogo di produzione, ma anche spazio di servizi, cultura, welfare aziendale, urbanistica e qualità del lavoro. Ancor prima, nel fatidico 1789, Ferdinando di Borbone aveva fondato la colonia dei lavoratori della seta a San Leucio con leggi socialmente avanzatissime. In questo scenario, anche alla luce delle iniziative in corso di elaborazione a livello di Unione europea, il ruolo della Regione può essere quello di piattaforma di cooperazione, definendo norme e incentivi e offrendo stabilità regolatoria che rendano conveniente la mobilitazione del patrimonio pubblico attraverso concessioni, diritti di superficie e partenariati, con standard chiari e tempi certi, promuovendo accordi quadro tra Istituzioni e reti di imprese, basati su obiettivi misurabili, e favorendo l’attrazione di capitali privati. Ambiente e territorio: la sfida della sostenibilità La Campania è una terra di straordinaria bellezza, ma è anche una terra ferita. La questione ambientale non è più rinviabile: dalla Terra dei Fuochi, al rischio idrogeologico alla tutela del nostro patrimonio costiero, ogni giorno ci vengono ricordate le urgenze che dobbiamo affrontare. Il Piano di Tutela delle Acque, il contrasto al dissesto idrogeologico, la gestione sostenibile dei rifiuti: sono sfide che richiedono investimenti significativi, pianificazione di lungo periodo, coordinamento tra tutti i livelli istituzionali. L'edilizia deve tornare ad essere uno strumento di sviluppo ordinato del territorio, non di speculazione. La rigenerazione urbana, il recupero del patrimonio edilizio esistente, l'efficientamento energetico degli edifici pubblici: queste sono le direttrici su cui lavoreremo. La razionalizzazione delle partecipate: efficienza e trasparenza L’efficienza deve essere il concetto chiave anche per affrontare un altro capitolo importante: quello delle società partecipate dalla Regione. Il processo di razionalizzazione avviato nelle passate legislature ha prodotto risultati significativi, ma non possiamo considerarlo concluso. Il principio guida è semplice: ogni società partecipata deve avere una missione chiara, deve essere efficiente e produrre valore per i cittadini. Procederemo nel completamento delle procedure di liquidazione in corso e nella verifica della sostenibilità di ogni partecipazione. Continuerà l’azione di razionalizzazione del portafoglio societario e si avvierà una verifica dell’efficienza dell’azione svolta dalle società partecipate. Non è un esercizio ragionieristico: è una questione di rispetto per i contribuenti campani, che hanno diritto a sapere come vengono utilizzate le risorse pubbliche. I segnali di crescita: costruire sul nostro patrimonio Ho parlato fin qui di criticità e di problemi da affrontare. Ma sarebbe ingeneroso verso la nostra terra non riconoscere i segnali di speranza che pure esistono. I dati ci dicono che la Campania sta crescendo. Il nostro PIL negli ultimi anni ha registrato tassi di crescita superiori alla media nazionale. Nel triennio 2022-2024 la crescita cumulata della nostra regione è stata quasi doppia rispetto a quella del Centro-Nord. L'occupazione è in ripresa. Non sono numeri astratti: sono imprese che assumono, famiglie che ritrovano fiducia, giovani che possono scegliere tra il diritto di muoversi e la voglia di restare, come ci ha ricordato l’ultimo rapporto della SVIMEZ. Questa crescita poggia su un patrimonio straordinario che poche regioni al mondo possono vantare. I nostri tesori attraggono milioni di visitatori da ogni continente, alimentano filiere economiche di qualità, e costituiscono la nostra più autentica carta d'identità nel mondo. È su questo patrimonio culturale che dobbiamo investire, perché è la leva per imprimere allo sviluppo quella connotazione di sostenibilità e di elevata qualificazione che può garantire prosperità duratura. Non vogliamo una crescita qualunque: vogliamo una crescita che sia all'altezza della nostra storia e della nostra identità. Il turismo: un'economia della bellezza La Campania è la terza regione italiana per presenze turistiche. Napoli è stabilmente tra le città più visitate d'Europa. Sorrento, la Costiera Amalfitana, le isole del Golfo attirano viaggiatori da ogni angolo del mondo. Il nostro patrimonio archeologico, da Pompei a Paestum, è semplicemente unico. Ma il turismo campano non può essere solo turismo di massa concentrato in