Attualità
Capaccio: false fatture per fondi UE, 13 indagati
Comunicato Stampa
17 giugno 2010 06:25
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Nell’ambito dei servizi nel settore del contrasto alla criminalità economica e finanziaria nel comparto della tutela della spesa pubblica, la Compagnia di Agropoli della Guardia di Finanza, ha eseguito specifici accertamenti nei confronti di una nota impresa di Capaccio, espletante attività imprenditoriale di vendita al dettaglio, lavorazione e conservazione di prodotti ittici. L’attività ispettiva si è estrinsecata nel controllo sul legittimo impiego dei finanziamenti concessi alla società per la realizzazione di un nuovo impianto per la trasformazione del pescato e di specie ittiche allevate eccedentarie con l’impiego di tecnologia avanzata e nuove tecnologie gestionali.

La peculiarità del servizio assume vasta rilevanza in quanto la tempestività nell’esecuzione delle attività di indagine hanno consentito di bloccare la materiale erogazione dei finanziamenti concessi, evitando così l’innesco delle procedure di riscossione coattiva successiva che incontra sempre grosse difficoltà di applicazione. L’attività in questione trae origine da una complessa ed articolata attività di indagine info-investigativa di iniziativa, durata circa un anno, le cui risultanze hanno portato alla luce una complessa attività di frode perpetrata attraverso l’utilizzo di fatture false, consistenti nella formazione di costi relativi ad operazioni in parte inesistenti, attestanti la realizzazione di opere strutturali, al fine di poter conseguire un finanziamento in conto capitale di circa 1,5 milioni di euro, pari al 60% della spesa ammissibile, concessogli con decreto, dalla Provincia di Salerno - Settore Attività Produttive e Politiche Comunitarie, nell’ambito del POR Campania 2000/2006 - SFOP Strumento Finanziario di orientamento della Pesca - Asse 4, Misura 44, Sottomisura 7. Il modus operandi della società di Capaccio era quello di servirsi, per conseguire la truffa nei confronti della Comunità Europea, di società prossime al fallimento, amministrate da soggetti pluriprotestati ed evasori totali, arrecando ancor maggior danno alle casse erariali.

Aiuti comunitari, cofinanziati dalla Regione Campania, che dovevano servire per lo sviluppo del territorio, aumentare l’occupazione nella provincia di Salerno, costituivano ancora una volta paradossalmente l’occasione per far arricchire imprenditori disonesti, depauperare le casse erariali e pregiudicare l’accesso ai finanziamenti ad imprese serie, che le più delle volte vengono messe fuori per la carenza dei controlli amministrativi. Al termine delle indagini venivano segnalati all’Autorità Giudiziaria di Salerno nove soggetti per i reati previsti e puniti dal Codice Penale e più segnatamente dagli artt. 640 bis (truffa Aggravata per il conseguimento di Erogazioni Pubbliche ai danni dello Stato di altri Enti Pubblici e della Comunità Europea), 316 ter (indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato), 485 (falsità in scrittura privata) e 489 (uso di atto falso), nonché al congelamento del contributo concesso fino alla definizione del contesto giudiziario. Alle indagini di polizia giudiziaria, i finanzieri parallelamente eseguivano diverse verifiche fiscali nei confronti delle società e/o ditte fornitrici di servizi alla società destinataria del finanziamento, che permettevano il recupero a tassazione di elementi positivi di reddito per circa 5 milioni €, il sequestro di fatture per operazioni inesistenti per un importo di circa 2 milioni € e il deferimento all’Autorità Giudiziaria di ulteriori quattro persone per reati di cui agli artt. 2, 4, 5, 8 e 10 del D. Lgs. n. 74/2000.

 

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