Attualità
L'Angelo del Cilento
Comunicato Stampa
08 settembre 2010 08:38
Eye
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Direttore_Marino_BCC_Aquara

 

L’Angelo del Cilento…Angelo Vassallo è stato assassinato. Molto probabilmente la mano dell’assassino è stata guidata dal dio-denaro. E’ morto un cilentano onesto e laborioso, un amministratore comunale integerrimo come pochi, purtroppo!

Nessun Cilentano può e deve pensare che la morte di Angelo Vassallo lo tocca solo sul piano umano e della pietà cristiana. La morte di una persona della nostra comunità, per mano violenta, è un problema che tocca ciascun membro della Comunità. Ciò che oggi è capitato ad Angelo Vassallo può capitare a ciascuno di noi. Se ognuno di noi decide di restare dalla parte della legalità, come ha fatto Angelo, può teoricamente toccargli la stessa sorte. E questo è un dramma sul piano umano, sul piano della vivibilità, sul piano della qualità della vita, sul piano della normale convivenza tra cittadini, sul piano del rispetto della vita umana e, in ultima analisi, anche sul piano della crescita economica della nostra area.

Simili avvenimenti fanno indietreggiare una Comunità. Ci riportano quasi all’età della pietra. Al tempo dell’homo homini lupus.

Questo triste avvenimento deve, invece, essere l’occasione per interrogarci su come, oggi, noi siamo attori della legalità. Lo siamo fino in fondo? Lo siamo a metà? Lo siamo solo quando ci conviene? Lo siamo solo quando non ne possiamo fare a meno? O lo siamo sempre, come ha saputo fare il nostro amico Angelo?

Una cosa è certa! Nessuno ci regala niente: il vivere civile è sempre più una conquista, un diritto negato. Facciamo in modo che il sacrificio di Angelo non sia inutile. Facciamo in modo che ci sia un soprassalto, una presa di coscienza per riappropriarci del nostro destino in modo più utile. Questo esercizio civile diventa rischioso quando tutti dormono ed uno solo deve vegliare sulla Comunità mentre invece sarebbe meglio se tutti alzassero la testa. Il Cilento non può e non deve restare inerme rispetto a questa ferita. 

Soprattutto perché il Cilento non è la terra dei tristi ma è piuttosto un popolo che sta vivendo una stagione memorabile sul piano dell’identità e dello sviluppo, nel segno di un sano localismo che guarda sempre al  globale.

“So natu a lu Cilientu e me ne vantu”  non è solo il verso di una mitica canzone di Aniello De Vita ma è l’inno dei cilentani onesti e laboriosi, l’inno di Angelo Vassallo e di quanti vorranno prenderlo ad esempio di vita.

 

Aquara, 07 settembre 2010                                                                           

 

Antonio Marino

Direttore BCC di Aquara



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