pochi luoghi iconici. Dobbiamo lavorare per un turismo diffuso e destagionalizzato, che porti visitatori anche nelle aree interne, nei borghi, lungo i cammini storici. La Campania deve diventare una destinazione turistica integrata, dove il visitatore possa vivere esperienze diverse e complementari. Per farlo, dobbiamo investire in infrastrutture di accoglienza, in formazione degli operatori, in promozione coordinata. E dobbiamo pretendere qualità: dell'offerta, dei servizi, dell'ambiente urbano. Nel 2027 avremo un'occasione irripetibile: per la prima volta nella storia, l'America's Cup – la più antica e prestigiosa competizione velica al mondo – si disputerà in Italia, e si disputerà nel Golfo di Napoli. È un evento che porterà nella nostra regione oltre un milione e mezzo di visitatori, quasi un miliardo di telespettatori in tutto il mondo, un impatto economico stimato in oltre un miliardo di euro. Ma soprattutto, è il catalizzatore che sta finalmente accelerando la rigenerazione di Bagnoli: un'area che per trent'anni è rimasta simbolo di degrado e promesse mancate, e che ora deve voltare pagina. La Regione farà in tutto la sua parte insieme al Comune affinché questo appuntamento sia un successo per tutto il territorio e più in generale cogliendo tutte le occasioni di sviluppo che si presenteranno. La lotta alla criminalità Ma non c'è crescita vera senza legalità. La cultura della legalità deve innervare l'intera organizzazione delle filiere produttive, perché lo sviluppo autentico e duraturo passa attraverso una rifondazione etica che metta al centro il rispetto delle regole. Dobbiamo isolare le frange di criminalità organizzata che purtroppo sono ancora presenti nel nostro territorio e che minano la fiducia nelle istituzioni e nell'economia sana. Non ci sarà tolleranza, non ci saranno zone grigie. Chi vuole fare impresa in Campania deve sapere che troverà un'amministrazione amica della legalità e nemica di ogni forma di illecito. Il convinto sostegno alla lotta contro la criminalità organizzata sarà rinnovato in ogni sede, a cominciare dalla destinazione a fini sociali dei beni sequestrati e confiscati. Non faremo mai mancare la nostra vicinanza alla magistratura e alle forze di polizia impegnate quotidianamente nelle attività di prevenzione e contrasto, così come quella alle vittime di ogni forma di violenza, in particolare nei confronti degli amministratori pubblici locali, troppo spesso nel mirino di criminali e balordi. E in questa sede voglio ricordare l’esempio e la passione civile del nostro sindaco pescatore, Angelo Vassallo. Questa amministrazione porrà inoltre particolare attenzione alla sicurezza urbana quotidiana. I cittadini campani hanno diritto a vivere in città sicure, a camminare per le strade senza timore. Lavoreremo con i Comuni per riqualificare le aree degradate che diventano terreno fertile per la microcriminalità, per sostenere progetti di presidio territoriale che coinvolgano le associazioni e il volontariato. Una comunità che si sente protetta è una comunità che partecipa, che investe, che cresce. Dobbiamo consolidare questa tendenza positiva e trasformarla in sviluppo strutturale. È questa la sfida che abbiamo davanti: dimostrare che la Campania può essere protagonista di un modello di sviluppo nuovo, fondato sulla cultura, sulla bellezza, sulla qualità e sulla legalità. In questo modello è chiaro che la scuola rivesta un ruolo fondamentale. Scuola e informazione: le radici della cittadinanza La scuola e i mezzi di informazione condividono una responsabilità fondamentale: formare cittadini consapevoli. Insieme alla famiglia, costruiscono il senso civico e critico delle nuove generazioni. La Regione rafforzerà la collaborazione con l'Ufficio Scolastico Regionale per contrastare la dispersione scolastica – che in Campania raggiunge livelli troppo alti – e per promuovere l'educazione civica, digitale e ambientale. Nelle scuole porteremo anche programmi di educazione al rispetto e alla parità di genere: la cultura è l'unico vero antidoto alla violenza, che si combatte prima di tutto formando le nuove generazioni al riconoscimento della dignità di ogni persona. Investiremo nell'edilizia scolastica, perché si impara meglio in ambienti sicuri e dignitosi. Ma le pari opportunità non si esauriscono nelle aule: questa amministrazione lavorerà per abbattere il divario