Attualità
Eboli, omicidio Ricci: ergastolo per Mario De Pasquale, 27 anni di carcere per Tiziano Alacqua
Redazione
18 giugno 2013 14:14
Eye
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EBOLI. Ergastolo per Mario De Pasquale (a destra nella foto) e 27 anni di carcere per Tiziano Alacqua (a sinistra), accusati dell’omicidio della 50enne Maria Ricci e del tentato omicidio del marito, Giovanni Caiafa. Questa la sentenza di primo grado emessa dai giudici della Corte d’Assise di Salerno, che hanno accolto, in parte, le richieste del pm Carmine Olivieri, che aveva chiesto l’ergastolo per entrambi gli imputati nel processo per l’assassinio della donna, colpita a morte con numerose coltellate la notte del 25 febbraio 2012 in Via San Lorenzo, nel centro storico di Eboli. La galera a vita è stata inflitta solo per De Pasquale, in quanto autore materiale del delitto; ad Alacqua, invece, sono state concesse le attenuanti generiche. Al vedovo Caiafa, costituitosi parte civile, sono stati riconosciuti 20mila euro di provvisionale risarcimento. Intanto, i legali difensori dei due condannati sono in attesa che siano depositate le motivazioni della sentenza per procedere, eventualmente, in appello. Soddisfazione espressa dall’avvocato di Caiafa, il quale ha annunciato che, nel procedimento civile, avanzerà  una richiesta di risarcimento che andrà dai 500mila al milione di euro. L’agguato mortale ai due coniugi avvenne per motivi passionali e beghe di vicinato:  i due ebolitani, vicini di casa, avevano deciso di punire la coppia perché li avrebbero tempestati, da mesi, di telefonate anonime, minacce, sconcezze ed insulti. Nel mirino la loro auto, una Fiat Marea, ma la situazione è degenerata quando De Pasquale e Alacqua furono scoperti a danneggiare l’automobile dai due, appena rientrati a casa. Alacqua iniziò  a picchiare Giovanni Caiafa, mentre De Pasquale inseguì Maria Rosaria, che tentò di scappare ma fu raggiunta sull’androne di casa. Poi le coltellate, l’omicidio e la fuga. De Pasquale, ferito ad una mano, si rifugiò nella propria abitazione, distante solo duecento metri dal luogo del delitto, all’interno della quale i carabinieri della Compagnia di Eboli, diretti dal cap. Alessandro Cisternino, scoprirono abiti intrisi di sangue, determinanti per l’esito delle indagini. Alacqua, invece, fu stato arrestato a Serre, a casa di parenti.



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