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INDAGATO ANCHE L'IMPRENDITORE LUIGI BARLOTTI
INDAGATO ANCHE L'IMPRENDITORE LUIGI BARLOTTI
Casa in cambio di 'favori': nei guai Santoro, i due figli e Petillo
Redazione
13 febbraio 2014 09:21
Eye
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CAPACCIO. Una casa in cambio di favori. Ancora guai per l’ex comandate della Forestale di Foce Sele, Marta Santoro, destinataria insieme al marito Antonio Petillo, già comandante della Forestale di Capaccio Capoluogo, ed ai figli Vincenzo e Marco Pepe (avuti dalla Santoro nel primo matrimonio) di un avviso di conclusione delle indagini preliminari insieme all’imprenditore capaccese Luigi Barlotti (assistito dall’avv. Michele Sarno), quest’ultimo indagato per corruzione nel procedimento, che vede come parte lesa il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali. Nel provvedimento, a firma del pm Maurizio Cardea della Procura di Salerno, la Santoro ed il marito (difesa dagli avvocati Antonio Zecca, Antonello Natale, Domenico Guazzo ed Angela Nigro), in particolare, sono accusati di aver usufruito di un appartamento di proprietà di Barlotti ubicato in Via Laura n. 13, senza mai pagare affitto, in cambio di presunti ‘favori’ contrari ai propri doveri d’ufficio “per agevolare il Barlotti nella sua attività ed evitare sequestri”. La locazione dell’abitazione, nella fattispecie, sarebbe stata ‘mascherata’ attraverso un contratto fittizio intestato ai due figli: la vicenda risale al luglio 2011. Ora i legali degli indagati avranno 20 giorni di tempo per presentare eventuali memorie difensive, produrre documenti, depositare documentazione relativa ad investigazioni difensive o chiedere l’interrogatorio. La Santoro, dunque, rischia seriamente di trovarsi a dover sostenere un quarto processo, dopo quello per concussione, tentata concussione, abuso d’ufficio ed altri reati (per i quali lo stesso pm Cardea ha già chiesto una pena a 9 anni); quello davanti al Tribunale di Napoli, dove dovrà difendersi dall’accusa di millantato credito nei confronti di un magistrato della procura salernitana, il dott. Roberto Penna (parte lesa), e per la richiesta di rinvio a giudizio relativa ai reati di favoreggiamento e corruzione nel procedimento che vede coinvolto l’imprenditore 66enne di Pompei Santolo Donnarumma.



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