di genere nel mercato del lavoro, per sostenere l'imprenditoria femminile, per potenziare la rete dei centri antiviolenza e garantire alle donne vittime di abusi percorsi concreti di autonomia e reinserimento. Una Campania più giusta è una Campania dove il talento e il merito contano più del genere. Al contempo, sosterremo un'informazione locale plurale e di qualità: gli organi di stampa del territorio sono presidi di democrazia. Scuola e informazione libera sono i pilastri su cui si regge una comunità che pensa con la propria testa. Ognuno deve naturalmente fare il proprio mestiere, ma deve farlo liberamente e senza condizionamenti. Per dare un segnale di distensione da subito, annuncio il ritiro della querela presentata dalla regione nei confronti della trasmissione giornalistica Report sui dati della sanità campana. La verità è rivoluzionaria, e non ne abbiamo paura. Ma va rispettata da tutti, convintamente. La trasparenza del confronto è la base, ognuno potrà poi trarre il suo libero convincimento. La gestione dei fondi europei e nazionali per la coesione e lo sviluppo Le risorse per attuare le politiche pubbliche che ho sinora indicato sono e saranno in larga misura erogate dall’Unione europea e dal bilancio statale, nell’ambito della programmazione dei fondi strutturali e di investimento nonché del PNRR, per la parte residua. Sarà pertanto centrale e prioritaria, nella nostra azione politica e amministrativa, assicurare, per un verso, una gestione ancor più tempestiva ed efficace dei fondi della programmazione 2021-2027. Per altro verso, sarà necessario partecipare, in stretto e diretto raccordo con la Commissione europea e con il Governo, a tutti i passaggi - molto delicati e complessi - che porteranno alla definizione degli strumenti di programmazione dei Fondi europei per il 2028- 2034 e alla loro attuazione, secondo regole e procedure fortemente innovative. In questo scenario, la Campania può e deve diventare un laboratorio di rilievo europeo, per la qualità e l’effettività della gestione e per l’impatto dei Fondi sull’economia e sulla società del nostro territorio. La reti istituzionali: Campania, Italia, Europa Per raggiungere qualsivoglia risultato, per unire, per cercare soluzioni adeguate, per sanare le fratture e ricucire gli strappi occorrerà una forte collaborazione istituzionale, a ogni livello. È mia intenzione avviare anzitutto una campagna di ascolto che coinvolga tutta la rappresentanza politica della Regione. Chiamerò i sindaci dei cinque capoluoghi, i deputati e i senatori eletti nei collegi della Campania in tutti gli schieramenti, per una “Squadra per la Campania”, così come ho visto in altre occasioni operare in modo corale, a livello amministrativo o di ordine pubblico, con il coordinamento delle Prefetture, che pure ringrazio. Il ruolo del Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, anche nella sua qualità di presidente dell’ANCI rappresenta un’ulteriore opportunità di cooperazione locale e coordinamento nazionale, della quale desidero ringraziarlo sin d’ora. Intendo inoltre promuovere momenti di ascolto e confronto con i sindaci dei 550 comuni della Campania, suddivisi secondo le singole province, per raccogliere le esigenze dei territori, per riunire periodicamente una sorta di Stati Generali della Regione. Allo stesso modo intendo potenziare la rappresentanza e rafforzare la presenza della Regione Campania in tutte le sedi istituzionali nazionali, a cominciare dalla Conferenza Stato-Regioni, e in quelle europee, soprattutto in vista della delicata fase in cui occorrerà confrontarsi con la Commissione Europea in relazione alla definizione della nuova disciplina europea dei fondi strutturali e di investimento, che - come già accennato - si presenta alquanto complicata per le regioni italiane. L’Europeismo è nelle nostre corde, non è solo una scelta ma soprattutto un destino che abbiamo contribuito a costruire dalle fondamenta: più di ottanta anni fa, il Manifesto di Ventotene è nato dal pensiero di un grande casertano come Ernesto Rossi, che insieme ad Altiero Spinelli contribuì a far nascere il movimento federalista europeo. Allo stesso modo, sono consapevole dell’importanza della proiezione europea e internazionale della Regione in tutti gli ambiti di competenza. In questo quadro come in altri ambiti cruciali, la collaborazione con il Governo