CAPACCIO. I consiglieri comunali di maggioranza Vincenzo Monzo e Gabriele Mauro restano al proprio posto in seno al Consiglio comunale di Capaccio Paestum. A sollevare dubbi sulla presunta incompatibilità dei due esponenti dell’Amministrazione civica retta dal sindaco, Pasquale Marino, è stata la minoranza consiliare. Per quanto concerne il consigliere comunale Vincenzo Monzo, la richiesta di decadenza, già anticipata nell’assise civica del 12 aprile scorso, è stata avanzata dai consiglieri d’opposizione Nicola Ragni, Francesco Longo, Maria Vicidomini, Roberto Voza, Giuseppe Mauro e Giuseppe Troncone, in quanto lo stesso Monzo, nello svolgere anche il ruolo di collaboratore di Pasquale Silenzio, direttore della “Paestum Servizi Srl”, direttamente controllata dal Comune in quanto società in house, sarebbe in contrasto con quanto previsto dall’art. 63 del D.Lgs 267 commi 1 e 3 e all’art. 45 del Regolamento comunale, in quanto amministratore con poteri di rappresentanza e di coordinamento di enti o aziende soggetti a vigilanza del Comune.
“Non c’è nulla di personale nei confronti del consigliere Monzo – ha spiegato Ragni durante il Consiglio del 15 luglio scorso – ma sosteniamo le nostre ragioni per il ripristino della legalità di questa assise. Anche se si dovesse propendere per altre interpretazioni delle citate disposizioni di legge, la questione dei contatti quotidiani del consigliere Monzo con le attività della società assumono altra connotazione, più grave della paventata incompatibilità. Pertanto, anche la delega speciale assegnata allo stesso Monzo dal sindaco è inefficace, in quanto inapplicabile e non rientrante nelle sue competenze”.
Piccata la replica del consigliere Monzo al capogruppo dell’Udc: “Mi sento alquanto nauseato dal modo sconcio di fare politica di alcuni esponenti in questa assise. L’incompatibilità di cui l’opposizione mi accusa è inesistente, basterebbe una semplice lettura della giurisprudenza in materia a confermarlo. Come pure è assurdo sostenere che un sindaco non possa conferire ad un proprio consigliere di maggioranza funzioni speciali per consentirgli di svolgere ancora meglio il proprio compito. Si dimentica, inoltre, che la figura di collaboratore del direttore che svolgo è limpida, in quanto sono esonerato da qualsiasi potere decisionale ed organizzativo. La verità è che si vuole solo screditare il sottoscritto, cosa che evidenzia lo scadente spessore politico dell’opposizione, capace solo di mettere in campo futili strategie per indebolire la maggioranza. Per raggiungere la sede della Paestum Servizi Srl, ho rinunciato ai compensi di molte commissioni rimettendoci anche i soldi per il carburante ogni volta. Questo per dimostrare che faccio politica rimettendoci di tasca mia ma per il bene del paese, cosa che altri non fanno. Capaccio ci chiede di più, non mi presto a questo gioco al massacro imbastito per meri scopi politici dalla minoranza, che insinua senza fondamento di causa”.
Il primo cittadino Marino palude l’intervento di Monzo: “Ho delegato l’amico Enzo Monzo perché è un professionista serio, nonché cultore della materia e persona dotata di grande senso umano. Lo ringrazio pubblicamente per l’opera che sta svolgendo. Dunque, vado avanti tranquillo, nonostante l’opposizione voglia delegittimare i miei poteri. Ma sono soli e in un vicolo cieco”. La proposta di decadenza del consigliere Monzo avanzata dalla minoranza consiliare è stata bocciata dal Consiglio comunale (12 voti contro 6).
Con una nota inviata al presidente del Consiglio comunale di Capaccio Paestum, Paolo Paolino, il prefetto di Salerno, Sabatino Marchione, aveva sollecitato la convocazione dell'assise civica capaccese in merito alla sentenza che, il 18 novembre scorso, ha condannato il consigliere Gabriele Mauro all’interdizione dai pubblici uffici per un anno. Lo stesso Paolino, al riguardo, ha dichiarato in assise quanto segue: “In data 9 luglio è pervenuta formale comunicazione da parte del legale del consigliare Gabriele Mauro, dalla quale si evince che è stato chiesto appello alla sentenza che riguarda il collega Mauro entro i termini previsti dalla legge. Pertanto, reputo opportuno ritirare dall’ordine del giorno la trattazione dell’argomento, senza discussione, in quanto il problema, dal punto di vista meramente giuridico, non si pone”.