centrale rappresenta un dovere istituzionale assoluto. La Campania, seconda regione più popolosa d’Italia, è troppo importante per essere trascurata in qualsivoglia delle funzioni statali sul territorio. Si pensi ad esempio all’importanza del miglioramento in corso delle performance dei tribunali napoletani ai fini del raggiungimento degli obiettivi del PNRR. Senza la Campania fallisce l’Italia: l’una aiuti l’altra. La cooperazione con il Governo presieduto da Giorgia Meloni, che saluto cordialmente, rappresenta un’opportunità di impegno costruttivo da entrambe le parti nell’interesse comune. E permettetemi di rivolgere un sentito ringraziamento al nostro Presidente della Repubblica. Il Presidente Sergio Mattarella, garante della Costituzione, rappresenta l’unità nazionale ed è una guida fondamentale per tutta la nostra comunità, oltre ad orientare il senso di responsabilità di tutti coloro ai quali sono affidate funzioni pubbliche. Conclusione: la Campania delle nuove generazioni La più grande risorsa sono le persone, le donne e gli uomini del nostro popolo generoso. La nostra regione ha una forte identità, riconosciuta in Italia e nel mondo. Oggi, il sistema può reggersi solo se si aggiunge il sostegno di tutte le istituzioni territoriali nella gestione dei beni pubblici e l’apporto delle imprese private. Questi pilastri devono sostenere le persone. L’ISTAT, nei giorni scorsi, ha certificato che la Campania è la regione più giovane d’Italia, e al contempo quella in cui le aspettative di vita media deflettono di più rispetto alla media nazionale. I giovani però spesso vanno via, dopo che le famiglie hanno sostenuto i costi della loro formazione, e vanno ad arricchire altre realtà; gli anziani, spesso non hanno modo di accedere ad assistenza e cure adeguate. È un territorio di contrasti, di luci e ombre. La sfida è trattenere i giovani, offrendo migliori opportunità e diritti. Per questo lavoreremo su più fronti: incentivi per le imprese, borse di studio, programmi di rientro dei talenti, potenziamento dei dottorati industriali in collaborazione con le imprese del territorio. E voglio annunciare qui, oggi, un'iniziativa che intendo proporre ai Rettori delle Università campane: un programma di tirocini formativi presso gli Uffici di Gabinetto della Presidenza e negli Assessorati. Vogliamo che i giovani campani possano conoscere da vicino il funzionamento delle Istituzioni regionali, acquisire competenze, portare il loro sguardo nuovo dentro l’Amministrazione. È un segno di apertura e di fiducia nelle nuove generazioni. Lo Statuto della Regione, tra i principi fondamentali dell’articolo 1, ci ricorda che la Regione “mantiene e garantisce il legame con i campani emigrati nel mondo”. Questa emigrazione non è solo quella antica di operai e braccianti, a cui rivolgo un pensiero grato perché sul loro sudore e sulle loro rimesse è stato costruito il boom economico del Dopoguerra. Più recentemente, l’emigrazione ha riguardato in special modo i lavoratori di alta qualificazione, per il notorio fenomeno della “fuga dei cervelli”. Il nostro dovere è quello di garantire il diritto a restare e a ritornare a tutti. Ma anche il diritto a costruire una famiglia nella propria terra: una regione dove nascono bambini è una regione che crede nel futuro. Ma c’è anche chi nutre il desiderio di restituire qualcosa alla comunità da cui proviene e di cui, nel mondo globale, non ha mai smesso di sentirsi parte, mantenendo il senso di appartenenza attraverso la cultura, il cibo, le tradizioni, gli stili di vita. Ne favoriremo il riavvicinamento. Personalmente sono onorato di poter servire questa terra che mi ha visto nascere e formare, prima come cittadino impegnato nei meetup di Napoli, poi nelle Istituzioni della Repubblica. Conosco le ferite e le difficoltà quotidiane ma anche le potenzialità straordinarie della Campania, sempre più sotto gli occhi del mondo. Per questo, rimbocchiamoci tutti le maniche, senza lamentarci, lavoriamo insieme per dare speranze concrete alle persone. Chiedo a questo Consiglio, nella sua interezza, di accompagnare questa Amministrazione in un cammino che sarà impegnativo ma che, ne sono certo, potrà portare frutti importanti per la nostra gente. Io starò sempre qua, insieme a voi. Viva la Campania, viva l’Italia, viva la Repubblica!"



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